Ecosistema Urbano 2023, la classifica delle città italiane

Ecosistema Urbano 2023, la classifica delle città italiane

Negli ultimi 30 anni le città italiane hanno subito una crescita lenta e altalenante, e nonostante si possano rilevare dei lievi miglioramenti, le problematiche sono invariate: smog, inefficienza del trasporto pubblico, spreco idrico, traffico. 

È quanto emerge daEcosistema Urbano 2023, la trentesima edizione del report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, che ha analizzato le performance ambientali di 105 città italiane.

In sintesi

Stando ai dati, accanto ai lenti e progressivi miglioramenti, come l’aumento della percentuale di raccolta differenziata e dell’estensione delle piste ciclabili, in questi 30 anni è prevalsa una situazione di stallo.

Inoltre, non è stato rilevato alcun progresso per quanto riguarda il tasso medio di motorizzazione dei capoluoghi italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa, attestandosi su 66,6 auto ogni 100 abitanti. In crescita, poi, la produzione complessiva di rifiuti, che è passata da una media pro capite di 455 kg/anno del 1994 a 516 kg/anno nel 2022. Anche il trasporto pubblico si conferma ancora lontano dalle medie europee.

In vetta alla classifica

E’ Trento in vetta alla classifica delle performance ambientali, dopo essersi attestata seconda lo scorso anno e già vincitrice due e tre edizioni fa. La città conserva un buon livello di qualità dell’aria migliorando leggermente nelle medie relative a NO2.

Diminuiscono inoltre i consumi idrici, che  passano dai 149,7 litri pro capite al giorno dello scorso anno agli attuali 147,4. Si abbassa leggermente la produzione totale di rifiuti (da 454 Kg/ab/anno agli attuali 446) ma, pur restando tra le migliori, scende di poco anche nella percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato.

La medaglia d’argento va a Mantova. La provincia lombarda abbassa i valori medi di NO2 a 21,7 microgrammi/mc. Scende lievemente la produzione di rifiuti ma sale ancora la percentuale relativa alla raccolta differenziata che passa dall’83,2% della passata edizione all’attuale 84,8%. Raddoppiano i passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico che salgono dai 36 viaggi per abitante all’anno della passata edizione agli attuali 66 che le valgono il terzo posto tra le piccole città. Il suolo destinato ai pedoni che si attesta sui 90,8 metri quadrati ogni 100 abitanti.

Terza si piazza Pordenone: la città migliora in alcuni indici come quello dei consumi idrici che scende a 161,2 litri per abitante al giorno e nelle perdite idriche dove si attesta sotto il 10%. Diminuisce la produzione di rifiuti, che passa dai 520 kg per abitante l’anno della scorsa edizione ai 493 e contestualmente continua a crescere la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti, che arriva all’86,9%. Crescono di un terzo i passeggeri trasportati dai mezzi pubblici, mentre il livello di infrastrutturazione per le bici passa dai 18,06 metri ogni 100 abitanti della passata edizione agli attuali 19,11; migliora anche l’indice dell’uso del suolo: da 6,5 su 10 a 7,5.

Le metropoli

Roma si attesta 89esima, Milano 42esima: dall’analisi di Legambiente emerge con chiarezza che i grandi centri urbani faticano a rispondere alle emergenze urbane.

E’ il caso dello smog (per quanto riguarda Torino, Milano, Bologna o Firenze), del traffico e della difficoltà del sistema di Tpl (Roma, Catania), dei rifiuti ( Firenze, Roma, Palermo, Catania, Venezia), della dispersione idrica (Firenze, Catania, Bari), del suolo consumato (Venezia), della scarsa diffusione di energia solare termica e fotovoltaica (a Napoli, Palermo, Torino, Roma) e degli spazi ciclabili (Roma, Napoli, Genova).

Inoltre sono elevati i numeri relativi alla concentrazione di biossido di azoto a Milano, Torino o Palermo, e sempre alto il numero di auto circolanti a Catania (78 auto ogni 100 abitanti).

