Peachtree Corners: quando la smart city è anche centro di sviluppo

Peachtree Corners: quando la smart city è anche centro di sviluppo

La città di Peachtree Corners è un esempio quasi unico di smart city all’interno degli Stati Uniti. Essa è infatti sede del Curiosity Lab, un hub di ricerca che consente ad aziende e startup di tutto il mondo di testare e sviluppare innovative tecnologie smart, delle quali la città stessa è innervata. Grazie anche a una struttura amministrativa che incoraggia queste fruttuose collaborazioni, Peachtree Corners ha raggiunto importanti risultati nei campi della smart mobility, dell’IoT e della connettività, vantando anche diversi primati.

La città e il Curiosity Lab

Nell’area metropolitana di Atlanta (Georgia, Stati Uniti) si trova Peachtree Corners, città da circa 45 mila abitanti che fa dell’essere una smart city il proprio tratto distintivo. Le sue particolari caratteristiche e infrastrutture, così incentrate sullo sviluppo smart, costituiscono un caso rilevante, che vale la pena approfondire.

Innanzitutto, nella città svolge un ruolo cruciale il Curiosity Lab: un centro di ricerca finanziato da fondi pubblici che studia e testa nuove tecnologie per smart city e mobilità intelligente. L’hub è situato all’interno di un parco tecnologico (il Tech Park) di oltre 200 ettari nel quale vivono più di mille persone, mentre il totale del personale impiegato supera i 7500.

Un ambiente unico

Il Curiosity Lab è il cuore pulsante della città, che si è sviluppata attorno all’area del Tech Park a partire dagli anni 60. I risultati ottenuti dal centro di ricerca sono molteplici e dovuti a una serie di particolari condizioni che rendono Peachtree Corners, a detta di loro stessi, lo scenario perfetto per ideare e sperimentare IoT technologies (legate quindi all’Internet of Things) utili a una smart ciy.

Innanzitutto, le autorità comunali sono l’unico ente con cui chiunque – società, impresa o startup – deve interagire per testare o sviluppare tecnologie smart nell’area, il che è un grande vantaggio dal punto di vista burocratico. Infatti, l’amministrazione locale detiene la proprietà di tutte le strade e le infrastrutture chiave: per procedere, dunque, basta solo il suo permesso, che la città è sempre ben contenta di concedere in caso di idee ad alto potenziale. Inoltre, Peachtree Corners non avanza pretese di alcun tipo sulle nuove tech, i cui diritti di proprietà intellettuale restano interamente a chi le ha inventate, anche se l’ha fatto all’interno del centro di ricerca cittadino.

A fornire ulteriore supporto c’è poi una rete 5G wireless, gratuita per le companies che lavorano ai progetti di innovazione. Anche il sistema che racchiude le tecnologie smart già implementate nella città non ha costi per chi ne usufruisce.

Infine, c’è l’aspetto legato alla sicurezza: il Curiosity Lab garantisce di non divulgare in alcun modo i dati dei test svolti all’interno di esso e possiede una certificazione NIST (il National Institute of Standards and Technology, che si occupa della gestione di tecnologie) al più alto livello di cybersecurity. 

Le tecnologie già sviluppate

Con simili premesse, viene da chiedersi quali risultati abbia prodotto questo sistema così orientato verso lo sviluppo tecnologico smart. Ebbene, le tecnologie ideate e testate fin qui nel Lab sono davvero tante e da molteplici aziende. Addirittura, Peachtree Corners può vantare una serie di primati in diversi ambiti, esposti ovviamente sul proprio sito. In particolare:

  • la prima città negli Stati Uniti ad aver implementato un sistema C-V2X sull’intera infrastruttura pubblica: la tecnologia C-V2X permette la comunicazione costante tra il veicolo e, appunto, l’infrastruttura circostante (inclusi semafori e segnali stradali), oltre che con gli altri veicoli, potenziando la sicurezza;
  • una IoT control room (la prima nel suo genere in America), che gestisce una serie di sistemi smart di controllo del traffico – tra cui videocamere, segnali stradali, sensori, luci – e immagazzina grandi quantità di dati utili (sarebbe peraltro da verificarne la possibile conformità con le normative europee sulla privacy);
  • la prima distribuzione pubblica di e-scooter manovrabili a distanza: monopattini elettrici dotati di rotelline supplementari per mantenerli in equilibrio anche senza guidatore, in grado di raggiungere l’utente “guidati” a distanza da un operatore e, concluso il servizio, di tornare alla base allo stesso modo;
  • la prima solar roadway negli Stati Uniti, cioè una strada in grado di produrre energia tramite speciali pannelli solari, che nel caso di Peachtree Corners alimenta una stazione di ricarica per veicoli elettrici;
  • il primo servizio di autovetture autonome (dunque con guida automatizzata) su strada pubblica connesse tramite 5G, adibito al trasporto di passeggeri.

Tra le altre tecnologie già attive nella città vi sono inoltre un sistema di fibra ottica, dispositivi di videosorveglianza e i già citati strumenti di controllo del traffico gestiti dalla IoT control room. 

Innovazione continua

Peachtree Corners è costantemente alla ricerca di nuove opportunità di sviluppo tecnologico. Non a caso, molte e provenienti da tutto il mondo sono le aziende e le società (senza dimenticare le startup) che si interfacciano con la città, in un processo di ricerca e innovazione continua.

È infatti del 10 agosto l’annuncio della neonata collaborazione con Siemens, colosso tedesco attivo nei settori di mobilità, servizi e tecnologie. La partnership sarà improntata sullo sviluppo della mobilità elettrica e vedrà anche l’installazione da parte di Siemens di stazioni di ricarica per veicoli elettrici nel Curiosity Lab.

Siemens è solo l’ultima delle aziende che hanno scelto Peachtree Corners come base per test e investimenti: in giugno, ad esempio, era stata la volta di Audi. Il modello ultra-smart della città, dunque, continua per ora ad attrarre l’interesse di nuovi players.

Eugenio Trevissoi