L’Italia sa costruire un futuro senza povertà? No, secondo l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile

L’Italia sa costruire un futuro senza povertà? No, secondo l’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile

Un Paese incapace finora di costruire un futuro senza povertà: questo è l’Italia per l’ASviS. Fra buone azioni e qualche contraddizione.

Povertà fra parole e fatti

Alla crescente attenzione ai temi dello sviluppo sostenibile nella società italiana sono corrisposti risultati decisamente insoddisfacenti per ciò che riguarda la lotta alla povertà. Cui è dedicato l’Obiettivo 1 dell’Agenda 2030 ASviS. Lo dice il rapporto 2023 dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile. Siamo terzultimi, in piena zona retrocessione. Quando, per storia, tradizione e possibilità, potremmo lottare al vertice.

C’è stato un andamento negativo tra il 2010 e il 2015, causato anche dall’aumento della quota di persone in povertà assoluta (+3,4 punti percentuali). Dal 2015 inizia un lento miglioramento fino al 2019, interrotto bruscamente dalla pandemia. Che porta nel 2020 il livello di povertà assoluta al 9,4%, il valore peggiore tra il 2010 e il 2022. Nell’ultimo biennio, lievi segnali di ripresa, grazie alla riduzione della grave deprivazione materiale e sociale (-1,7 punti percentuali tra il 2020 e il 2022). Ma nel 2022 i 18-34enni che mostrano almeno un segnale di deprivazione sono quasi uno su due. Nel confronto con gli altri Paesi europei, l’Italia registra nel 2021 una quota più alta di quella media per le persone a rischio di povertà (+3,3 punti percentuali). E per le persone con una bassa intensità lavorativa (+1,9 punti percentuali).

Bimbi, cosa si fa contro la povertà

Per quanto riguarda la povertà minorile, tra il 2021 e il 2022 sono stati elaborati e adottati il Quinto Piano Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza e il Piano di Attuazione Nazionale della “Garanzia infanzia” (Pangi), che prevedono misure specifiche di contrasto alla povertà minorile. Come assicurare che bambini, bambine e adolescenti in situazioni di vulnerabilità abbiano accesso a servizi di cura della prima infanzia, educazione e attività scolastiche, un pasto salutare al giorno in ogni giorno di scuola e assistenza sanitaria, con particolare attenzione anche alla dimensione di genere e a forme di svantaggio specifiche. Importante per la prevenzione e il contrasto della povertà minorile è stata anche l’introduzione dell’Assegno Unico e Universale a decorrere da marzo 2022, una misura di sostegno alle famiglie con lo scopo di razionalizzare e semplificare le misure precedentemente previste per le famiglie con figli.

Quali soluzioni?

Contrastare con capillarità e sistematicità il lavoro irregolare, rafforzando le attività ispettive e limitando le forme di lavoro atipico. E definire gli incentivi alle famiglie per l’efficientamento energetico in modo equo e duraturo nel tempo, favorendo l’accesso da parte delle famiglie incapienti. Al contempo, orientare gli strumenti per aumentare la sostenibilità ambientale del sistema socioeconomico a favore delle fasce sociali più vulnerabili. Realizzare una forte azione di intervento a favore dell’edilizia residenziale pubblica. Disegnare politiche di contrasto alla povertà nelle periferie e aree fragili del Paese che, attraverso una forte partecipazione dei cittadini e delle comunità locali, tengano conto dei fabbisogni e dei vincoli strutturali di ciascun territorio.

L’Agenda 2030 è in primo luogo una strategia per eliminare la povertà e ridurre drasticamente le disuguaglianze, a partire da quelle di reddito e ricchezza: il motto è “Non lasciare indietro nessuno”. Per conseguire questo obiettivo e realizzare quanto previsto dall’articolo 3 della Costituzione italiana, è necessario rafforzare l’azione complessiva dello Stato e dell’intera Repubblica per incidere sull’effettiva parità di accesso delle persone alle opportunità e sulla formazione della ricchezza e dei redditi primari. Per questo, nell’accesso ai servizi fondamentali è indispensabile consolidare la responsabilità “nazionale” nel conseguimento dei Livelli essenziali delle prestazioni, a cominciare da istruzione e salute, dove forte rimane l’influenza delle condizioni familiari e dei contesti territoriali sulla capacità di accedere a servizi di qualità.

Alessandro Ascione