Smart Road I migliori Paesi al mondo per il lavoro da remoto: i primi 10 sono tutti in Europa Roberta Mordini 19 January 2024 Citizen Il Report del Global Remote Work Index per il 2023 stila la classifica dei migliori Paesi, a livello internazionale, per lavorare da remoto. Ranking Il punteggio migliore se lo aggiudica la Danimarca – con un punteggio di GRWI di 0,847-, seguita da Paesi Bassi – GRWI pari a 0,843- e Germania – punteggio GRWI di 0,842. L’Italia è al 26° posto con un GRWI score di 0,778. L’analisi deriva da un benchmark effettuato su 108 Paesi ed ha riguardato la comparazione dei livelli di sicurezza informatica, delle infrastrutture digitali e fisiche, della sicurezza sociale e della sicurezza economica garantite ai lavoratori che operano da remoto. Per ciascuno degli ambiti misurati, è stato assegnato un punteggio di valutazione che concorre al global smart work index e che ha portato alla stesura della classifica finale per il 2023. Global Remote Work Index in Europa Il mercato dei servizi e quello del lavoro, dopo le chiusure obbligate per le restrizioni sanitarie e il potenziamento dei canali digitali, hanno subito modificazioni che sono diventate, via via, sempre più stabili. Attualmente il front – office è accompagnato dall’offerta in modalità virtuale, consentendo di pari passo agli operatori di svolgere la propria attività, oltreché in presenza, anche da remoto. Dal Report emerge che gli Stati che ricorrono maggiormente al lavoro a distanza hanno generalmente un costo della vita elevato, come i Paesi del nord Europa. L’unica eccezione è rappresentata dal Portogallo che, pur piazzandosi al sesto posto nel global smart working index, ha un costo della vita tra i più bassi, offrendo così ai dipendenti, nello scenario dell’occupazione, il miglior rapporto qualità-prezzo esistente. Ulteriore punto di attenzione dell’analisi riguarda i Paesi asiatici. Gli Stati orientali dispongono di una rete di infrastrutture digitali molto avanzata ma, ciò nonostante, Singapore e la Corea del Sud- che rappresentano le due realtà con gli asset migliori – si sono posizionati, rispettivamente, al 28° e al 17° posto della classifica del Global Smart Work Index. Riguardo ai Paesi anglosassoni, i dati del GSWI rivelano che Regno Unito, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda primeggiano sotto il profilo della sicurezza economica. Osservatorio Smart Working: dati italiani per il 2023 L’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano ha analizzato l’andamento, nel 2023, dello Smart Working in Italia, rilevando un aumento del ricorso presso le piccole e medie imprese e una riduzione nella PA. I lavoratori da remoto italiani sono stati 3,585 milioni, leggermente superiore al dato 2022 di 3,570 e con un incremento del 541% rispetto al 2019. Per il 2024, l’Osservatorio ipotizza un incremento degli attuali livelli, con un numero di lavoratori a distanza di circa 3,65 milioni. Il lavoro da remoto ha un impatto positivo sull’ambiente, con una stima di risparmio di emissioni di CO2 di circa 450 Kg annui per persona. Questi benefici derivano, per la quota maggioritaria, dalla riduzione degli spostamenti che permette il risparmio di 350 Kg di CO2 e, per la restante parte, dal saving energetico delle sedi delle organizzazioni, al netto delle emissioni addizionali delle abitazioni. Nel 2023 quindi 3,5 milioni di smart workers italiani hanno consentito un risparmio, a livello di sistema Paese, di 1.500.000 Ton annue di CO2. Roberta Mordini