Tutto sulle smart road in Italia: a che punto siamo e dove andremo

Tutto sulle smart road in Italia: a che punto siamo e dove andremo

Facciamo il punto dello Stato dell’Arte delle Smart Road in Italia, analizzando i dispositivi normativi e i progetti più interessanti, sia del presente che del prossimo futuro 

In Italia da ormai diversi anni si parla di Smart Road, termine con il quale si indicano le cosiddette strade intelligenti, dotate di una tecnologia in grado di aumentare la sicurezza, diminuire il traffico e semplificare gli interventi di programmazione.

A che punto siamo nel nostro Paese, quindi?

Partiamo dalla legge che disciplina le smart road, quel decreto dell’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, previsto dalla Legge di Bilancio 2018, e pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Il decreto, dava il via libera alle smart road e alla sperimentazione su strada dei veicoli a guida automatica.

Il Decreto Smart Road 

Stando a quanto riportato nel dispositivo di legge, entro il 2025, è previsto l’intervento sulle infrastrutture italiane appartenenti alla rete europea TEN-T, Trans European Network – Transport (le infrastrutture di trasporto integrate previste per sostenere il mercato unico), e su tutta la rete autostradale e statale.

Progressivamente, in una fase successiva, i servizi saranno estesi a tutta la rete del sistema nazionale integrato dei trasporti, così come individuato dall’allegato al Def 2017 Connettere l’Italia.

Mentre entro il 2030 si dispone l’attivazione di servizi come la deviazione dei flussi, l’intervento sulle velocità medie per evitare congestioni, il monitoraggio strutturale della staticità delle opere stradali (mediante appositi dispositivi), il suggerimento di traiettorie, la gestione dinamica degli accessi, dei parcheggi e del rifornimento.

Oltre alle smart road, l’altro filone del decreto prevede il via alla sperimentazione di veicoli a guida automatica su alcuni tratti di strada. Infine, veniva disposta l’istruzione di un Osservatorio Smart Road presso il Mit, per monitorare l’attuazione del provvedimento.

Il Piano dell’Anas

L’Anas, azienda del Gruppo FS Italiane che si occupa di gestire la rete di strade statali e autostrade italiane, ha predisposto il suo progetto Smart Road.

Avviato nel 2016, sul sito dell’Anas –QUI per vedere i tutti i dettagli del programma Anas Smart Road- viene così descritto: “progetto “Smart Road”, come tecnologia abilitante per lo sviluppo della Smart Mobility e propedeutica ai futuri scenari di guida autonoma dei veicoli”.

L’obiettivo è quello di dotare l’Italia di una rete stradale efficiente, in progressivo miglioramento e aperta alle nuove sfide del futuro: dall’alimentazione elettrica alla guida assistita e oltre, come nel caso dei veicoli a guida autonoma.

Il Piano Strategico di Sviluppo 2016-2031 si articola in tre fasi:

  • Prima fase 2016-2026: vede la predisposizione di tratte “Core”, come la Milano Cortina 2026 (alta capillarità di tecnologie e sensori);
  • Seconda fase 2022-2031: si concentra su raccordi autostradali, tangenziali e collegamenti intermodali;
  • Terza fase 2022-2031: predisposizione di nuove opere
La sensoristica e la tecnologia impiegate

Il progetto si basa su una complessa piattaforma digitale che si articola sulla rete stradale con il supporto delle tecnologie quali IoT (Internet of Things), AI (Artificial Intelligence), Big Data e sensoristica avanzata attraverso lo sviluppo della rete di banda ultra larga nazionale.

Nello specifico, l’Anas Smart Road, prevede l’installazione di un’innovativa infrastruttura C-ITS (Cooperative-Intelligent Transport Systems), supportata da una rete in fibra ottica dedicata e tale da gestire al meglio il grosso flusso di dati.

La parte fondamentale del piano Anas è costituita dalle cosiddette Green Island, cabine di regia del sistema che permettono di controllare l’arteria stradale, il traffico e tutti i dati potenzialmente utili alla gestione dell’infrastruttura.

Molti dei moduli di connessione sono installati direttamente all’interno di pali neri posizionati ai bordi delle strade, detti anche Flying poles (pali volanti), che dispongono di sensori e moduli di connessione WiFi disponibili per i veicoli in movimento.

Gli utenti, come si può vedere nell’infografica in basso, avranno dei benefici concreti poiché, grazie alla tecnologia che consente alla vettura di comunicare con l’arteria autostradale, potranno ricevere importanti informazioni in tempo reale su traffico, incidenti, oltre a tempestive segnalazioni di veicoli in avaria fermi a bordo strada.

I benefici per gli utenti

L’intero programma dell’Anas mira alla trasformazione digitale della rete per 6.700 chilometri di strade entro il 2032.

I progetti Smart Road Anas

I progetti di Smart Road in Italia

Andando sul sito dell’Osservatorio Smart Road si può vedere che l’ultima relazione risale al 2018-2019.

Aprendo il documento si possono leggere i progetti più rilevanti, come il C-Roads Italy.

  • C-Roads Italy 

Finanziato con i fondi CEF della Commissione Europea –qui per vedere le specifiche del progetto -, vede coinvolte alcune concessionarie del Nord-est Italia (Autostrada del Brennero A22 313 km; Autovie Venete A4 19 km e A28 5 km; Autostrada CAV A57 7 km), con l’obiettivo di migliorare sia il sistema del trasporto, che la gestione del traffico, al fine di aumentare la sicurezza stradale e ridurre l’inquinamento ambientale.

