In Europa il divario digitale è un problema. Le collaborazione Stati membri-città può migliorare la situazione

In Europa il divario digitale è un problema. Le collaborazione Stati membri-città può migliorare la situazione

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Il digital divide rappresenta ancora un problema per l’Europa, con diverse persone che hanno difficoltà ad accedere ai servizi. Ma diverse città europee hanno messo in campo strumenti e azioni per migliorare la situazione

Negli ultimi anni il digitale è diventato una parte integrante della vita quotidiana. Ha modificato il modo in cui si accede ai servizi e a come si comunica.  Tuttavia, in Europa, la situazione non è così rosea come ci si potrebbe aspettare.

Christine Bost, President of Bordeaux Métropole (il Consiglio metropolitano di Bordeaux è composto da 104 membri dei 28 comuni dell’area metropolitana), recentemente ha scritto un interessante articolo su Euro Cities (il sito che rappresenta la più grande rete delle città europee), dove fotografa la realtà del Vecchio continente con molta dovizia di particolari.

Il digital divide rappresenta ancora un problema

Oggi, il cosiddetto digital divide, ossia il divario tra chi ha accesso alle risorse digitali e chi ne è privo, minaccia di accentuare le disuguaglianze esistenti, con la conseguenza dell’esclusione sociale in tutta Europa.

Nel Vecchio Continente quasi la metà della popolazione non ha competenze digitali di base, e una parte significativa non può permettersi l’accesso a Internet.

Christine Bost ha dichiarato: “Il divario digitale non è solo una questione di accesso, ma di opportunità. Le persone e le comunità prive di competenze digitali incontrano ostacoli all’istruzione, all’occupazione e all’accesso ai servizi essenziali, impedendo loro di esprimersi al meglio in un mondo sempre più connesso.

Secondo la Bost, il digital divide incrementa le disuguaglianze esistenti, perpetua l’esclusione sociale e ostacola la crescita economica.

Non è specifico per fasce d’età, ma colpisce individui di ogni estrazione sociale.

Colpisce maggiormente le persone vulnerabili, tra cui i migranti, gli anziani e le persone con reddito basso.

Le città europee stanno cercando di combattere il digital divide

Le città europee, essendo perfettamente consapevoli delle sfide poste dal divario digitale, stanno adottando misure proattive per affrontarle. Rappresentano un esempio di virtuosismo il programma di coaching digitale guidato da volontari di Gand, la carta dei diritti digitali di Bruxelles o l’hotspot Wi-Fi in tutta la città, offerto dalle amministrazioni Lipsia e Eindhoven.

Questi sforzi sono fondamentali per garantire che nessuno rimanga indietro nell’era digitale, ma il primo passo è capire come e chi è colpito dal divario digitale.

Un’indagine accurata per “fotografare” la situazione

Christine Bost e Bordeaux Métropole hanno lanciato un’indagine per comprendere meglio l’impatto del divario digitale all’interno dell’area metropolitana. Il sondaggio ha fornito preziose informazioni sulle esigenze specifiche dei residenti, così da informare le decisioni politiche e le iniziative volte a ridurre le disparità digitali all’interno della comunità.

Sfruttando soluzioni basate sui dati, le città possono adattare i loro sforzi per affrontare i fattori che contribuiscono al divario digitale, concentrandosi in modo specifico sui gruppi target ad alto rischio, come le persone che vivono in povertà, le persone con disabilità, la popolazione anziana e le minoranze etniche.

È necessario il sostegno dell’Europa

Per affrontarne il digitale divide non bastano gli sforzi delle singole città, ma è necessario il sostegno dell’Europa.

Reti come Eurocities, attraverso iniziative come la task force sul divario digitale, svolgono un ruolo importante nel promuovere collaborazioni multilaterali per affrontare questo problema urgente.

Il Pilastro europeo dei diritti sociali, incentrato sulla riduzione della povertà e dell’esclusione sociale, fornisce un quadro d’azione che si allinea alle priorità dell’UE in materia di rafforzamento delle competenze digitali.

La Bussola digitale europea fissa anche obiettivi ambiziosi per l’inclusione digitale, puntando a far sì che almeno l’80% degli adulti abbia competenze digitali di base entro il 2030.

Inoltre, la Dichiarazione europea sui diritti e i principi digitali sottolinea l’importanza di una tecnologia inclusiva che promuova i diritti di tutti i cittadini.

Christine Bost: “Abbiamo bisogno di uno sforzo di collaborazione a livello europeo, con città, istituzioni e stakeholder che lavorino insieme per costruire un futuro in cui tutti abbiano pari opportunità nel mondo digitale”.

Emiliano Ragoni