Come si nomina il Responsabile Anticorruzione? Le indicazione dell'Anac

Come si nomina il Responsabile Anticorruzione? Le indicazione dell’Anac

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L’Autorità Nazionale Anticorruzione fornisce alcune indicazioni su come individuare il responsabile anticorruzione (RPCT) di un ente

 L’ANAC, l’Autorità Nazionale Anticorruzione, fornisce alcune indicazioni su come nominare il responsabile anticorruzione (RPCT) di un ente.

Si tratta di una figura molto importante, su cui si regge il sistema di anticorruzione di livello locale delineato con la legge del 6 novembre 2012, n. 190, c.d. legge Severino o legge anticorruzione.

L’importanza del responsabile anticorruzione (RPCT)

L’Anac definisce il RPCT come “il punto di riferimento interno a ogni amministrazione per l’attuazione della normativa anticorruzione”.

Quindi, partendo da questo presupposto, secondo l’Anac, l’RPCT deve essere individuato tra i dirigenti di ruolo in servizio, disponendo eventuali modifiche organizzative necessarie per assicurare funzioni e poteri idonei per lo svolgimento dell’incarico con piena autonomia.

L’Anac, con Atto del Presidente del 20 marzo 2024, rispondendo a richiesta di Parere di una società di servizi idrici integrati della Provincia di Salerno, ha così definito quelle che sono le caratteristiche che delineano l’RCPT.

Le caratteristiche dell’RPCT ideale

L’incarico di RPCT deve attribuito a un soggetto con conoscenze dell’organizzazione e del funzionamento dell’amministrazione, con la necessaria autonomia e senza trovarsi in situazioni di conflitto di interessi.

Ecco perché secondo l’ANAC questo ruolo non dovrebbe essere conferito a soggetti assegnati ad uffici che svolgano attività di gestione e di amministrazione attiva e assegnati a settori che sono considerati più esposti a rischi di corruzione.

Nei comuni è il sindaco a nominare l’RPCT, in quanto organo di indirizzo politico-amministrativo, salvo che il singolo comune, nell’esercizio della propria autonomia organizzativa, abbia attribuito tale potere alla Giunta o al Consiglio.

La nomina esterna

La nomina di un dirigente esterno quale RPCT deve considerarsi come una eccezione, che necessita di una motivazione puntuale. Tra di esse rientrano l’assenza di adeguate competenze all’interno di enti di ridotte dimensioni.

In questi casi l’incarico può essere conferito a profili non dirigenziali con le adeguate competenze.

Al cospetto di enti di piccole dimensioni, l’incarico di RCPT può essere assegnato a un soggetto dipendente.

In questi casi specifici, il ruolo di responsabile anticorruzione può essere rivestito da un soggetto che riveste il ruolo di quadro.

Si può rinunciare all’incarico di RCPT?

La rinuncia all’incarico di RPCT assegnato è ammissibile solo se sussistono adeguate motivazioni che evidenziano situazioni di incompatibilità.

L’Anac specifica, che secondo le disposizioni vigenti, dall’espletamento dell’incarico di RPCT non può derivare alcun compenso aggiuntivo.

Cosa fa l’RCPT?

Le funzioni dell’RPCT, incarico la cui durata dovrebbe non essere inferiore a tre anni e prorogabile una sola volta, sono diverse.

Tra le sue mansioni, rientra la predisposizione del Piano triennale della prevenzione della corruzione e della trasparenza (PTPCT) e nella verifica della tenuta del sistema anticorruzione.

Inoltre, tra le altre cose, è suo compito quello di individuare il personale da inserire nei percorsi formativi sia obbligatori sia specifici nel tema riguardante l’anticorruzione.

Emiliano Ragoni