Legal Smart Road Enforcement Esg Smart city index 2022: il trend di Roma, tra alti e bassi Silvestro Mar... 24 July 2023 Italia Mobility News&Trend Sharing Sostenibilità Notizie correlate Esg Legal Smart Road Milano smart city: a che punto siamo Smart Road Smart Mobility Report: le sfide che la mobilità elettrica dovrà superare Smart Road Tech Esg Legal Smart city tra Italia ed Europa: tutto quello che c’è da sapere Giugno 2023, EY pubblica il report “Human Smart City Index 2022“, accurata disamina sulle città italiane, interessante è il poter intercettare – attraverso la stessa – il trend di Roma quale smart city Analisi del contesto Dall’ipertecnologica smart city alla cittadina a misura di persona, lo Human Smart City Index è composto da un totale di 456 indicatori, che coprono tutti gli aspetti relativi alle Smart &. Human Cities. Ovviamente il contesto delle rilevazioni effettuate è quello di un Italia oramai fuori dalla pandemia. Dove rimangono in essere gli aspetti vantaggiosi del particolare periodo che continuano a persistere, seppur “con velocità differenti”. Il riferimento corre allo smart working, per esempio, termine anglicizzato per il più comune (e probabilmente con meno appeal) “lavoro remoto o agile” oppure, come poi diventato, home working o coworking. Interessante è la prosecuzione di mobilità alternative. Ovviamente va considerato un codice della strada che punta a migliorarne le performance, in funzione di una maggiore sicurezza per l’utenza. Nello stesso report si legge, infatti: “La pandemia ed il climate change hanno messo in discussione il rapporto tra città ed abitanti. Se è vero che la pandemia ha rimesso «al centro» dell’attenzione la casa, in realtà i cambiamenti maggiori hanno riguardato i luoghi di lavoro e per alcune città i luoghi del turismo. Le città stanno uscendo dalla pandemia con una forte spinta alla riprogettazione delle città stesse. La ridefinizione dei tempi e degli spazi urbani è già stato peraltro uno dei filoni di reazione delle città all’emergenza pandemica: gli interventi delle grandi città (in primis Milano) sullo scaglionamento degli orari di apertura di attività educative, commerciali e lavorative, ha significato spingere il cittadino a ripensare i propri movimenti in un’ottica non solo personale e individualistica, ma collettiva.” I 456 indicatori si rifanno sulla capacità degli stessi centri di intercettare i trend del momento. Spaziando dalla transizione ecologica a quella digitale, quindi all’inclusione sociale. Punti che sembrano rifarsi direttamente ai progetti di missione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’uomo è quindi protagonista con le sue varie sfaccettature: cittadino, lavoratore, turista, pendolare, studente, paziente, imprenditore etc. Roma e la sua posizione nel ranking Il ranking nazionale vede la capitale al 12esimo posto, sui 109 capoluoghi di provincia. La “città eterna” è preceduta da Milano, Bologna, Torino, Parma, Bergamo, Padova, Brescia, Venezia, Firenze e Modena, in funzione del rapporto tra readiness e comportamenti. Breve inciso. Tutti gli indicatori utilizzati sono stati suddivisi in due macro-categorie. Si legge dal report: “Readiness (le iniziative e gli investimenti pubblici e privati degli stakeholder, al fine di rendere disponibili infrastrutture e servizi) e Comportamenti dei cittadini, pesando i Comportamenti rispetto alla Readiness.” Ovviamente la dimensione degli investimenti riflette inevitabilmente la dimensione della città analizzata, questo sarà, però, a scapito di quella componente human sempre più ricercata, di conseguenza il rapporto è tra le iniziative che saranno assunte e la risposta dei cittadini a queste. Interessante rilevare come la posizione di Roma, nell’universo nazionale delle smart city, rispetto al 2020, sia passata dal 7° posto al 12esimo. Invariato, invece il predominio della città meneghina. Milano, insieme a Bologna e Torino, sono città che, dal 2014, sono spesso sul podio seppur a posizioni invertite. La distribuzione geografica, secondo il ranking, permette d’individuare un smart human divide, tra nord, centro e sud della penisola. Ben 29 città del nord Italia sono presenti nei primi 37 posti del ranking stilato. Lazio, Piemonte, Campania, sono delle regioni dove vi è un forte sbilanciamento verso i comportamenti. Questo significa una scarsa predisposizione agli investimenti smart e quindi al relativo engagement del cittadino. Di contro, Roma è tra quelle smart city sedi delle principali filiere produttive. Si potrebbe qui affermare, che questo è anche correlato al suo particolare status di capitale. A questo si potrebbe aggiungere la particolare posizione geografica, centrale e ben collegata all’intera penisola. Infatti Roma viene inserita tra quei centri che sono riusciti, tra i territori più industrializzati, a offrire ai lavoratori contesti urbani e di vita a misura di persona. Quest’ultima asserzione porta a una nuova considerazione, circa la classica dicotomia tra servizi oggettivamente erogati e quelli che risentono dalla soggettività dell’utenza. Ovviamente i servizi offerti e la qualità degli stessi sono soggetti a differenti letture. Fin qui si è fatto riferimento a una visione obiettiva, frutto di parametri e confronti con altri contesti. D’altro canto bisogna anche considerare l’impatto sull’utenza, in taluni casi poco soddisfatta da quella mancanza di investimenti e di progettualità già richiamata. Le note dolenti della capitale, almeno più evidenti, sono i trasporti e lo smaltimento dei rifiuti, e qui viene per un momento abbandonata la lettura del report di EY. Per quanto concerne il primo punto è inevitabile che il pensiero corra alle frequenti chiusure anticipate della metropolitana, della linea “A” in particolare, per favorire lavori manutentivi ovvero straordinari. Interessante considerare come gli impatti maggiori sull’utenza avvengano nel mese di Agosto, e non è solo il caso di questo 2023. Probabilmente ciò è figlia di una visione oramai superata che vedrebbe la “città eterna svuotarsi” proprio in estate ma che non coinciderebbe – nemmeno – con il perdurante flusso turistico (dati 2022). Circa la progettualità. Questa è in alcuni casi mancante o scarsamente attenta ai bisogni dell’utenza. Assolutamente plastico, appare, come l’intervenire, nel corso dei decenni, riducendo le linee tramviarie abbia comportato un aumento dei passeggeri sui mezzi non in superficie. Laddove quest’ultimi subiscano dei cambiamenti (come nel caso di chiusure anticipate o sospensioni servizio) non deve meravigliare l’aumento del traffico su strada. Ancora, la navetta, intesa come sostitutiva del servizio metro, ha anche il suo impatto sul traffico. Ovvie, anche, le ricadute sull’utenza, considerando l’aumento dei tempi di percorrenza e il particolare periodo caldo. Altro tema sono i rifiuti, dove si è assistito, per i disservizi occorsi nella loro raccolta, al messaggio di scuse del primo cittadino della capitale, Roberto Gualtieri. Significando come l’aspirato cambio di passo, rispetto alla precedente amministrazione, non vi è stato, almeno fin qui, in attesa dell’operatività di un nuovo piano rifiuti (e alla sentenza del TAR Lazio circa il termavalorizzatore). Di contro, concludendo e ritornando al rapporto EY e ai parametri che sono stati lì osservati, con sguardo attraverso le due macro-aree, ossia investimenti e comportamento dei cittadini, quest’ultimo, circa la differenziata romana, appare piuttosto virtuoso. Silvestro Marascio