Digital Decade Report 2023: come procede la digitalizzazione in Europa

Digital Decade Report 2023: come procede la digitalizzazione in Europa

Nel Digital Decade Report 2023 (la relazione sullo stato del decennio digitale), la Commissione Europea invita gli Stati membri a intensificare gli investimenti nell’innovazione del settore digitale, per elaborare piani d’azione negli appalti pubblici, e favorire la sperimentazione e la diffusione di soluzioni digitali innovative.

Il documento punta a fornire un quadro completo e a monitorare i progressi fatti in quattro principali ambiti: competenze digitali, infrastrutture digitali, digitalizzazione dei servizi pubblici e delle imprese, con particolare attenzione all’utilizzo dell’AI.

Il monitoraggio avviene sia a livello europeo che dei singoli Paesi e lo scopo è capire quanto siamo vicini alla realizzazione di un’Europa autosufficiente e competitiva dal punto di vista digitale.

Il fine della relazione è anche quello di valutare i progressi compiuti finora dagli Stati membri dell’UE verso il conseguimento degli obiettivi strategici per completare la transizione digitale entro il 2030.

Il punto della situazione

Nella ricerca, la sezione sulla digitalizzazione delle imprese evidenzia l’importanza degli appalti per l’innovazione nell’espansione delle imprese. La sezione sui servizi pubblici rileva che gli investimenti attuali non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo della digitalizzazione al 100%.

Sebbene l’introduzione del digitale nei servizi pubblici stia progredendo costantemente, infatti, gli investimenti negli appalti pubblici di soluzioni digitali innovative (ad esempio IA o Big Data) sono insufficienti e dovrebbero aumentare da 188 miliardi di euro a 295 miliardi per raggiungere la piena digitalizzazione.

Sono necessari investimenti più elevati non solo in campo amministrativo e sanitario, ma in tutti i settori di attività del settore pubblico, come quello dei trasporti, sicurezza, istruzione, cultura, edilizia, energia, acqua e ambiente.

Politiche, misure e azioni raccomandate

Gli Stati membri dovrebbero mobilitare le politiche pubbliche per promuovere l’espansione delle start-up, facilitare la creazione di progetti universitari e dei centri di ricerca e monitorare i progressi in questo settore.

Sono inoltre invitati a contribuire alla definizione di una tabella di marcia comune dell’UE, per quanto riguarda le procedure di appalto congiunte e le modalità per la creazione di un’infrastruttura quantistica comunitaria.

Dovrebbero promuovere la disponibilità di sostegno giuridico e tecnico per l’approvvigionamento e l’attuazione di soluzioni di IA affidabili in tutti i settori e sostenere lo sviluppo e la diffusione di servizi di cloud computing affidabili, innovativi e avanzati.

Gli Stati membri dovrebbero sostenere la condivisione dei dati in modo sicuro e affidabile, anche contribuendo agli spazi comuni europei di dati e sostenendo una più ampia diffusione di soluzioni di Big Data.

I risultati

Gli obiettivi dell’UE per il 2030 sono la crescita delle competenze digitali e infrastrutture digitali, la digitalizzazione delle imprese e dei servizi pubblici, affinché tutti gli aspetti della tecnologia e dell’innovazione siano a disposizione dei cittadini.

Il percorso verso il raggiungimento degli obiettivi del decennio digitale è ancora lungo. E’ il momento di adottare tutte le misure necessarie per colmare il divario e garantire che la piena transizione digitale sia raggiunta entro il 2030 senza lasciare indietro nessuno”, ha dichiarato in un comunicato Věra Jourová, vicepresidente per i valori e la trasparenza presso la Commissione Europea.

Internet, una grave lacuna

I risultati del report sullo stato del decennio digitale, mettono a nudo le lacune nella copertura della rete 5G e le domande sull’uso dell’intelligenza artificiale da parte delle imprese. Una delle principali lacune individuate riguarda l’introduzione del 5G.

Nell’ambito dell’obiettivo per il 2030, la copertura della rete 5G ad alta velocità dovrebbe essere disponibile per tutte le aree popolate e ogni famiglia europea.

Il rapporto mostra. però, che il 5G è disponibile per l’81% della popolazione dell’UE, una percentuale che diventa significativamente inferiore nelle aree rurali (51%), mentre le reti in fibra, necessarie per fornire connettività ad alta velocità, sono accessibili solo a poco più della metà della popolazione.

Secondo la relazione, sarebbe necessario un investimento aggiuntivo di almeno 200 miliardi di euro per ottenere la piena copertura Internet ad alta velocità e la copertura 5G nelle aree popolate.

