Le emissioni di CO2 in Germania scendono al minimo storico

Le emissioni di CO2 in Germania scendono al minimo storico

Il livello di emissioni di CO2 in Germania, nel 2023, è sceso a 673 milioni di tonnellate, con una riduzione del 46% rispetto a quelle del 1990 e facendo registrare il dato più basso dalla metà del secolo scorso. 

L’importante risultato, annunciato dal think tank  Agora Energiewende, consente anche di raggiungere, con un ampio margine di circa 49 mln, l’obiettivo annuale di 722 milioni, previsto dalla legge sul clima.

Cause della riduzione: meno carbone ma anche meno produzione

Le cause della riduzione delle emissioni di CO2 sono solo in parte legate al processo di decarbonizzazione del Paese: una quota deriva infatti dal calo della produzione industriale, connessa alla crisi internazionale. Per ottenere risultati duraturi, Agora Energiewende sottolinea la necessità di rafforzare ulteriormente il ricorso a fonti green e la politica dei trasporti e dell’edilizia.

“Il 2023 è stato un anno a due velocità per quanto riguarda la protezione del clima in Germania: il settore energetico ha ottenuto un successo in termini di politica climatica con il suo livello record di nuove energie rinnovabili, avvicinandoci all’obiettivo del 2030”, afferma Simon Müller – direttore  di Agora Energiewende Germania. “Tuttavia – prosegue Muller-  non consideriamo sostenibili le riduzioni delle emissioni riscontrate nel settore industriale. Anche i settori dell’edilizia e dei trasporti sono in ritardo per quanto riguarda le misure strutturali di protezione del clima”

Muller sulle emissioni future di CO2

I suggerimenti per i policy maker, formulati da Agora Energiewende, sono di sostituire definitivamente le produzioni energetiche ad alto impiego di CO₂ nel mix energetico, e, rafforzare la diffusione delle rinnovabili. “Se si vuole che il Paese possa competere con successo come piazza economica puntando alla neutralità climatica, le aziende tedesche hanno urgentemente bisogno di finanziamenti e di sicurezza di pianificazione per passare dai combustibili fossili ai processi basati sull’elettricità”, dichiara Müller. 

Una leva importante per il Paese è connessa alla spinta produttiva attraverso energie green e alla circolarità livello locale: è opportuno quindi incrementare l’impiego di rinnovabili e rafforzare il sistema di scambio di quote di emissioni tra i Paesi UE per compensare le emissioni di CO₂ all’interno dell’Unione. 

Emissioni CO2: edilizia e trasporti

Un ruolo fondamentale giocano anche l’edilizia e i trasporti che richiedono una spinta politica, per una svolta verso una mobilità rispettosa del clima.

La rilevazione del think tank mostra un ristagno di questi due settori che ancora sono ben al di sotto dei loro obiettivi climatici. Il limite legale massimo per il settore edile – pari a 101 milioni di tonnellate di CO₂ per il 2023- non è stato raggiunto. Il governo tedesco deve ripensare le fonti di riscaldamento garantendone l’accessibilità economica, in modo che tutti i gruppi di reddito possano permettersi forme di produzione di calore, nel rispetto del clima.

Anche il  settore dei trasporti non è riuscito a raggiungere l’obiettivo fissato dalla legge sulla protezione del clima. Le emissioni 2023 sono infatti diminuite solo del 2% rispetto al 2022, eccedendo il limite giuridico di 133 milioni di tonnellate di CO₂. L’obiettivo di 15 milioni di auto elettriche entro il 2030 è lontano e la quota di nuove immatricolazioni dei veicoli a batteria rimane ferma a circa il 20% di quelle totali. Per il futuro, secondo Muller, “servono scelte di governo importanti di: adeguamento di tasse, imposte e sussidi relativi alle automobili; salvaguardia dell’espansione del trasporto pubblico locale; modernizzazione della legislazione tedesca sulla circolazione stradale per rendere più semplice per le autorità locali l’attuazione di misure che facilitino la transizione verso modalità di trasporto rispettose del clima” .

Roberta Mordini