Tra le peculiarità del progetto, l’aggiornamento dell’infrastruttura e l’integrazione dei servizi V2I C-ITS e delle informazioni V2V con le strategie di controllo dei veicoli.

Qui per tutte le specifiche del progetto dell’Autostrada A22 del Brennero.

  • Statale 51 Alemagna

La tratta tra il comune di Ponte nelle Alpi e il passo Cimabanche (territorio bellunese), lunga circa 80 km, può contare su 336 postazioni polifunzionali e una control room nella casa cantoniera Bigontina a Cortina d’Ampezzo.

Grazie alla tecnologia  Cellular Vehicle to Everything, gli utenti saranno informati in tempo reale su tutti gli eventi critici.

Grazie al Road Weather Information System (RWIS) di Anas, vengono valutate in tempo reale le condizioni meteo e del manto stradale.

La manutenzione di quest’ultimo viene analizzata anche attraverso gli algoritmi, che consentono di valutare eventuali anomalie vibrazionali.

  • Autostrade A90 Grande Raccordo Anulare di Roma e A91 Autostrada Roma-Aeroporto di Fiumicino

Secondo quanto riportato sul sito Anas, le autostrade A90 Grande Raccordo Anulare di Roma e A91 Roma-Aeroporto Fiumicino, che hanno volumi di traffico elevati (il GRA di Roma raggiunge picchi di oltre 166.000 veicoli al giorno mentre la Roma-Fiumicino i 115.000 veicoli al giorno), diventeranno autostrade digitali, connesse e controllate.

La Smart Road per le autostrade urbane A90 e A91 sarà allestita con tecnologie studiate per le particolari condizioni e geometria del tracciato, del flusso veicolare elevato, delle esigenze di monitoraggio e sicurezza.

  • E45-E55 Orte-Mestre

In questo caso è stata prevista la connessione Wi-Fi lungo il tracciato, con informazioni e servizi in tempo reale per i conducenti, oltre a un investimento per il ripristino degli impianti in galleria.

Disposto l’SOS on board che permette la comunicazione diretta tra utente e sala operativa, tramite un’App installata sul proprio dispositivo dotata di funzionalità simili alle colonnine SOS, consentendo all`utente di non scendere dal veicolo in caso di emergenza.

Sul sito dell’Anas viene specificato che il progetto prevede un nuovo standard (Dedicated Short Range Communications – DSRC) che consente l’implementazione di servizi innovativi e interattivi di infomobilità, sicurezza e connettività, nell’ottica della gestione intelligente di tutte le infrastrutture stradali e lo sviluppo di servizi orientati al dialogo veicolo-infrastruttura e tra i veicoli stessi (Vehicle-to-Infrastructure e Vehicle-to-Vehicle).

Viene poi realizzata anche la Green Island, delle cabine di regia con moduli di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili (solare/eolico o altri) ogni circa 20/30 km.

  • A2 Autostrada del Mediterraneo

La cosiddetta Salerno Reggio Calabria, grazie al progetto Anas, è diventata la prima smart road italiana e una delle prime a livello europeo.

Ciò è stato possibile grazie all’installazione di moduli di connessione WiFi, sistemi di monitoraggio dei dati, Green Island per la produzione di energia rinnovabile, e sensoristica di vario genere.

  • Tangenziale di Catania e la A19 Autostrada Palermo-Catania

Parti di queste due importanti arterie beneficiano della sensori e della tecnologia necessaria per renderle smart, con la possibilità per l’automobilista di ricevere informazioni in tempo reale su traffico, meteo avverso e veicoli in avaria.

I progetti futuri: la Milano Serravalle 

Credit: immagine generata con l’AI

Come abbiamo visto in questo articolo, l’importante arteria che da Milano arriva a Serravalle Scrivia e le tre tangenziali del capoluogo lombardo (Ovest, Est, Nord), tutte gestite dalla società Milano-Serravalle, si apprestano a diventare smart nel 2026.

Il prossimo maggio partiranno i lavori che prevedono l’implementazione di telecamere, sensori e unità di calcolo che processano i dati analizzati dall’AI.

Questi interventi le trasformeranno in smart road all’avanguardia, che saranno in grado di prevenire gli incidenti e di migliorare la gestione e la manutenzione delle strade.

Le tangenziali Ovest, Est e Nord di Milano, potranno beneficiare su un complesso sistema di monitoraggio denominato ANPR -Automatic Number Plate Recognition- con sensori di nuova generazione idonei a raccogliere tutti i dati necessari a elaborarne diverse tipologie di previsioni, avvalendosi di sofisticati algoritmi.

L’importanza dei finanziamenti e del Partenariato Pubblico Privato (PPP)

Quando si parla di progetti di smart road inevitabilmente vengono contemplati diversi soggetti.

Da una parte ci si sono le istituzioni, come il Mit, dall’altra i concessionari che hanno in gestione le infrastrutture come Anas e Austrade per l’Italia.

Reperire i finanziamenti per questi progetti non è mai cosa immediata, perché oltre all’Europa e ai relativi progetti, sono spesso determinanti i privati.

Risulta utile in tal senso lo strumento del Partenariato Pubblico Privato (PPP).

Si tratta quindi di collaborazioni contrattualizzate dove pubblico e privato interagiscono per la realizzazione e la gestione di un’opera, con lo scopo di renderla fruibile al pubblico o a un soggetto terzo.

E, nel caso delle infrastrutture, questo strumento risulta più che mai utile.

Emiliano Ragoni