I pilastri delle logiche Environmental, Social, Governance: Agenda 2030 e SDGs ONU

I pilastri delle logiche Environmental, Social, Governance: Agenda 2030 e SDGs ONU

Imprese, innovazione e infrastrutture sono elementi chiave per lo sviluppo sostenibile: misurazione della performance e indicatori di ESG

ESG per la valutazione di sostenibilità

La scelta di un’organizzazione pubblica o privata di rispettare i criteri di sostenibilità nell’acquisto di beni o servizi e negli investimenti in asset patrimoniali e finanziari, è misurata attraverso le azioni in ambito Enviromental, Social e Governance (ESG) adottate.

Tramite il monitoraggio degli indicatori ESG è possibile quindi capire se, pur agendo sul libero mercato, un’azienda assume impegni concreti nei confronti dell’ambiente, degli impatti sociali e nel rispetto delle regole etiche. 

Anche sotto il profilo della valutazione economico-finanziaria, gli analisti non definiscono più i ranking e i rating unicamente sui margini di profitto e sul ritorno economico dell’investimento. Oggi conta anche l’impatto sull’ecosistema in termini di emissioni climatiche e di responsabilità etica, sia nella scelta dei fornitori sia nelle politiche connesse al personale. Si definisce così un nuovo modello di business che si allontana dalla miope visione limitata al ritorno sull’investimento o al mero profitto, che sia capace di abbracciare l’impegno verso la comunità.

Anche l’Istat si è mosso in questa direzione creando un quadro statistico di riferimento in grado di fornire all’opinione pubblica un quadro complessivo dei comportamenti sostenibili delle imprese in termini di riduzione dell’impatto ambientale, risparmio energetico, utilizzo di fonti di energia rinnovabili nei processi produttivi, politiche di sharing mobility per i dipendenti, il miglioramento del benessere organizzativo, la buona reputazione dell’organizzazione presso fornitori e clienti, il contributo a progetti per la comunità e il miglioramento gli standard di sicurezza.

I pilastri degli ESG risiedono in impegni internazionali sanciti dall’Onu nell’ambito dell’Agenda 2030 e i Development Sustanaible Goals.

Indicatori ESG: Agenda 2030 e DSG 

Nel 2015 i 193 Paesi membri dell’ONU hanno sottoscritto l’Agenda 2030, definendo un programma di azione comune per realizzare 17 macro obiettivi di sostenibilità.

Goals 1-6

La prima sfida dell’ONU è quella di sconfiggere la povertà, ponendo fine alle condizioni di miseria in cui vertono ancora 836 milioni di persone attraverso l’implementazione delle politiche di protezione sociale.

Secondo target è la lotta alla fame nel mondo mediante la diffusione dell’educazione alimentare e l’utilizzo di tecniche rigenerative nell’agricoltura. Di pari rilievo è la promozione di una vita sana e del benessere.

La cultura è fondamento alla base del cambiamento, pertanto l’accesso all’istruzione è un altro punto cardine dei Development Sustainable Goals.

La discriminazione in qualunque forma è un freno alla crescita e alla pace: i diritti della donna e le pari opportunità senza differenza di genere sono quindi un elemento chiave per pensare al nostro futuro. 

Sembra quasi impossibile ma i dati ONU rilevano che ancora oggi oltre 660 milioni di persone non hanno acqua potabile e 2,4 miliardi non hanno accesso ai servizi igienico – sanitari.

Goals 7-12

Una persona su cinque non dispone poi di moderni mezzi elettrici: diventa quindi improrogabile l’uso di un’energia pulita e accessibile attraverso investimenti nelle infrastrutture, ricorso a fonti green per i processi produttivi e miglioramento della tecnologia.

Altra scommessa per l’ONU riguarda la garanzia di un lavoro dignitoso che possa garantire una crescita pro-capite della ricchezza: oltre due miliardi di persone vivono ancora con due dollari al giorno.

Imprese, innovazione e infrastrutture sono elementi chiave per lo sviluppo sostenibile e proprio da questa sfida nasce l’esigenza della misurazione della performance ambientale, sociale e organizzativa di imprese e istituzioni tramite gli indicatori di ESG. Il futuro richiede investimenti di qualità, infrastrutture sostenibili, accessibili ed inclusive.

Ruolo di player in questo ambito sarà giocato dagli istituti finanziari a sostegno di progetti e mercati che possano contribuire a politiche di lungo periodo.

Altra priorità è la riduzione delle diseguaglianze nell’accesso facilitato, anche da un punto di vista economico, ai servizi green.

Spazio indiscusso del cambiamento è quello urbano da cui deriva la necessità di pensare a  città e comunità sostenibili.

Un nuovo modello di consumo e produzione responsabili sono il motore delle scelte quotidiane di ciascuno di noi. Meno sprechi, più riuso e riciclo sono must a cui nessuno può tirarsi indietro.

Goals 13-17

Caposaldo per il futuro del Pianeta è la lotta contro il cambiamento climatico che sta modificando stagioni, ambienti e temperature a causa dello sfruttamento bieco e poco lungimirante di spazi e risorse, perpetrato da troppo tempo.

L’Agenda 2030 non può poi trascurare l’elemento primario dell’acqua: la cura delle riserve idriche, degli oceani e di tutte le fonti naturali sono sotto la tutela dei Paesi Onu.

Va poi fermata ogni azione di sfruttamento violento del territorio con agricolture intensive e disboscamenti.

Sempre secondo l’ONU, fratellanza e amicizia tra i popoli sono la guida per un mondo in pace, più giusto e guidato da istituzioni solide.

Tutti questi traguardi possono essere raggiunti solo attraverso lo sforzo sinergico e coordinato di tutti: ecco perché le Nazioni Unite elencano la partnership per gli obiettivi come elemento fondante dell’Agenda 2030.

Roberta Mordini