Generazioni urbane

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Scenari transgenerazionali

Boomer Vs millennial tra app e tecnologia digitale nelle smart city

Le città del futuro hanno l’obiettivo di mettere il cittadino al centro di una serie di servizi sempre più smart, intelligenti, predittivi e mirati a semplificarne la vita, ma con una popolazione a cavallo di due secoli non è scontato che tutti ne apprezzino appieno le potenzialità. Come si rapportano le diverse generazioni in questo nuovo scenario? E quali sono le differenze tra i boomer, nati tra il 1946 e il 1964 e i millennial, nati tra il 1977 e il 1995?

I boomer

Prendono il nome dal boom economico di cui sono stati testimoni, hanno attraversato le rivoluzioni culturali del dopoguerra, subito le tensioni della guerra fredda e di quella controversa del Vietnam. Per buona parte della loro vita i boomer hanno vissuto senza pc e cellulare, ma hanno visto nascere internet e i social network. Sono abituati ad avere stabilità lavorativa oltre che sociale e in genere mostrano una certa resistenza al cambiamento.

Scelte da boomer

  • Essere social attraverso Facebook
  • Giocare sul cellulare per ingannare le attese
  • Usare Audible, l’app di audiolibri
  • Fare acquisti su Amazon
  • Guardare il calcio su Dazn

I millennial

Rappresentano una fascia di età piuttosto eterogenea: i nati negli anni ’80 hanno vissuto la transizione dall’analogico al ditale, mentre i nati nel quinquennio 1990/95 sono cresciuti in un’era già digitale e utilizzano con facilità cellulare e computer. I primi, storicamente, hanno fatto i conti con la crisi economica e il terrorismo, i secondi sono stati la generazione che ha visto nascere la globalizzazione e la multiculturalità. In generale, i millennial sono abituati a una certa flessibilità e creatività, che però si accompagna ad un senso di precarietà e insicurezza.

Scelte da millennial

  • Preferire Instagram a FB
  • Guardare video su Youtube
  • Scaricare musica da Spotify
  • Preferire il ride-sharing all’automobile
  • Ordinare cibo con Deliveroo

Opportunità e sfide

Le smart city in Italia non sono ancora una realtà diffusa: ad eccezione di città come Milano, Trento, Torino, Parma, Bologna e Firenze, nel resto della Nazione si è ancora in fase progettuale, quindi è difficile fare una disamina realistica dell’atteggiamento dei cittadini nei confronti delle opportunità di una città guidata dall’intelligenza artificiale. Tuttavia, volendo fare una differenziazione generazionale è naturale che i boomer siano meno pronti ad abbracciare l’uso delle nuove tecnologie rispetto a quella fascia di millennial che si sono approcciati all’era digitale fin da giovani e che considerano le smart city un’opportunità per migliorare la qualità della vita, sia nell’ambito pubblico, sia in quello privato.

Sovrapposizioni culturali

Generalizzare troppo è sempre un errore perché ci sono differenze importanti in entrambe le categorie: boomer che per esigenze lavorative o formazione universitaria hanno sviluppato una buona familiarità con la tecnologia, e viceversa, millennial che si limitano ad utilizzare i social e l’e-commerce. Inoltre, ci sono altre generazioni che entrano in gioco nella società, come la generazione X (nata tra il 1965 e il 1976) e la generazione Z (nata tra il 1996 e il 2010), ognuna con proprie caratteristiche e aspettative.

L’obiettivo comune

L’importante è che le città del futuro siano pensate e realizzate in modo inclusivo e partecipativo, tenendo conto delle esigenze e dei desideri di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro età o dal loro background. Solo con tali premesse le smart city potranno essere davvero intelligenti e sostenibili.

Evelina Mastrolorenzi