La tutela degli animali: salute e benessere

La tutela degli animali: salute e benessere

Ogni persona che tenga un animale da compagnia è responsabile della sua salute e del suo benessere.

 

La legge

Responsabilità innanzi tutto fa rima con età, e infatti è stato previsto dalla l. n. 201 del 2010 il divieto di vendita di animali da compagnia ai minori di 16 anni senza il consenso espresso dai genitori. La stessa legge detta ulteriori regole per la tutela della natura dell’animale e del corretto rapporto con l’uomo.

Etologia

L’animale da compagnia vive nelle nostre case e chi lo tiene deve fornirgli cure e attenzione con riguardo ai suoi bisogni etologici secondo specie e razza. Se ad esempio si tratta di un cane jack russel terrier, di un border collie o di un levriero, il proprietario dovrà assicurargli adeguate possibilità di esercizio fisico. Se invece si ha a che fare con un gatto in una casa con terrazzo, si dovranno adottare le cautele necessarie ad impedirne la fuga.

Uso dell’animale

Sono sempre necessarie cura e attenzione anche se l’animale viene utilizzato per spettacoli, esposizioni, pubblicità, in modo che salute e benessere non siano messi a repentaglio. Da qui anche il divieto di somministrazione all’animale di sostanze per aumentarne o diminuirne il livello delle prestazioni nelle competizioni.

Rispetto dell’animale anche per la riproduzione e addestramento: si deve infatti tener conto delle caratteristiche anatomiche, fisiologiche e comportamentali per evitare di mettere in pericolo la salute e il benessere della femmina e dei cuccioli. Devono essere esclusi nell’addestramento tutti i metodi che costringano l’animale a oltrepassare le sue capacità e la sua forza naturale, oltre che tutti i mezzi artificiali che possano causargli ferite, dolori o sofferenze.

Chi alleva animali da compagnia o li tiene in custodia (pensione o pet-sitter) facendone attività commerciale a scopo di lucro, è tenuto a darne comunicazione al Comune competente per territorio. Il Comune, attraverso la ASL, verificherà poi i requisiti dell’attività con riferimento all’idoneità di locali e attrezzature utilizzati e alla preparazione professionale di chi ne fa parte, in base alle nozioni possedute riguardo alla specie di animale da compagnia allevato o custodito.

Trattamenti sanitari

Cura e attenzione sono le parole d’ordine anche per i trattamenti sanitari. Sono vietati tutti gli interventi chirurgici che modificano l’aspetto dell’animale a scopo estetico e non curativo (chi non ricorda il taglio della coda o delle orecchie in alcune specie di cani). Inoltre, vi è l’obbligo per il veterinario di anestesia in tutti gli interventi che provocano dolore all’animale.

Vi sono regole di salvaguardia anche per l’uccisione dell’animale, cui può procedere solo un veterinario e riducendo al minimo le sofferenze. Per farlo, si porta prima l’animale alla perdita di coscienza immediata attraverso la somministrazione di un’anestesia generale profonda, e successivamente alla morte in modo rapido e indolore.

Tutte regole che certificano l’indubbia importanza degli animali nelle nostre case, ma resesi necessarie anche perché, spesso, essi non sono custoditi dai proprietari in condizioni adeguate per mantenere il loro benessere.

Unione uomo-animale

La l. 201 del 2010 afferma il principio: “l’uomo ha l’obbligo morale di rispettare tutte le creature viventi”  e riconosce “i particolari vincoli esistenti tra l’uomo e gli animali da compagnia”. C’è dunque un legame speciale tra i due mondi, umano e animale, ed è evidente il contributo dei nostri pets alla qualità della vita. L’animale è un valore capace di migliorare noi stessi e la nostra società. Cosa invece possiamo noi offrire all’animale da compagnia? Un’esistenza sana rispetto alla sua etologia e un ambiente consono ai suoi bisogni: su questo la l. 201 del 2010 è chiara.

Possiamo però fare anche di più, poiché spesso l’uomo manca di nozioni e di consapevolezza rispetto alla natura dell’animale: è necessario informarsi e istruirsi. La l. n. 201 del 2010 promuove così la formazione di competenze specifiche nell’addestramento degli animali da compagnia o competizione, mentre ne scoraggia la procreazione non pianificata (promuovendo quindi adeguate campagne di sterilizzazione) e l’inserimento di animali selvatici come animali da compagnia. Favorisce inoltre l’acquisto consapevole di animali da compagnia per limitare il fenomeno dell’abbandono e ne scoraggia l’impiego come premio, ricompensa o omaggio, per far sì che non vengano poi trattati come oggetti non voluti. C’è ancora molto da fare ma la strada imboccata è quella giusta.

Marta Serpolla