Esg Germania a "due velocità": cresce sulle rinnovabili, ma toglie gli incentivi alle elettriche Emiliano Ragoni 26 December 2023 Notizie correlate Esg Rapporto Annuale dell’ESG Culture LAB: “Le nuove sfide della sostenibilità” Esg Svolta in Portogallo: si è alimentato esclusivamente con le rinnovabili per sei giorni di seguito Smart Road Tech Singapore, verso un futuro digitale Svolta in Germania, dove per la prima volta nel 2023 le rinnovabili, passando dal 46 al 52%, coprono più della metà della fabbisogno di elettricità del Paese. Ma il Governo ha contestualmente “staccato la spina” alle auto elettriche, che non beneficeranno più degli incentivi governativi La Germania ha generato più della metà dell’elettricità utilizzata quest’anno con le energie rinnovabili. Secondo i calcoli preliminari del Centro per la ricerca sull’energia solare e l’idrogeno del Baden-Württemberg (ZSW) e dell’associazione dei servizi pubblici BDEW: “Le energie rinnovabili copriranno quasi il 52% del consumo lordo di elettricità nel 2023. Ciò significa che la quota è aumentata di cinque punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e che, per la prima volta, ha superato la soglia del 50% per un anno intero”. Nel 2022 la quota di rinnovabili in Germania era del 46%. L’aumento della quota di energia elettrica rinnovabile è stato garantito dalla diminuzione del consumo complessivo di energia elettrica e dall’incremento della produzione di rinnovabile, che è cresciuta del 6% raggiungendo il massimo storico di 267 TWh. Un mix prefetto SW e BDEW hanno dichiarato che la quota di elettricità derivante da fonti rinnovabili è stata particolarmente elevata a luglio (59%), maggio (57%), ottobre e novembre (55% ciascuno). A giugno, l’energia elettrica ricavata dal fotovoltaico ha raggiunto un nuovo record, arrivando a 9,8 terawattora (TWh). Mentre la produzione di energia elettrica da eolico terrestre ha raggiunto un nuovo record di 113,5 TWh per l’intero anno. L’energia solare ed eolica ha contribuito a circa il 75% dell’elettricità rinnovabile della Germania, mentre il resto è stato coperto da biomassa, energia idroelettrica e una piccola quota di impianti geotermici. Si punta all’80% di elettricità rinnovabile La Germania punta a ottenere una quota di elettricità rinnovabile dell’80% entro il 2030 e a una fornitura di energia elettrica quasi totalmente decarbonizzata entro il 2035. Kerstin Andreae, responsabile del BDEW, ha dichiarato: “I dati dimostrano che siamo sulla strada giusta. Molti pensavano che le energie rinnovabili avrebbero rappresentato solo una quota a una cifra del consumo di elettricità, ma oggi utilizziamo più elettricità da fonti rinnovabili che da fonti convenzionali e abbiamo l‘obiettivo di arrivare al 100% di energie rinnovabili. L’agenzia ambientale della Germania, l’UBA, ha dichiarato che questi obiettivi prefissati sono impegnativi: “Secondo le stime attuali, la produzione di elettricità da fonti rinnovabili deve aumentare a circa 600 terawattora, entro il 2030, e quindi più che raddoppiare per coprire la crescente domanda di elettrificazione nei settori del riscaldamento e dei trasporti”. Via gli incentivi per le EV Se da un lato abbiamo la Germania che cresce forte sulle rinnovabili, dall’altro il Paese tedesco potrebbe perdere il “treno” dell’elettrico. Il Paese teutonico, tra i più grandi in Europa per vendite di auto elettriche, ha infatti annunciato la fine del programma di sovvenzioni per i veicoli a corrente (Umweltbonus). Produttori automobilistici come Tesla e Mercedes hanno dichiarato che compenseranno la situazione, coprendo l’intero prezzo del sussidio per gli acquirenti tedeschi. Lo scorso sabato la Germania ha annunciato che i tagli al bilancio erano la ragione alla base della fine del sussidio, con l’abolizione del “bonus ambientale”. Inoltre, il fondo per il clima (KTF) è finito nel mirino dei giudici di Karlsruhe. Per la Germania la sentenza ha riservato risvolti importanti per i conti pubblici, con costi fuori controllo: si parla infatti di quasi 870 miliardi di euro conferiti in fondi speciali fuori bilancio, che potrebbero essere considerati incostituzionali. Emiliano Ragoni
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