Smart Road Tech Auto come smartphone, la mobilità del futuro cambia Carlo Cimini 29 March 2024 Automotive Notizie correlate Smart Road Guida autonoma, a Torino si testa il futuro Esg Una startup che ricicla pneumatici in Nigeria Tech XPRO Una nuova sfida: l’utilizzo dell’A.I. nella P.A. Al VTM di Torino si sono discusse soluzioni per la guida autonoma e connessa. Le auto stanno diventando come gli smartphone e la mobilità del futuro si sta definendo grazie ad app e software. Al Vehicle and Transportation Technology Innovation Meetings (VTM) è andato in scena a Torino il 26 e 27 marzo presso il Lingotto Fiere, si è discusso dei progetti nazionali e internazionali di ricerca e sviluppo su cui stanno lavorando le aziende tech e di ingegneria: dal 5G e 6G per la guida autonoma e connessa, ai sistemi per il monitoraggio dello stile di guida. Obiettivo: riduzione incidenti Secondo McKinsey, la società internazionale di consulenza manageriale, entro il 2035 la guida autonoma sarà in grado di generare globalmente un volume di affari compreso tra 300 e 400 miliardi di dollari, mentre lo sviluppo e la diffusione sempre più ampia di veicoli autonomi e connessi potrà avere un impatto notevole sulla circolazione con un aumento della sicurezza su strada: la crescente adozione di sistemi ADAS (sistema avanzato di assistenza alla guida) in Europa potrebbe ridurre il numero di incidenti di circa il 15% entro il 2030. Guida autonoma, il futuro Il futuro vedrà quindi automobili a guida autonoma in grado di muoversi senza interventi esterni, ma il presente guarda già ai veicoli software-defined: mezzi di trasporto che dipendono ancora dalla guida umana, ma che si trasformano da macchine a piattaforme multimediali in grado di moltiplicare e personalizzare i servizi e le funzionalità accessibili in abitacolo, rivoluzionando l’esperienza di guida, principalmente attraverso software e tecnologie quali intelligenza artificiale, telecamere e sensori connessi e reti 5G e 6G. Dall’intrattenimento al miglioramento dell’esperienza di guida, dal controllo del traffico alla sicurezza: i SDV (Software-Define-Vehicle) stanno già diventando il fulcro di una nuova mobilità. L’automobile somiglia sempre più al nostro smartphone, on-line e basata su software sempre più intelligenti. “Una nuova idea di mobilità” “Connettività, automazione e personalizzazione sono le parole chiave che definiranno il futuro dei mezzi di trasporto. Grazie alle tecnologie più innovative è possibile sperimentare una nuova idea di mobilità, in cui i veicoli non siano più semplici macchine, ma piattaforme multimediali attraverso cui accedere a una serie di funzionalità, anche non direttamente collegate alla guida e che vanno oltre l’intrattenimento”, ha dichiarato Marco Bazzani, Innovation Manager Teoresi Group. Il futuro del mercato automotive è chiaro: motorizzazioni elettriche e intelligenze artificiali in rete verso una guida sempre più autonoma, connessa e sicura. Una rivoluzione che sta avvenendo grazie alla progressiva elettrificazione dell’auto, dall’alimentazione ai singoli comandi e componenti, e alla sua softwarizzazione. Già oggi la presenza di software nelle auto è superiore a quella di qualsiasi altro mezzo di trasporto: basti pensare che in un’automobile ci sono 100 milioni di righe di codice, molte più di quelle presenti in un Boeing (6,5 milioni) o di Jet (1,7 milioni). Software-defined-car, il passo successivo Il passo successivo è la trasformazione dei veicoli in software-defined-car, cioè in mezzi che gestiscono operazioni, aggiungono e abilitano servizi principalmente o interamente attraverso software progettati per poter dialogare con qualsiasi applicazione per utilizzarne al massimo le funzionalità disponibili. Dalle più semplici, come ricevere informazioni sul traffico in tempo reale, previsioni meteorologiche, punti di interesse lungo il percorso e indicazioni stradali aggiornate, fino alla possibilità di accedere a servizi di pagamento direttamente dall’abitacolo, condividere dati per ottimizzare le polizze RC auto, visualizzare mappe e informazioni in tempo reale sul lunotto senza dover distogliere lo sguardo dalla carreggiata o ancora la possibilità di essere avvertiti in caso di colpi di sonno, grazie a piccole camere che monitorano i movimenti oculari o a sensori che rilevano variazioni nello stile di guida. Carlo Cimini