Semiconduttori

L’UE vuole raddoppiare la sua quota nella produzione globale di semiconduttori entro il 2030, passando dall’attuale 10% della quota di mercato globale al 20%.

La normativa europea sui semiconduttori, entrata in vigore a settembre, costituisce una parte fondamentale di questi sforzi attraverso lo sviluppo dell’ecosistema dei semiconduttori e il rafforzamento delle catene di approvvigionamento.

Per progredire ulteriormente verso questi obiettivi, gli Stati membri dovrebbero adottare politiche nazionali e investimenti nei chip, come suggerisce il rapporto.

I numeri

Per quanto riguarda la digitalizzazione, secondo il rapporto, l’uso dell’IA all’interno delle imprese varia tra i paesi dell’UE: in Danimarca è il più alto, con il 24%, e solo dell’1% in Romania.

Anche per quanto riguarda l’installazione delle reti in fibra, solo il 19% della popolazione tedesca ha accesso.

La Commissione mira a raddoppiare il numero delle società con una valutazione superiore a 1 miliardo di euro, entro il 2030. Inoltre, il 90% delle piccole e medie imprese dell’UE dovrebbe raggiungere il “livello base” di intensità digitale. La media dell’UE è attualmente del 54%.

Entro lo stesso lasso di tempo, la Commissione auspica che almeno il 75% delle imprese dell’UE utilizzi servizi di cloud computing, Big Data o IA. L’utilizzo di tecnologie digitali avanzate è attualmente ferma alla media dell’8%.

La relazione aggiunge che diversi Stati membri sono pronti a digitalizzare completamente i servizi pubblici e le cartelle cliniche, nonché la distribuzione delle eID. Il Belgio, ad esempio, ottiene risultati superiori alla media dell’UE in termini di digitalizzazione delle cartelle cliniche.

Abilità e competenze

L’UE mira ad aumentare le competenze digitali dell’80% nelle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni e a raggiungere 20 milioni di specialisti in TIC entro il 2030.

Nello scenario attuale, il numero di specialisti delle TIC nell’UE sarà vicino a 12 milioni entro il 2030. La Commissione invita pertanto gli Stati membri a raddoppiare la formazione di specialisti in TIC.

A che punto siamo in Italia?

Il Digital Decade Report traccia un panorama della situazione italiana, evidenziando i meriti in ambiti come il supercomputing e i chip ma anche gli evidenti limiti in questioni di rilievo come le digital skills e la digitalizzazione della PA.

Nell’ambito degli obiettivi europei da raggiungere entro il 2030, come si posiziona il nostro Paese? Nella parte di report che riguarda l’Italia si esordisce parlando di un «potenziale digitale non sfruttato che può contribuire ulteriormente agli sforzi collettivi per raggiungere gli obiettivi del Decennio Digitale dell’UE».

Il parere è positivo per quanto riguarda la digitalizzazione delle infrastrutture ma il Paese viene collocato sotto la media europea quando si parla, invece, di competenze digitali e alcuni aspetti legati alla digitalizzazione delle Pubbliche amministrazioni.

Digital skills e PA in Italia

In Italia i progressi nell’ambito della digitalizzazione viaggiano troppo lentamente e contribuiscono in modo limitato agli obiettivi del Digital Decade. Basti pensare che dell’intera popolazione, solamente il 46% possiede competenze digitali di base.

La scarsità di Digital skills può rappresentare un ostacolo per lo sfruttamento di sistemi come quello della firma e del domicilio digitale. Inoltre, il report definisce il numero di imprese che offre corsi per aumentare le competenze digitali dei propri dipendenti “insufficiente”, come il numero di laureati nell’ambito ICT.

Secondo la ricerca l’Italia dovrebbe rafforzare i propri sforzi per incoraggiare l’imprenditorialità nei settori digitali, con attenzione all’espansione delle startup che – rispetto ad altri Paesi – rimane limitata.

I meriti

La valutazione è invece molto positiva per quanto riguarda la copertura 5G e in ambito chip e Cloud. Il nostro Paese avrebbe raggiunto la copertura nazionale nel 2021, e nel 2023 si è visto assegnare il 93% dello spettro armonizzato. La banda di frequenza 3,4-3,8 GHz ha una copertura pari all’80% delle famiglie. Purtroppo però la banda larga mobile è solo all’80% contro una media Ue dell’87%.

Bene, invece, in ambito Cloud computing e semiconduttori, grazie agli investimenti del Pnrr. Per quanto riguarda il supercomputing, ci siamo distinti per l’avvio del supercomputer Leonardo a Bologna, il quarto supercalcolatore più potente al mondo.

Linda Capecci