Esg Fiorello Primi (Borghi più belli d’Italia): “accessibilità, lavoro e sostegno della politica per rendere smart anche i piccoli centri” Roberta Mordini 09 July 2023 Accessibilità Progetti e smart borgo: smart cities non sono solo i centri di grandi dimensioni e risorse come Roma, Milano, Torino e Napoli. Anzi, spesso sono i piccoli agglomerati urbani che progettano e sperimentano soluzioni e servizi intelligenti. Anche i borghi che impreziosiscono il sistema economico e turistico nazionale possono e devono essere smart. Ma come? Lo chiediamo al presidente dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia”, Fiorello Primi. Quali sono gli elementi essenziali per la vivibilità del territorio? “Per essere smart un borgo deve poter fruire di tutti i servizi fondamentali necessari ad una vita normale”, risponde Primi, sottolineando come “una delle questioni fondamentali del Paese sia quella di rendere vivibili i piccoli centri, soprattutto quelli delle aree interne”. Smart borgo: accessibilità e lavoro “Sotto questo profilo – chiarisce il presidente – sono importanti due elementi: l’accessibilità, sia fisica che digitale, e il lavoro. Le due variabili sono fortemente interconnesse: un incremento dell’occupazione è possibile solo in presenza di un tessuto territoriale che garantisca la fruibilità dei servizi primari, come un efficiente sistema viario locale, i collegamenti con le città, l’accesso a strutture sanitarie e alle scuole”. A riguardo, Primi sottolinea come “i borghi che aderiscono all’Associazione rappresentano un’eccellenza rispetto al modello generale, in termini di capacità di accoglienza, ospitalità e servizi ma, nonostante questo, hanno bisogno di sostegno”. Il Turismo da solo non basta Ci sono progetti che possano sostenere l’economia dei borghi e rafforzarne il tessuto economico? “Attraverso i consumi, i turisti diventano azionisti della bellezza del borgo – rilancia il presidente – contribuendo a mantenere la comunità locale. Per agevolare i flussi turistici abbiamo siglato un accordo con Trenitalia per i borghi dotati di una stazione ferroviaria. L’intesa risponde ad esigenze promozionali dei borghi coinvolti e a migliorare l’efficienza della mobilità interna, favorendo l’uso delle linee su ferro. I centri urbani interessati finora all’iniziativa sono 40 e corrispondono al 10% dei borghi. E’ un piccolo passo ma coglie il senso della direzione in cui ci muoviamo. Ma se il turismo è un’attività cardine dell’economia dei borghi, da solo non è sufficiente a tessere un terreno produttivo stabile che accolga i giovani, basti pensare all’altro grado di aleatorietà che lo contraddistingue”. Progetto Mercato italiano Borghi “Per consolidare le attività produttive e lo sviluppo locale – continua Primi – i borghi hanno puntato sulla vendita online dei prodotti enogastronomici locali con la piattaforma Mercato italiano Borghi, frutto di un progetto del valore di 2 milioni di euro, finanziato dalla Borsa merci telematica italiana e Unioncamere. La sperimentazione partirà quest’anno con l’immissione sul mercato di oltre 1000 pacchi enogastronomici pensati per il periodo natalizio”. Progetti Pnrr: serve uno sforzo politico Guardando al Pnrr, il presidente dei Borghi più belli d’Italia presenta i numeri che misurano l’impegno profuso sul territorio. “Sono 269 i progetti approvati e finanziati con risorse europee – annuncia Primi – ma ce ne sono altri 300 avallati dalla Commissione di valutazione e rimasti senza fondi. Per salvare le comunità che vivono nei piccoli borghi c’è bisogno di un maggiore aiuto da parte del governo e delle amministrazioni regionali e locali. Un passo concreto potrebbe essere quello di dare una chance a questi 300 progetti già validati e finalizzati alla rigenerazione urbana”. “Mi auguro che il governo, le regioni e le province autonome – auspica il presidente – riescano a trovare 500 milioni di euro necessari a finanziarli: la spesa sarebbe importante in termini di occupazione a livello locale”. Nel lungo periodo che tipo di strategie dovranno attuare i borghi per avere successo? “E’ fondamentale – risponde Primi – rendere la fruizione dei servizi omogenea a livello nazionale, in qualunque punto dello Stivale: serve ricucire il Paese. Per soluzioni valide in un orizzonte temporale di lungo periodo, è necessario un approccio sistemico ai problemi per realizzare progetti organici che rispondano alle esigenze dei diversi ambiti funzionali alla vita quotidiana. Lo studio e la pianificazione di interventi sarebbe auspicabile a livello di zone territoriali e considerando un panel di variabili più ampio possibile: accessibilità e trasporti, questioni idrogeologiche e antisismiche, sistema produttivo, digitalizzazione, sostenibilità, etc”. “Un’ipotesi – conclude il presidente dell’associazione – riguarda la creazione di un tavolo di lavoro allargato con l’ausilio delle Università e delle amministrazioni regionali, che possa portare all’ideazione e alla realizzazione di progetti sostenibili per vivere al meglio il nostro territorio”. Roberta Mordini