Guida videosorveglianza Anci-Anie: “Beyond Privacy”

Guida videosorveglianza Anci-Anie: “Beyond Privacy”

In esito alla sottoscrizione di uno specifico protocollo di intesa, ANCI E ANIE hanno predisposto e diffuso una guida intitolata “Videosorveglianza del territorio e degli ambienti pubblici” composta di 7 capitoli. Manca però l’ottavo capitolo: quello dedicato alla privacy!

Il protocollo di intesa ANCI-ANIE

C’era grande curiosità attorno al protocollo di intesa per lo sviluppo sostenibile dei comuni siglato nell’ottobre del 2022 tra ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e ANIE (Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche).

Un vincolo triennale sottoscritto al fine di dare impulso concreto, attraverso le sinergie messe in campo dall’expertise dei due importanti attori, alla rigenerazione urbana, alla transizione energetica, alla sicurezza e alla qualità della vita dei cittadini nei territori.

La guida sulla videosorveglianza

Non è passato, quindi, inosservato lo scorso 13 luglio il primo importante output di questo sodalizio.

Nel corso del webinar dal titolo “Nuovi paradigmi, fra integrazione tecnologica e convergenza con il fattore umano”, infatti, è stato presentato (e reso disponibile per la consultazione sul sito https://anie-guidatvcc.it/) un documento intitolato “la videosorveglianza del territorio e degli ambienti pubblici”.

Una vera e propria guida, articolata in un percorso interattivo suddiviso in sette capitoli, che ambisce ad essere uno strumento fondamentale di aiuto per gli attori pubblici impegnati nell’implementazione corretta di un sistema di videosorveglianza urbana.

Un viaggio che parte dall’imprescindibile valutazione dei rischi e arriva a raccontare gli innovativi sistemi di intelligenza artificiale e video analytics senza tralasciare né le questioni tecniche legate alla scelta delle telecamere e alla configurazione delle reti né gli aspetti collaborativi con gli istituti di vigilanza privata.

L’attenzione (scarsa) alla privacy

Un progetto ambizioso che, come dichiarato in fase di presentazione, mira a “mettere a sistema la potenzialità delle tecnologie con regole precise, in particolare per quanto riguarda cybersecurity e privacy, così da offrire un riferimento per strutturare e pianificare capitolati uniformi ai processi”.

Peccato però che di protezione dei dati, all’interno della Guida, vi sia solo un generico e residuale accenno.

Pur non mettendo in dubbio che le tematiche legate alla privacy e alla sicurezza informatica rivestano un ruolo fondamentale (almeno nelle intenzioni) per ANCI e ANIE, dobbiamo constatare che alla prova dei fatti questa guida risulta carente negli aspetti legati alla protezione dei dati personali.

Fin dalla fase della progettazione…

Prendendo ad esempio come riferimento il Capitolo 1 della guida, dal titolo “La videosorveglianza urbana: come definire obiettivi e ambiti di applicazione” e il seguente Capitolo 2 “La progettazione di un sistema di videosorveglianza”.

Lascia abbastanza interdetti che all’interno dei capitoli dedicati alle attività preliminari e alla realizzazione dei sistemi nessun riferimento sia dedicato al rispetto dei principi di protezione dei dati by design e by default espressi dall’art. 25 del Regolamento (UE) 679/2016.

Nessuna parte della guida, inoltre, sembra toccare le tematiche dei diritti e delle libertà degli interessati così come nessun accenno riguarda l’obbligo per i titolari del trattamento di condurre una valutazione d’impatto (DPIA) preventiva.

Videosorveglianza “beyond privacy”

Queste mancanze stridono ancor più quando il percorso giunge all’ultimo capitolo “l’evoluzione della videosorveglianza urbana con applicazioni “beyond security” all’interno del quale viene lasciato spazio alla descrizione delle tecnologie emergenti legate alle intelligenze artificiali e Video Analytics.

Così, ad esempio, quando si parla di “gestione della folla in tempo reale” alludendo alla possibilità di poter utilizzare i sistemi tecnologici per monitorare le folle durante grandi eventi pubblici o manifestazioni e intervenire rapidamente per evitare che situazioni pericolose si aggravino, oltre a non considerare l’elevato impatto per i diritti e le libertà degli interessati (e ancora una volta senza menzionare la DPIA), nessun cenno viene fatto alle questioni relative al riconoscimento facciale e al conseguente divieto di installazione di tali sistemi recentemente prorogato al 31 dicembre 2025:

l’installazione e l’utilizzazione di impianti di videosorveglianza con sistemi di riconoscimento facciale operanti attraverso l’uso dei dati biometrici di cui all’articolo 4, numero 14, del citato regolamento (UE) 2016/679 in luoghi pubblici o aperti al pubblico, da parte delle autorità pubbliche o di soggetti privati, sono sospese fino all’entrata in vigore di una disciplina legislativa della materia e comunque non oltre il 31 dicembre 2025.”

Il generico riferimento alla privacy

Eppure è questo il capitolo in cui gli autori dedicano i maggiori sforzi alle questioni legate alla privacy.

Si parla, infatti, genericamente delle minacce che intelligenze artificiali e automazioni possono recare alla riservatezza nonché alle preoccupazioni in materia di discriminazione ma in modo blando, senza approfondire, fornendo soltanto un generico richiamo che qui si riporta integralmente:

“è importante notare che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nella sorveglianza solleva anche preoccupazioni riguardo alla privacy e alla potenziale discriminazione.

È importante che i sistemi di sorveglianza siano progettati e implementati in modo responsabile, rispettando la privacy dei cittadini e garantendo l’equità nella sorveglianza.”

Conclusioni

La guida presentata il 13 luglio 2023 seppur acerba deve essere giudicata comunque con favore.

In una dialettica dominante che vede l’installazione del più alto numero possibile di telecamere come unica estrinsecazione delle esigenze di sicurezza dei cittadini, è merito degli autori aver provato a inquadrare sotto un profilo sistematico le numerose e complesse questioni sottese all’implementazione di un sistema di videosorveglianza urbana.

Allo stato dei fatti, però, pur parlando di un lavoro pregevole, risulta incompleto nelle questioni legate al trattamento dei dati personali nonché discordante con le stesse dichiarazioni rilasciate da Ciro Buonajuto, (vice presidente di ANCI con delega a Sicurezza e legalità) in occasione della presentazione:

La videosorveglianza rappresenta uno degli strumenti più utili per salvaguardare il patrimonio, creare un deterrente alla criminalità, monitorare flussi e viaggiatori anche a scopo statistico.

La presenza di così tanti occhi elettronici impone, però, una serie di interrogativi rispetto a temi in ordine alle cybersecurity e alla privacy.

Questa guida frutto della collaborazione tra Anci e Anie va nella giusta direzione e riunisce in un solo testo i tanti aspetti legati alla sicurezza urbana ma anche alla protezione dei dati personali per sfruttare al meglio le potenzialità della tecnologia”.

L’auspicio è che tale gap possa essere colmato dalla successiva e necessaria pubblicazione di un capitolo 8 interamente dedicato alla privacy.

Nicola Manzi