World Economic Forum: i dati sono la chiave per le smart cities

World Economic Forum: i dati sono la chiave per le smart cities

Solo attraverso i dati è possibile costruire smart cities. Sostenibilità, efficienza, sviluppo tecnologico passano per i numeri: è quanto sostenuto nel Report “Data for the City of Tomorrow: Developing the Capabilities and Capacity to Guide Better Urban Futures, redatto dal World Economic Forum.

Lo studio analizza i problemi degli attuali agglomerati urbani e delinea possibili soluzioni per pianificare il futuro attraverso “must” per le amministrazioni cittadine e per operatori privati lungimiranti che abbiano a cuore un futuro smart.

Dati per smart cities: la governance urbana

La governance metropolitana coinvolge un elevato numero di attori, dai policy maker fino ai cittadini e alle associazioni di categoria. Questa molteplicità di interessi richiede un’analisi approfondita dello scenario, sulla quale possano prosperare decisioni di sviluppo che tengano conto della complessità dei bisogni e delle interrelazioni esistenti nei diversi ambiti. Le scelte strategiche sono multisettoriali e abbracciano aree che vanno dalla mobilità alla crescita produttiva, dalla disoccupazione alla sostenibilità: ogni voce è correlata alle altre e una pianificazione credibile deve partire dal monitoraggio dello stato attuale. Partiamo dalla consapevolezza di cosa siamo: solo dalla foto delle performance e dei bisogni reali può partire la sfida di crescita. La smart cities ha fame di dati.

I dati nel  Report del World Economic Forum 

Il Rapporto offre un quadro di supporto alle politiche di sviluppo basato sulla capacità di reperire, gestire e trattare i dati, per poi definire obiettivi, programmare relativi investimenti utili a realizzarli, concretizzando le azioni operative per creare spazi urbani intelligenti, sostenibili, vivibili ed accessibili.

Innanzitutto l’approccio deve essere di tipo sistemico. Servono piani capaci di inglobare le variabili interdipendenti delle città e che abbracciano il suolo, il cambiamento climatico, il sistema di mobilità, gli approvvigionamenti energetici, la salute, la digitalizzazione e le disuguaglianze culturali ed economiche.

I sistemi sono connessi ed ognuno di essi è parte di un processo di reazione a catena che richiede consapevolezza da parte dei decisori e dei cittadini. La base empirica, e quindi i dati, è il cardine di qualunque scelta.

Secondo il rapporto del World Economic Forum, il 56% della superficie terrestre è urbanizzata e il 65% delle persone usa internet. Inevitabile quindi la connessione tra città, dati e digitalizzazione. Alcune città come Bogotà, Helsinki e Singapore stanno gestendo in modo efficiente il materiale informativo per migliorare i servizi.

Analizzando queste best practice, è possibile tracciare i punti chiave da seguire nello sviluppo urbano.

Citta smart: i must

Must per amministrazioni

Capofila è la gestione dei dati per raggiungere obiettivi multipli. Le informazioni empiriche sono infatti necessarie a stabilire priorità nella scelta degli obiettivi e nelle correlate  azioni di investimento.

E’ fondamentale capire quali dati siano disponibili e i gap informativi da colmare, individuando così i dati mancanti per avere una panoramica completa e poter decidere al meglio.

Vanno poi gestiti al meglio l’informazione e tutti gli aspetti connessi a privacy e sicurezza. Sebbene l’integrità e la riservatezza siano valori da tutelare, è compito delle amministrazioni conquistare la fiducia dei cittadini, chiarendo i potenziali vantaggi che il cittadino può conseguire concedendo un certo dato e la relativa possibilità di trattamento. 

Must per operatori privati

I fornitori, le aziende e gli utenti finali dovrebbero garantire professionalità e trasparenza tali da evitare strozzature nel mercato e posizionanti dominanti a scapito addiritture delle pubbliche amministrazioni, fornendo informazioni e strumenti utili alle istituzioni per la creazione e lo sviluppo di competenze autonome ed efficienti nel tempo .

Le imprese potrebbero utilizzare un modello di cooperazione con grandi finanziatori istituzionali, aziende lungimiranti e reti cittadine per condividere know-how e pensare a lungo termine.

I cittadini e i privati in generale necessitano di una coscienza sociale sulla sostenibilità delle proprie scelte ed azioni, ponendo le basi strutturali per una vera smart city accessibile ed intelligente.

Roberta Mordini