Attivo il primo mega-parco eolico off shore americano

Attivo il primo mega-parco eolico off shore americano

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Gli Stati Uniti inaugurano il primo parco eolico offshore commerciale, ma il settore deve fare i conti con “forti venti contrari” dovuti al vertiginoso aumento dei costi

Il dado è tratto.

A 24 km al largo della costa dell’isola del Martha’s Vineyard (Massachusetts), vicino alla costa meridionale di Capo Cod, è stata attivata la prima turbina del mega parco eolico off shore degli Stati Uniti.

Vineyard Wind fino a ora è stato in grado di garantire 5 megawatt di energia grazie all’unica turbina attivata, ma nei prossimi mesi verranno rese attive anche le altre cinque già posate.

Successivamente, si arriverà alla piena capacità, 62 turbine, per complessivi 800 megawatt, potenza che dovrebbe essere in grado di alimentare 400 mila edifici della regione del New England.

Una delle particolarità di questo parco, oltre alle dimensioni, sono chiaramente le turbine, che si ergono a 260 metri sul mare.

Più rinnovabili meno fossili

L’amministrazione Biden sta cercando di adottare una nuova strategia integrata che punta sulla progressiva elettrificazione del parco auto, oltre che sulle rinnovabili come fonti energetiche.

L’obiettivo è quello di rendere l’America meno dipendente dai combustibili fossili.

Nello specifico, l’America sta cercando di colmare la lacuna che fino a ora ha visto il mancato sfruttamento della generosa estensione costiera per l’adozione di parchi eolici off-shore.

Il Paese a stelle e strisce, rispetto all’Europa e alla Cina, è molto indietro nello sviluppo di questa tecnologia, propedeutica per raggiungere gli obiettivi di energia pulita legati all’accordo sul clima di Parigi.

Quello del Massachusetts costituisce quindi uno dei primi progetti, ma l’obiettivo della Casa Bianca è quello di arrivare a sviluppare 30 gigawatt dall’eolico entro il 2030.

Secondo le stime, entro il 2050, l’eolico offshore potrebbe generare fino a un quarto dell’elettricità nazionale.

Ma fino a quale mese fa, il Paese aveva una capacità di generare 42 megawatt di elettricità da due piccoli parchi eolici offshore, corrispondenti a circa lo 0,0014% dell’obiettivo di Biden per il 2030.

Il parco di Vineyard Wind, segue quello del South Fork Wind, al largo della costa di New York, che dovrebbe essere completamente attivo nel corso dell’anno.

I problemi non mancano

Da quando Biden è in carica ha steso un vero e proprio “tappeto rosso” all’eolico offshore, predisponendo incentivi politici e aprendo vaste aree della costa statunitense.

Tuttavia, nonostante i crediti d’imposta e le aste di locazione, l’industria sta ancora lottando per superare i crescenti ostacoli derivanti dal vertiginoso aumento dei costi.

Secondo quanto riportato da TheVerge, le prospettive per l’eolico offshore di New York sarebbero state messe in forte discussione alcuni giorni fa.

Infatti, gli sviluppatori Equinor e BP hanno annullato l’accordo di offtake con lo Stato di New York per il progetto Empire Wind 2 da 1.260 MW.

Le società hanno addotto la seguente motivazione: “le mutate circostanze economiche su scala industriale”.

L’inflazione, gli alti tassi di interesse e le interruzioni della catena di approvvigionamento avrebbero reso l’accordo finanziariamente non fattibile.

L’aumento dei tassi minaccia l’off-shore americano 

Gli sviluppatori di questi impianti hanno stipulato accordi dei contratti di offtake per una serie di nuovi progetti eolici offshore negli Stati Uniti prima che la Federal Reserve iniziasse ad aumentare i tassi di interesse in risposta all’inflazione.

L’aumento dei costi dei materiali da costruzione, come l’acciaio e la resina, ha contribuito a “minacciare” i progetti.

Come conseguenza, nel 2023 BP, Equinor e altri sviluppatori di impianti eolici offshore hanno presentato una petizione per chiedere ai clienti di applicare tariffe più elevate per l’elettricità, ma le autorità di regolamentazione di New York hanno respinto la richiesta lo scorso ottobre.

La situazione è quindi piuttosto complessa. Fortunatamente non mancano le buone notizie come se l’avvio, lo scorso dicembre, del progetto da 130 MW sostenuto dal colosso dell’energia Ørsted, chiamato South Fork Wind, che ha iniziato a erogare energia a Long Island.

Emiliano Ragoni