Smart City in Italia, secondo Unicusano un futuro d’oro ma con qualche incertezza

Smart City in Italia, secondo Unicusano un futuro d’oro ma con qualche incertezza

Unicusano ha stilato un rapporto dettagliato sul futuro delle Smart City in Italia, rivelandone valori ma anche criticità che interessano il loro sviluppo.

Secondo l’ateneo, il settore rappresenta un mercato in crescita destinato a esplodere nei prossimi anni con investimenti eccezionali per oltre 17 miliardi di euro.

Grazie a questa trasformazione, entro il 2029 si prevede la creazione di circa 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro.

Professionisti altamente specializzati nelle infrastrutture di rete, sensoristica, piattaforme dati, applicazioni mobile e web saranno chiamati a realizzare soluzioni digitali destinate a trasformare il vivere quotidiano, agendo in modo positivo in diversi campi.

Anzitutto per quanto riguarda mobilità, sostenibilità, cultura e sanità, con l’89% delle amministrazioni pubbliche concentrate su settori chiave come IoT, intelligenza artificiale, mobility as a service, smart mobility, smart building e smart gridm, per raggiungere gli obiettivi di digitalizzazione e contribuire ad aumentare il valore di un mercato, quello appunto delle Smart City, arrivato nel 2022 a 900 milioni di euro (+23% rispetto al 2021).

La spinta dai fondi del Pnrr

Grazie ai fondi del Pnrr, il processo di transizione subirà inoltre una forte accelerata con 5,3 miliardi di euro destinati alla rigenerazione urbana e alla qualità abitativa, 2 miliardi ai servizi digitali rivolti ai cittadini, 8,6 miliardi alla transizione ecologica e 1 miliardo alle strade più sicure.

Italiani poco informati

Non è comunque tutto oro quello che luccica.

Un italiano su due sembra infatti comprendere al momento appieno il concetto di “città intelligente”, non avendo neppure ben chiaro quali sono oggi i contesti urbani più evoluti nel nostro paese.

A differenza di quanto accade invece in altre parti del mondo dove c’è una maggiore consapevolezza dei vantaggi offerti dalle nuove tecnologie.

Ciò, nonostante gli sforzi di governi e dell’Unione Europea fatti per promuovere il concetto di Smart City.

Bergamo la città più smart

Solo il 13% dei cittadini intervistati ha identificato la propria città come smart, utilizzando servizi anagrafici (61%), tributari (41%) e di mobilità (31%).

La maggior parte degli italiani è poi convinta che Milano, Bologna, Padova e Firenze detengano il titolo di città più innovative.

Senza sapere che al momento la Smart City numero uno in Italia è Bergamo, cui seguono nei primi tre posti della classifica nazionale Firenze e Milano, mentre il Mezzogiorno è ancora indietro seppur con qualche dato percentuale di miglioramento: come nei casi di Bari, Napoli e Palermo.

L’uso della Intelligenza Artificiale

C’è poi il tema della Intelligenza Artificiale destinata ad avere un ruolo primario in diversi settori.

Unicusano sottolinea la necessità di un approccio antropocentrico, garantendo che etica e affidabilità siano sempre messe al centro e sottolineando che l’intervento e la sorveglianza umana devono restare prioritari.

È la base per garantire che la rivoluzione tecnologica cui stanno andando incontro le nostre città avvenga in modo corretto e non produca effetti negativi e pericolosi.

Paolo Odinzov