L’inarrestabile crescita della Sharing Mobility

L’inarrestabile crescita della Sharing Mobility

Condividere auto e scooter, utilizzandoli per periodi più o meno brevi. Ma anche biciclette, monopattini e minicar elettriche. Nel solo periodo compreso tra il 2021 e il 2022 il numero dei noleggi brevi è aumentato del 41%, attestandosi addirittura ben oltre del 77% ai cosiddetti livelli ‘pre-pandemia’.

LESSCARS: decarbonization of urban mobility

I numeri del 7° rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility, presentato a Roma in occasione della Conferenza “LESSCARS: decarbonization of urban mobility”, dimostrano in modo tangibile il gradimento di questa nuova filosofia di mobilità.

Spostarsi utilizzando un determinato mezzo di trasporto solo se e quando serve, per andare in un dato luogo, senza necessariamente possedere un veicolo a due o quattro ruote, piace.

Piace agli utenti, ma non solo: la Sharing Mobility piace ai gestori dei servizi, che negli ultimi tempi hanno messo in strada un numero sempre maggiore di veicoli, cresciuti in un anno da 89mila a 113 mila unità, e aumentato del 38% il loro fatturato (178 milioni di euro nel 2022).

Piace alle Amministrazioni Locali, sempre più aperte a introdurre questa forma di mobilità come complementare al TPL: sono già 67 i capoluoghi di provincia dove sono disponibili flotte di veicoli a disposizione del pubblico, e oltre 250 le stazioni ferroviarie connesse a sistemi di mobilità condivisa.

Luci e Ombre

Tuttavia, poiché è inevitabile che qualsiasi cambiamento incontri problematiche di attuazione, permane ancora un certo divario tra le città del Nord, servite al 77% e quelle del Centro-Sud, attualmente al 48%.

La progressiva riduzione delle automobili in Car Sharing – passate dalle 5400 unità del 2021 alle 4600 del 2022 – rappresenta un altro punto critico sollevato dal rapporto, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility.

Il crescente impiego di tali auto per spostamenti di medio e lungo chilometraggio, stimolato dalle nuove proposte degli operatori come Enjoy, che offre l’utilizzo delle Fiat 500 a benzina per 49 €, con 150 km inclusi nell’arco di 24 ore, ha attratto nuova domanda verso questa modalità a scapito del noleggio auto tradizionale.

Il rapporto ha anche sottolineato la riduzione dell’offerta di servizi di scooter sharing, verificatasi a cavallo del 2023, dovuta alla scelta di alcuni importanti player internazionali (per esempio, la spagnola Acciona) di uscire dal mercato italiano, con conseguente diminuzione del 45% nel numero di veicoli e la chiusura di 12 servizi su 22.

A fronte di queste evoluzioni di cifre, oggi il 95% dei veicoli in sharing sono a emissioni zero, rappresentati in maggioranza da monopattini e biciclette (anche elettriche a pedalata assistita) e scooter, così come autovetture e minicar elettriche.

Obiettivo: ridurre il numero delle auto circolanti

Lo scenario d’insieme sopra descritto, che illustra un futuro con sempre meno auto di proprietà e un maggiore impiego dei veicoli condivisi,  è senz’altro coerente con gli obiettivi di decarbonizzazione imposti, entro il 2030, dal Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC).

Questo documento programmatico interministeriale, con cui ogni Stato Membro identifica politiche e misure per il raggiungimento degli obiettivi nell’energia e nel clima attuando quindi gli impegni europei di riduzione delle emissioni presi nell’ambito dell’Accordo di Parigi (neutralità climatica entro il 2050) prevede infatti, entro tale data, che il parco circolante auto sia composto da almeno 6,6 milioni di auto elettriche e ibride plug-in.

Al PNIEC fa da contrappunto il ‘taglio’ del numero delle auto circolanti, previsto sempre entro il 2030 dalla Long Term Strategy Italiana: ovvero 4,5 milioni di auto in meno, ovvero 600 auto per 1000 abitanti invece delle attuali 683, riportando così l’entità del parco circolante agli stessi valori del 2007.

Alessandro Ferri