L'Europa e la società digitale nel report di Eurostat

L’Europa e la società digitale nel report di Eurostat

La digitalizzazione delle attività umane è una tendenza ormai dominante nella nostra società. Il recente report di Eurostat analizza, fra le altre cose, anche la quantità e l’incremento di attività legate a internet tra la popolazione dell’Unione europea negli ultimi anni. I risultati dello studio sembrano confermare questa tendenza, prospettando un futuro dai contorni sempre più digitali.

Lo studio di Eurostat

Key figures on Europe – 2023 edition è l’ultima edizione del report a cadenza annuale con cui Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, divulga diversi dati su vari aspetti sociali ed economici degli Stati membri.

Il resoconto, pubblicato il 17 luglio, tocca diverse aree: dai trasporti ai dati demografici, dall’economia all’ambiente. Approfondendo anche il tema, ormai centrale, della società digitale. Riguardo a quest’ultimo aspetto, Eurostat mette a disposizione i frutti di rilevamenti statistici effettuati sulla popolazione europea tra il 2017 e il 2022.

La crescita della digitalizzazione

La prima informazione che si trae dal report è forse anche la più scontata: internet è diventato parte integrante della vita di chiunque. Nel 2022, infatti, il 90% del campione analizzato (cittadini europei dai 16 ai 74 anni) ha dichiarato di aver usato internet almeno una volta nei tre mesi precedenti alla domanda, soprattutto per mandare mail e messaggi (più del 70%).

Lo studio ha inoltre registrato un generale trend crescente riguardo all’uso di internet negli ultimi cinque anni, anche se ciò potrebbe essere dovuto anche alla pandemia di Covid-19. Questo è soprattutto evidente nel dato sulle videocall, il cui uso si è decisamente intensificato con le restrizioni imposte dalla crisi epidemica e che sono infatti aumentate del 28,5% tra il 2017 e il 2022: la più alta crescita fra le attività legate a internet analizzate dallo studio. Tali attività comprendono anche l’internet banking e l’uso di materiali online nel campo dell’insegnamento scolastico (anche se i dati riguardano solo gli studenti con più di 16 anni), per le quali si è rilevato un incremento rispettivamente del 10,8% e del 7,3% nello stesso periodo di tempo.

Una crescita, seppur minore, ha del resto interessato tutte le internet activities studiate nel report, tra cui messaggistica, social networks, ricerca in rete di informazioni sanitarie o su servizi, lettura di news e giornali online. Un chiaro segno che, nella nuova società digitale, internet innerva ormai sempre più aspetti della vita quotidiana.

Da segnalare infine la mancanza nello studio di un dato preciso sulla fruizione di servizi pubblici online, ad esempio per quanto riguarda l’identità digitale (in Italia SPID): si può immaginare che anch’essi, con la pandemia di mezzo, abbiano fatto registrare una crescita significativa.

Eugenio Trevissoi