Sale al 16,3% (era al 15,4% lo scorso anno) la raccolta differenziata a Palermo, mentre Catania si attesta al 26,2% e Napoli al 37,8% (il 35% era l’obiettivo normativo da raggiungere nel 2006), così come gli appena 9 viaggi pro capite effettuati annualmente sul servizio di trasporto pubblico dai cittadini di Catania.

Le ultime posizioni

In coda alla classifica troviamo alcune delle città che da tempo non riescono a invertire la tendenza. Le ultime tre sono siciliane: Caltanissetta, Palermo e Catania.

Terz’ultima è Caltanissetta: nonostante un buon andamento sul’NO2 e PM2,5 non dispone di altri dati per la qualità dell’aria così come per quel che riguarda i consumi di acqua potabile, le perdite della rete idrica, i passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico, le ZTL e la diffusione di energie rinnovabili installate su edifici pubblici.

Inoltre sono in aumento le auto circolanti: 73 ogni 100 abitanti. Questo conferma il pessimo indice di uso del suolo che con 1,5 su 10 fa di Caltanissetta la quintultima assoluta in questa graduatoria, insieme ad Agrigento. Uniche leggere note positive: il calo della produzione di rifiuti e in lieve flessione, il dato relativo alla raccolta differenziata che scende dal 61,9% della scorsa edizione all’attuale 60,2%, ma rimane oltre il 60%.

Palermo e Catania, con lo stesso punteggio, 20,86 su 100, chiudono insieme la classifica di Ecosistema Urbano 2023, come fanno ormai da qualche tempo, alternandosi.

Catania mostra un andamento negativo in molti indici del rapporto: ad esempio si triplicano i consumi di acqua potabile pro capite al giorno che passano dai 92 litri agli attuali 246, mentre migliorano le perdite della rete idrica che dal 71% dichiarato lo scorso anno, scendono al 61% (che resta però uno dei dati più alti in assoluto in questo indice).

Si abbassa di poco anche la produzione di rifiuti per abitante, che passa dai 723 kg annui della passata edizione ai 621 di quest’anno, ma anche questo resta uno dei dati peggiori; migliora la raccolta differenziata. Si dimezza poi il numero di passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico che dai già bassi 18 viaggi pro capite all’anno della scorsa edizione si ferma ad appena 9. Catania inoltre peggiora anche nell’indice di uso del suolo e si conferma tra le città italiane con più auto circolanti: 78 ogni 100 abitanti.

In positivo possiamo citare il non pessimo andamento complessivo per quanto riguarda i dati relativi all’inquinamento atmosferico e i piccoli passi in avanti sulla superficie destinata ai pedoni. Crescono i metri equivalenti di ciclabilità ogni 100 abitanti che da 2,72 della scorsa edizione si attestano quest’anno a 2,86.

Palermo colleziona una serie di mancate risposte (ad esempio su ozono, consumi idrici, perdite della rete o sulle zone a traffico limitato) e pessime performance che non le permettono di sollevarsi dal fondo della graduatoria. Pessimi anche i dati relativi al settore rifiuti dove cresce ancora la produzione pro capite annua (dai 536 della passata edizione ai 572 di quest’anno) mentre la percentuale di raccolta differenziata si ferma solo al 16,3%.

Il capoluogo siciliano scende anche nell’indice dell’uso del suolo, mentre crescono le auto circolanti ogni 100 abitanti. Alcuni timidi segnali positivi riguardano il miglioramento dei passeggeri trasportati dal servizio di trasporto pubblico, che passano dai 29 viaggi per abitante l’anno della scorsa edizione agli attuali 44 e nei metri equivalenti di ciclabilità ogni 100 abitanti che da 1,94 della scorsa edizione si attestano ai 2,78.

Cercare una soluzione

Il modo migliore per rispondere alle emergenze urbane sarebbe prendere esempio dai modelli virtuosi, per pianificare le città del futuro, con meno mezzi meno inquinanti, incentivando la mobilità sostenibile e l’economia circolare, infrastrutture intelligenti e ultra-connesse.

Secondo la ricerca di Legambiente sarebbe necessario applicare una strategia nazionale che favorisca le buone pratiche e l’innovazione per rendere davvero le nostre città più sostenibili e allo stesso tempo più vicine ai bisogni dei cittadini.

Linda Capecci