Dall'Enea i sensori per le elettriche che monitorano la "salute" del manto stradale

Dall’Enea i sensori per le elettriche che monitorano la “salute” del manto stradale

L’Enea ha progettato tre sensori da installare sulle auto elettriche e a guida autonoma; sono in grado di monitorare le condizioni del manto stradale e la qualità dell’aria e di inviare i dati al gestore delle smart road 

Conosciamo bene l’importanza della digitalizzazione e della connessione dei veicoli con l’infrastruttura stradale ai fini della predisposizione di un valido progetto di smart road.

Le auto elettriche saranno fondamentali in questa transizione poiché sono in grado di processare un notevole quantitativo di dati che può essere utilizzato per migliorare la “salute” delle stesse strade.

E proprio da qui parte l’idea dell’Enea, che ha deciso di progettare dei sensori di ultima generazione specifici per vetture elettriche e autonome.

La salute della strada passa dall’auto elettrica

Questi sensori sono stati messi a punto nell’ambito del Laboratorio ENEA di Robotica e intelligenza artificiale per il progetto Smart Road che fa parte del programma Ricerca di Sistema Elettrico finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Per analizzare lo stato del manto stradale sono stati progettati tre diversi sensori: il primo utilizza un LIDAR (Light Detection and Ranging), basato su laser, per misurare con precisione le distanze geometriche, mentre il secondo consiste in una telecamera montata frontalmente sul veicolo che analizza il flusso video con avvalendosi dell’intelligenza artificiale.

Infine, è stato progettato anche un terzo sensore che misura la qualità dell’aria, registrando le concentrazioni di particolato (i dati vengono usati per elaborare in tempo reale le mappe degli inquinanti).

Il LIDAR riesce a misurare le condizioni del manto stradale. Nell’immagine superiore, in rosso, viene indicata la presenza di buche o dossi. Sotto invece si può vedere l’immagine della strada con i risultati dell’analisi con IA che rileva la presenza di una buca e di un tombino

Lidar e telecamera, accoppiata vincente 

Come funziona questo sistema integrato di sensori?

Il LIDAR rivela le buche o i dossi, indicando sul display il difetto stradale in rosso (con il verde viene indicata una strada in buone condizioni).

Mentre la telecamera utilizza una rete neurale addestrata a individuare e riconoscere i difetti nel flusso video della telecamera.

In questo modo è possibile vedere oggetti non misurabili dal LIDAR quali le fessurazioni a reticolo o tutti quei difetti riconducibili a elementi “pitturati” sull’asfalto, come le strisce pedonali o linee di carreggiata sbiadite.

I sensori lavorano in tempo reale, con le informazioni georeferenziate che possono essere inviate al gestore della smart city così da mappare le condizioni stradali e pianificare eventuali riparazioni.

Altrettanto utile è il sensore che misura la qualità dell’aria, con i dati che possono essere impiegati per mappare le areee più inquinate.

Al via lo sviluppo di sistemi per l’analisi dell’inquinamento acustico

Sergio Taraglio, ricercatore ENEA del Laboratorio di Robotica e intelligenza artificiale del Dipartimento Tecnologie energetiche e fonti rinnovabili, ha dichiarato: “È attualmente in corso lo sviluppo di sistemi per l’analisi del contesto sonoro. L’obiettivo è duplice: da un lato misurare l’inquinamento sonoro, dall’altro permettere al veicolo a guida autonoma di poter utilizzare le informazioni sonore per la gestione di situazioni di potenziale pericolo: ad esempio in caso di avvicinamento di un mezzo di soccorso, il veicolo deve essere in grado di riconoscere la situazione e liberare la carreggiata per quanto possibile”.

Emiliano Ragoni