Randagismo: politiche attive per la città a misura di animale

Randagismo: politiche attive per la città a misura di animale

Lo Stato favorisce la corretta convivenza tra uomo e animale tutelando gli animali di affezione e prevenendone l’abbandono anche nell’ottica di tutela di salute pubblica e ambiente

Diritto e animali

Il primo animale addomesticato si dice sia stato  il cane circa 11.000 milioni di anni fa, il gatto divenne addirittura sacro nell’antico Egitto.

Oggi i cani in Italia sono 13.969.460, i gatti 1.195.717 secondo la anagrafe degli animali di affezione del Ministero della Salute.

Il valore degli animali è stato riconosciuto dal diritto in molti ordinamenti giuridici: nel 1641 la Corte Generale del Massachusetts dettò la prima norma finalizzata alla protezione degli animali: “nessun uomo può esercitare alcuna tirannia o crudeltà verso gli animali tenuti dall’uomo per il proprio utilizzo”.

La Convenzione europea 13.11.1987 fa dell’animale da compagnia un essere capace di sentire: “nessun causerà inutilmente dolore, sofferenze a un animale da compagnia”.

In Italia la l. n. 281 del 1991 tutela gli animali di affezione e nel 2003 è stato  siglato l’Accordo Stato-Regioni in materia di benessere degli animali da compagnia e pet therapy, tramite cui  le istituzioni si sono impegnate a promuovere iniziative finalizzate a una corretta convivenza tra le persone e gli animali da compagnia, e tutto ciò senza perdere di vista le esigenze sanitarie e ambientali, nonché il benessere degli animali.

Quali sono gli animali di affezione? Secondo il Dpcm 28.2.2003 per “animale da compagnia” si intende ogni animale destinato ad essere tenuto dall’uomo per compagnia, affezione senza fini produttivi o alimentari. Sono compresi nella definizione anche gli animali che svolgono attività utili all’uomo, come il cane per disabili, gli animali da pet-therapy, da riabilitazione e impegnati nella pubblicità.

Cani e gatti

Vengono individuate espressamente le due specie di animali di affezione, cani e gatti, per la limitazione delle nascite e, quindi, il controllo della relativa popolazione sul territorio affidata ai servizi veterinari delle unità sanitarie locali.

E’ fatto divieto di soppressione dei cani vaganti ritrovati e di quelli ricoverati presso i canili se non gravemente malati, incurabili o di comprovata pericolosità.

Stesse regole valgono per i gatti che vivono in libertà, c.d. randagi, per i quali è fatto anche espresso divieto a chiunque di maltrattarli.

La speciale disciplina per queste due specie di animali di affezione mostra come siano quelle più diffuse, quindi destinate di specifica attenzione.

Competenze

La legge nazionale rinvia alle Regioni di disciplinare, con propria legge, la anagrafe canina e i criteri di risanamento dei canili comunali e di costruzione dei rifugi per i cani con lo specifico obiettivo di assicurare buone condizioni di vita degli animali.

Spetta alla Regione anche definire un programma di prevenzione del randagismo con specifica formazione del personale addetto non solo della Regione ma anche degli Enti locali e delle Unità sanitarie locali e con iniziative di formazione da svolgere anche in ambito scolastico per garantire rispetto della vita animale e difesa del suo habitat.

Secondo i criteri stabiliti dalle leggi regionali, sono i Comuni, singoli o associati, che provvedono poi al risanamento dei canili comunali esistenti o costruiscono i rifugi per i cani.

Fondo contro il randagismo

Lo Stato ha istituito, tramite la legge quadro in materia di tutela degli animali d’affezione e lotta al randagismo (n. 281 del 1991) un fondo per la tutela del benessere e per la lotta all’abbandono degli animali da compagnia.

Le disponibilità del fondo vengono ripartite dal Ministro, con decreto, annualmente tra le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.

Ai fini della ripartizione del fondo per la lotta al randagismo Regioni e Province autonome trasmettono ogni anno al Ministero della salute i seguenti numeri: ingressi dei cani nei canili (numero di cani vaganti catturati sul territorio), cani dati in adozione, gatti sterilizzati nell’anno dal Servizio Sanitario Nazionale.

Trend

Negli ultimi anni il controllo del randagismo risulta sensibilmente aumentato, facendo registrare anche una diminuzione degli animali randagi sul territorio, tuttavia, come emerge dai dati diffusi dal Ministero della Salute, i cani abbandonati continuano ad alimentare la popolazione vagante.

Sanzioni

La legge pone infine anche sanzioni amministrative per chiunque abbandoni cani e gatti o qualsiasi altro animale custodito nella propria abitazione, per l’omessa iscrizione del cane alla anagrafe canina o, pur avendolo iscritto, ometta di sottoporlo a tatuaggio e per chiunque faccia commercio di cani o gatti al fine di sperimentazione.

Con la legge 189 del 2004 sono stati introdotti, con apposita modifica al Codice penale, i delitti contro il sentimento degli animali vietando l’uccisione di animali per crudeltà e senza necessità (art. 544-bis c.p.), il maltrattamento (art. 544-ter c.p.), gli spettacoli e manifestazioni che comportino sevizie (art. 544-quater c.p.), i combattimenti tra animali (art. 544-quinquies c.p.) diventando queste fattispecie così reato.

Marta Serpolla