UE: responsabilizzare i consumatori per la transizione verde

UE: responsabilizzare i consumatori per la transizione verde

Il Consiglio e il Parlamento dell’UE, il 19 settembre, hanno raggiunto un accordo provvisorio sulla direttiva relativa alla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde.

La proposta di direttiva

Nel marzo 2022 la Commissione aveva presentato una proposta di direttiva relativa alla responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde, che rientrava tra le iniziative previste nella nuova agenda dei consumatori 2020 della Commissione e nel piano d’azione per l’economia circolare 2020, dando seguito al Green Deal europeo.

La proposta appartiene a un pacchetto di quattro proposte, unitamente quindi:

  • al regolamento sulla progettazione ecocompatibile,
  • alle proposte di direttiva sulle autodichiarazioni ambientali,
  • alle proposte di direttiva sul diritto alla riparazione.

Goals

Si intendono rafforzare i diritti dei consumatori modificando la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, quella sui diritti dei consumatori, e adattando ambedue alla transizione verde.

L’accordo del 19 settembre mantiene i principali obiettivi della direttiva esistente introducendo taluni miglioramenti, quali:

  • l’inclusione nell’elenco delle pratiche vietate delle dichiarazioni sleali basate sulla compensazione delle emissioni di gas a effetto serra,
  • misure più incisive contro l’obsolescenza precoce,
  • il chiarimento della responsabilità dei professionisti in determinati casi,
  • l’introduzione di un formato armonizzato per aumentare la visibilità della garanzia commerciale volontaria di durabilità,
  • il promemoria sulla garanzia legale di conformità.

Si è osservato che i cittadini stanno subendo le conseguenze dei cambiamenti climatici e vogliono essere parte della soluzione, pertanto tramite l’accordo raggiunto da Consiglio e Parlamento i consumatori disporranno delle informazioni necessarie per compiere le scelte green più opportune e saranno meglio protetti dal greenwashing, dal social washing e da altre pratiche commerciali sleali.

Tutela dalle pratiche sleali

La direttiva volta a responsabilizzare i consumatori per la transizione verde mira a contrastare le pratiche commerciali sleali che impediscono ai consumatori di compiere le scelte giuste optando per prodotti e servizi più verdi o più circolari.

Le pratiche che il testo legislativo intende contrastare includono, ad esempio, il “greenwashing”, che trae in inganno i consumatori, o le dichiarazioni false su prodotti che durano meno del previsto.

I miglioramenti

L’accordo provvisorio mantiene i principali obiettivi della direttiva, introducendo importanti miglioramenti:

  • migliora la credibilità dei marchi di sostenibilità definendo gli elementi chiave del sistema di certificazione su cui devono basarsi, a meno che non siano stabiliti dalle autorità pubbliche,
  • aumenta la trasparenza e il monitoraggio delle dichiarazioni relative alle prestazioni ambientali future,
  • include nell’elenco delle pratiche commerciali vietate le dichiarazioni sleali basate sulla compensazione delle emissioni di gas a effetto serra, e in tal modo impedisce ai professionisti di dichiarare che un prodotto ha un impatto ambientale neutro, ridotto o migliorato sulla base di programmi di compensazione non verificati,
  • chiarisce la responsabilità dei professionisti in relazione alle informazioni (o alla mancanza di informazioni) sull’obsolescenza precoce, agli aggiornamenti non necessari del software o all’obbligo ingiustificato di acquistare pezzi di ricambio originali; queste pratiche saranno vietate, ma il testo di compromesso chiarisce che i professionisti sono responsabili solo se sono disponibili informazioni sulle caratteristiche di progettazione che portano a tali situazioni,
  • introduce un’etichetta armonizzata con informazioni sulla garanzia commerciale di durabilità offerta dai produttori che includerà un riferimento alla garanzia legale di conformità; inoltre, nei negozi e sui siti web sarà visualizzato un avviso armonizzato per fornire informazioni sulla garanzia legale di conformità,
  • concederà agli Stati membri tempo sufficiente per adeguarsi alle modifiche della legislazione, con un periodo di recepimento di 24 mesi.

Next steps

L’accordo provvisorio raggiunto tra Consiglio e Parlamento europeo dovrà essere approvato e formalmente adottato da entrambe le istituzioni.