Le micro, piccole e medie imprese proiettate nelle smart city del futuro

Le micro, piccole e medie imprese proiettate nelle smart city del futuro

Ci sono imprese che fanno smart city solo a parole e altre anche con azioni concrete: appartengono alla seconda categoria fra l’altro quelle delle Province di Milano, Monza Brianza, e Lodi.

Le imprese fanno smart city: qualche numero

È quanto emerso durante l’evento “Le MPMI fanno Smart City”, promosso dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi, in collaborazione con Punto Impresa Digitale. Dove MPMI sta per micro, piccole e medie imprese. Protagonista Giulio Salvadori, direttore degli Osservatori Smart City, Internet of Things e Connected Car & Mobility del Politecnico di Milano.

Ma sentiamo i numeri del primo semestre 2023: nelle tre Province, sono state registrate 21.015 imprese operanti nel campo della digitalizzazione, dell’energia e della gestione dei rifiuti. Settori chiave affinché una città si proietti nel futuro. Parliamo del 13% del totale italiano. In merito agli addetti, siamo a quota 247.825, pari al 30% degli impiegati nelle tre aree di tutto il Paese.

E ancora: si è in aumento del 3,2% rispetto allo scorso anno e del 19,2% sul 2019. Questo è significativo: spesso, i raffronti fra 2023 e 2022 oppure 2021 o 2020 sono vincenti a favore dell’anno in corso; ma con un pesante negativo nei confronti dell’era pre Covid. In questo caso, invece, il paragone è sempre lusinghiero.

Gli anni a venire delle città intelligenti

Interessanti le parole di Salvadori, secondo cui “Smart City è sempre più al centro dell’attenzione nel nostro Paese”. Il motivo? “Proliferano i progetti, mentre aziende e pubbliche amministrazioni iniziano a cogliere i benefici e vogliono continuare a investire nei prossimi anni”. Insomma, un occhio alla sostenibilità e uno al profitto, com’è giusto che sia. Una crescita in simbiosi, a beneficio di ambiente ed economia.

Le micro, piccole e medie imprese sono un componente attivo della sfida della doppia transizione ecologica e digitale: “Più della metà dei Comuni italiani vuole costruire la Smart City del futuro collaborando con MPMI e startup, su temi quali mobilità, energia e rifiuti”, ha spiegato Salvadori. Con la tecnologia che è una leva strategica nella progettazione di città sostenibili e connesse, in quanto contribuisce alla gestione dei principali driver di sviluppo.

Micromobilità con qualche ritocco in corso d’opera

Dall’energia che muove le città sostenibili, al waste management con le sue strategie di valorizzazione delle risorse, sino alla micromobilità: ecco alcuni punti essenziali di cui si è dibattuto. Se nel primo e nel secondo caso la strada è segnata, col percorso in discesa senza intoppi, per quanto riguarda la micromobilità esiste qualche aspetto critico. Forse, la sperimentazione inizialmente paventata dalla politica centrale e locale, con la segnaletica alle porte delle città che evidenziava i test per i monopattini elettrici e altri strumenti, andava prolungata. Si è deciso di accelerare troppo, andando incontro a inevitabili contraccolpi sotto il profilo della sinistrosità e della convivenza civile e pacifica con altri veicoli.

Al di là delle retromarcia in altre città come Parigi, i legislatori di varie nazioni, incluso il nostro, cercano soluzioni perché la micromobilità elettrica sia davvero degna delle smart city: obbligo di targa e assicurazione anzitutto.