Premio “Capitale europea dell’innovazione”: Padova protagonista

Premio “Capitale europea dell’innovazione”: Padova protagonista

La Commissione europea ha annunciato i vincitori del premio “Capitale europea dell’innovazione”: Padova splende.

Padova tiene alto il nome dell’Italia

Modernizzarsi, evolversi sotto il profilo tecnologico e della sicurezza, divenire sempre più “green”: ecco i vari obiettivi delle smart city nel Vecchio Continente. Per evidenziare chi si muove meglio in quest’ambito, l’Unione europea organizza premi come la “Capitale europea dell’innovazione”. Quest’anno, a tenere alto il nome dell’Italia ci ha pensato Padova. Due le categorie, ossia i campionati a cui si partecipava. Uno che si rivolge alle città con una popolazione minima di 250.000 abitanti: al vincitore (Lisbona) la Commissione Ue ha assegnato 1.000.000 di euro, ai due secondi classificati 100.000 euro ciascuno. L’altro, “Città innovativa europea in ascesa”, per città con una popolazione da 50.000 a 249.999 abitanti, prevede per il vincitore 500.000 euro e per i due secondi classificati 50.000 euro ciascuno. Proprio in questa seconda “corsa” ha trionfato Linköping (Svezia), seguita da Padova e Cork (Irlanda del Sud).

Quali i criteri per la selezione

Perché la città di Giotto ha brillato? La giuria del concorso seleziona il meglio adottando diversi criteri. In particolare, pesa il modo in cui i sindaci connettono i cittadini col mondo accademico, con le imprese e col settore pubblico. Incide la capacità di sperimentazione, di fungere da banco di prova per pratiche innovative, garantendo al tempo stesso l’integrazione nel processo ordinario di sviluppo urbano. I centri abitati devono essere in grado di gestire e supportare la crescita di start-up e piccole e medie aziende altamente innovative stabilendo un quadro giuridico favorevole, creando un ambiente che stimoli gli investimenti pubblici e privati, tutelando i talenti. Importante la costruzione di ecosistemi, promuovendo l’apprendimento reciproco e il trasferimento delle conoscenze. Le città candidate devono dimostrare la propria visione a lungo termine, evidenziando le iniziative che hanno contribuito alla trasformazione della città garantendo la transizione verde e digitale .

Le città come traino

Riferendosi alle città premiate, Iliana Ivanova, Commissaria per l’Innovazione, ha parlato di “esempio di come i centri abitati possano ridisegnare il paesaggio urbano, affrontare le sfide demografiche ed economiche e lavorare a beneficio dei cittadini. Creano un futuro migliore per le persone”. Così, le città possono essere catalizzatori di fiorenti ecosistemi anche nelle regioni circostanti. D’altronde, si stima che entro il 2050 l’85% degli europei vivrà nelle città. La capacità di assorbire questa crescente domanda di servizi e consumo di risorse sarà fondamentale per garantire una qualità della vita elevata. Fra le città protagoniste delle passate edizioni, Barcellona (2014), Amsterdam (2016), Parigi (2017), Atene (2018), Nantes (2019), Lovanio (2020), Dortmund (2021) e Aix-Marseille Provence Metropole (2022).

Quel “piccolo” vantaggio italiano

Va anche detto che qualsiasi città italiana parte con un certo vantaggio a livello di storia, patrimonio artistico e culturale. Limitandoci a Padova, la base di partenza è mozzafiato: la Cappella degli Scrovegni, del 1303-05, e la grande Basilica di Sant’Antonio del XIII secolo, caratterizzata da cupole in stile bizantino e pregevoli opere d’arte. Nel centro storico del Comune veneto, strade con portici ed eleganti caffetterie frequentate dagli studenti dell’Università di Padova, nata addirittura nel 1222. Senza dimenticare l’orto botanico, patrimonio dell’umanità Unesco. Oltre a espressioni di architettura d’avanguardia nel contesto patavino, come il monumento di Daniel Libeskind ai caduti delle Torri Gemelle di New York. Abbiamo un background che il globo terracqueo c’invidia: qui c’è tutto per essere smart city e per primeggiare in qualsiasi premio dell’Unione europea.

Alessandro Ascione