Sicurezza stradale in Italia: terzo flop europeo di fila

Sicurezza stradale in Italia: terzo flop europeo di fila

Per il decennio 2021-2030, gli obiettivi Ue sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento delle vittime: l’Italia non ce la farà.

Sicurezza stradale, siamo indietro

Terzo flop di fila per l’Italia. Dal 2001 al 2010, avrebbe dovuto dimezzare i morti su strada. Idem dal 2011 al 2020. E poi dal 2021 al 2030. Tre target, tre ko di fila. Nel 2010, infatti, le vittime erano 4.114, nel 2019 3.173, nel 2021 2.875. Quindi, siamo lontanissimi dal target dell’Unione europea che impone di ridurre del 50% i lenzuoli bianchi sull’asfalto per ogni decennio. Drammatico il 2022, addirittura con un +9,9%, ossia 3.159 decessi.

Per il decennio 2021-2030, c’è il monitoraggio di specifici indicatori di prestazione, Key Performance Indicators, che l’Italia fornisce alla Commissione Europea. Questi indicatori riguardano, come spiega l’Istat: velocità, uso dei sistemi di protezione (casco, cinture di sicurezza e seggiolini per bambini), uso di alcol e droghe, livello di sicurezza del parco veicolare e della rete stradale nazionale, distrazione alla guida ed efficienza dei sistemi di soccorso in caso di incidente.

La Commissione europea ha il compito di coordinare l’attività dei Paesi Ue per la produzione degli indicatori di prestazione. Otto gli indicatori sui temi: infrastrutture, veicoli, infrastrutture stradali, assistenza post-incidente. Ciascun Paese fornirà da uno a otto valori KPI nazionali, comparabili e con i requisiti metodologici minimi decretati dalla Commissione Ue. Il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) si attesta a 46,3 nella Ue27 e a 53,6 in Italia.

Si va poi oltre: sono state gettate le basi per nuovi e ambiziosi traguardi. In particolare, la Dichiarazione di Stoccolma del febbraio 2020 auspica una vision “zero vittime” per il 2050.

Questione di cultura?

Il Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030, oltre a prevedere interventi finalizzati al raggiungimento dell’obiettivo generale, individua azioni prioritarie. Le raccomandazioni riguardano, in particolar modo, gli incentivi alla cultura della sicurezza stradale, con interventi di formazione ed educazione mirati ai bambini. Ma anche la responsabilizzazione dei genitori per evitare incidenti stradali e per proteggere adeguatamente i minori con sistemi di ritenuta idonei e la riduzione del rischio di incidente e infortunio dei bambini a piedi e in bicicletta, specie nei percorsi casa-scuola-casa, attraverso interventi di gestione delle velocità ed enforcement.

Oltre a una questione di cultura ed educazione, entrano in gioco fattori come la bassa qualità di molte strada, la mancanza di segnaletica verticale e orizzontale adeguata. Prezioso il lavoro delle Forze dell’ordine, Polizie locali incluse. Sarebbe opportuno che tutti i Comuni potessero accedere al database centrale di videosorveglianza, anche per acciuffare i pirati della strada: guidatori che, dopo aver causato un incidente, scappano.

Da monitorare l’incidentalità degli individui che si muovono su monopattino elettrico: in assenza di targa e assicurazione obbligatorie, le statistiche non sono certe. Comunque, aumentano gli infortunati tra gli utenti di monopattini elettrici. Con riferimento ai soli monopattini elettrici (conteggiati dal 2020), gli incidenti stradali che li vedono coinvolti passano da 2.101 del 2021 a 2.929 nel 2022, i feriti da 1.980 a 2.787, mentre i morti (entro 30 giorni) sono 16 (nel 2021 erano 9 più un pedone).

Alessandro Ascione