Mediterraneo, la priorità di uno sviluppo sostenibile

Mediterraneo, la priorità di uno sviluppo sostenibile

“Serve un forte impegno in Ue per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile, resiliente, sicuro e integrato, dando importanza alla regione del Mediterraneo e al suo impegno per raggiungere degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. La regione mediterranea si sta riscaldando il 20% più velocemente della media globale ed è quindi particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici”. Lo hanno dichiarato i ministri competenti dell’Unione per il Mediterraneo durante le conclusioni finali del summit di Zagabria, tenutosi a maggio.

Il piano d’azione dell’Upm

L’Unione per il Mediterraneo ha aggiunto di volersi concentrare, nei prossimi anni, sull’attuazione e il monitoraggio dell’agenda urbana, attraverso i piani d’azione per lo sviluppo urbano e l’edilizia abitativa.

“L’Unione europea è pienamente impegnata a sostenere i membri dell’UpM per realizzare il Piano d’azione strategico sullo sviluppo urbano sostenibile 2040, che definisce la nostra visione comune per città più resilienti e inclusive”, ha affermato in proposito Elisa Ferreira, commissaria europea per la Coesione e le Riforme, durante la conferenza ministeriale sullo sviluppo urbano sostenibile dell’Unione per il Mediterraneo.

“Stiamo definendo un percorso chiaro per un’ulteriore cooperazione in partenariato per realizzare con successo la trasformazione verde e digitale delle nostre città e fornire qualità della vita, posti di lavoro dignitosi, un ambiente sano e alloggi a prezzi accessibili nei prossimi anni, garantendo al contempo la titolarità sul campo e la mobilitazione di tutti i partner locali, compresi la società civile e i cittadini”, ha concluso la commissaria.

Per saperne di più

Qual è la situazione in cui versa attualmente la nostra area geografica? Il report SDSN realizzato dal team di ricercatori del Santa Chiara Lab (Università di Siena), identifica il Mediterraneo come l’area del pianeta più sensibile agli effetti dei cambiamenti climatici, seconda solo all’Artico.

L’analisi individua un innalzamento delle temperature di circa +1.5°C , oltre a onde di calore, siccità e fenomeni climatici estremi che andrebbero a complicare la già complessa situazione ambientale del mediterraneo, che, con i suoi oltre 500 milioni di abitanti, è ancora molto distante dal raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile.

Disuguaglianze sociali

Dal report sono emerse diverse criticità: circa 50 milioni di persone sarebbero a rischio di povertà, inclusi 27 milioni di Europei. Il livello di disoccupazione si attesterebbe intorno all’11% (circa 39 milioni di persone). Si possono inoltre osservare disparità sociali in aumento; anche la disuguaglianza di genere in termini di diritti e opportunità richiede un intervento strutturale.

Acqua, aria, tecnologia

I cambiamenti climatici rischiano di compromettere ulteriormente la disponibilità di acqua, specialmente nei paesi dell’area MENA (Medio Oriente e Nord Africa) già in condizioni di scarsità di risorse idriche, oltre a limitare l’accesso a servizi sanitari e acqua potabile, e condizionare le pratiche agricole.

Gli impianti per il trattamento delle acque reflue, in molti paesi sono ancora insufficienti, questo comporta conseguenze sulla qualità delle acque interne e marittime: meno della metà dell’acqua utilizzata riceverebbe un trattamento adeguato.

Anche la qualità dell’aria nelle aree urbane richiede un attento monitoraggio soprattutto se consideriamo che oltre il 70% della popolazione vive in città ed è esposta alle polveri sottili PM2.5. L’accessibilità al trasporto pubblico e lo smaltimento dei rifiuti, richiedono miglioramenti consistenti. Anche le infrastrutture digitali dovrebbero garantire una migliore accessibilità a internet.

La proposta di SDSN

L’approccio dello studio SDSN individua una roadmap che include 150 possibili soluzioni per affrontare 48 sfide specifiche da affrontare. Per ognuna delle sfide evidenziate, il report indica una serie di azioni e interventi che potranno essere attuati da governi e amministrazioni pubbliche e realtà imprenditoriali.

Normative, politiche e attività di controllo dovranno essere attuate da governi e dalle pubbliche amministrazioni, includendo programmi operativi e di incentivi relativi a urbanistica, energia, risorse e servizi. Lo sviluppo del digitale sarà uno strumento essenziale per il trasferimento tecnologico e l’innovazione, e sembra che l’Europa si stia muovendo in questa direzione.

Linda Capecci