Dalle città sono spariti 110.000 negozi in 10 anni

Dalle città sono spariti 110.000 negozi in 10 anni

Confcommercio presenta lo studio sui trend del commercio, della ristorazione e dell’ospitalità. Fanno boom solo b&b e i negozi gestiti da stranieri

Negozi, botteghe e piccoli imprenditori del commercio ambulante sono in via di sparizione dai centri storici delle maggiori città italiane, dove invece aumentano i bed and breakfast e le attività commerciali gestite da stranieri. Lo evidenzia Confcommercio con la nona edizione dell’indagine “Città e demografia d’impresa: come è cambiato il volto delle città, dai centri storici alle periferie, negli ultimi dieci anni”, illustrata dal direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella con una relazione pubblicata online. Lo studio è stato realizzato in collaborazione con il Centro Studi “Guglielmo Tagliacarne” delle Camere di Commercio.

Fanno boom solo i negozi stranieri

L’anno scorso, analogo studio aveva contato 100mila attività di commercio al dettaglio e oltre 15mila imprese di commercio ambulante sparite in 10 anni, l’aggiornamento 2024 rispetto al 2014 presenta contrazioni ancora più forti: -110mila negozi e -24mila ambulanti. Aumentano invece quelle a conduzione straniera: +30% nell’ultimo decennio, con un boom del 242% dell’occupazione proveniente dai Paesi oltreconfine. “Il commercio – dichiara Bella – si conferma la principale strada di integrazione per gli stranieri. E’ ora di considerarne seriamente il valore sociale”.

I centri delle città cambiano pelle

Restringendo l’analisi alle 120 città di dimensioni medio-grandi, la riduzione di attività commerciali si manifesta più nei centri storici che nelle periferie. Il fenomeno, più evidente al Nord e al Centro, caratterizza adesso anche il Mezzogiorno, finora animato da una maggiore vivacità commerciale. Nei centri storici sono sempre meno i negozi tradizionali (carburanti -40,7%, libri e giocattoli -35,8%, mobili e ferramenta -33,9%, abbigliamento -25,5%) e sempre più quelle che offrono servizi e tecnologia (farmacie +12,4%, computer e telefonia +11,8%). Tirano bene le attività di alloggio (+42%) e quelle di ristorazione (+2,3%).

Exploit dei b&b

Il rapporto di Confcommercio non guarda solo al settore distributivo, ma anche a quello dell’accoglienza. Se in generale aumentano di 10.000 unità le attività ricettive e quelle della ristorazione, i bed and breakfast fanno segnare +168% nei centri storici del Sud e +87% in quelli del Centro-Nord. Come i negozi, alberghi e bar invece sono in rosso: il loro numero si riduce dell’8,4%.

Desertificazione commerciale

Le città sono quindi sempre più interessate da processi di desertificazione economica: nei 120 Comuni più grandi, la densità commerciale è passata da 12,9 a 10,9 negozi per mille abitanti, con una contrazione complessiva del 15,3% non imputabile al calo della popolazione, scesa solo del 2%. 

Negozi fisici e virtuali

Il commercio di prossimità è quindi chiamato a una sfida esistenziale che può vincere solo puntando su efficienza, produttività, innovazione e ridefinizione dell’offerta. E resta fondamentale l’omnicanalità, ovvero l’utilizzo anche del canale online, le cui vendite sono passate da 17,9 miliardi nel 2019 a 35 miliardi nel 2023 (+95,5% i beni e +42,2% i servizi). Il solo commercio elettronico vale ormai il 17% degli acquisti di abbigliamento e il 12% del beauty. Pur essendo la prima causa della diminuzione globale del numero dei negozi fisici, l’e-commerce è un’opportunità per il commercio tradizionale. 

Riqualificare le città

La desertificazione commerciale si combatte con la riqualificazione urbana, garantendo servizi, vivibilità, sicurezza e attrattività delle nostre città. In questa direzione vanno il progetto Cities di Confcommercio e la rinnovata collaborazione con l’ANCI”. Lo sostiene il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che ribadisce come “il commercio rimanga comunque vitale e reattivo, conservando il suo valore sociale”.

Roberta Mordini