Case green: in vigore dal 29 maggio le nuove regole UE per edifici pubblici e privati

Case green: in vigore dal 29 maggio le nuove regole UE per edifici pubblici e privati

Secondo la Commissione europea gli edifici dell’UE responsabili del 40% del consumo energetico e 36% delle emissioni gas effetto serra: necessaria una stretta.

“Fit for 55”. Così chiamato il pacchetto clima del Consiglio europeo che prevede entro il 2030 la riduzione del 55% delle emissioni nette di gas effetto serra rispetto ai livelli del 1990 e la neutralità climatica entro il 2050.

Parco immobiliare UE. L’85% degli immobili UE è stato costruito prima del 2000 e il 75% di questi ha scarsa prestazione energetica.

Fondamentale quindi per la UE intervenire sull’efficienza energetica degli edifici.

La direttiva UE/2024/1275. Per ridurre il consumo energetico e emissioni nel settore dell’edilizia nuovi ambiziosi obiettivi del Parlamento Europeo con la Direttiva Energy Performance Building Directive (EPBD) che entra in vigore il 29 maggio 2024.

Si conta di ridurre le emissioni di almeno il 60% nel settore dell’edilizia entro il 2030 rispetto al 2015 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Tutti i nuovi edifici pubblici a emissioni zero dal 2028.

Per tutti gli altri edifici si parte invece dal 2030.

In caso di nuove costruzioni di edifici pubblici e privati prevista l’installazione di impianti solari estesa anche a nuovi parcheggi coperti adiacenti gli edifici.

Per edifici non residenziali introdotti standards minimi di prestazione energetica.

Entro il 2030 si dovrà procedere alla ristrutturazione del 15% degli immobili non residenziali e entro il 2030 il 26% alla ristrutturazione degli edifici di classe energetica più bassa.

Per gli edifici già esistenti residenziali invece è prevista una riduzione progressiva del consumo medio di energia primaria del 16% rispetto al 2020 entro il 2030 e almeno del 20-22% rispetto al 2020 entro il 2035 per arrivare a emissioni zero nel 2050.

La riduzione dovrà avvenire anche in questo caso attraverso la ristrutturazione del 43% degli edifici residenziali con prestazioni peggiori.

Esclusi i monumenti, chiese, luoghi di culto, edifici di proprietà delle forze armate e del governo centrale, edifici agricoli.

Inoltre gli stati UE potranno estendere l’esenzione a altri edifici protetti di particolare valore architettonico e storico.

Attribuita agli stati membri la facoltà di escludere anche alloggi di edilizia sociale pubblica per i quali la ristrutturazione comporterebbe un aumento dei canoni di locazione non compensato dai maggiori risparmi sulle bollette.

Piano nazionale di ristrutturazione. La Direttiva prevede che ciascun stato membro elabori un piano nazionale al fine di garantire la ristrutturazione a lungo termine del proprio parco immobiliare, pubblico e privato, per renderlo più efficiente sotto il profilo energetico e decarbonizzato entro il 2050.

Sostegno. Per promuovere la ristrutturazione previsto l’impegno degli stati membri di rafforzare il sostegno finanziario e amministrativo.

APE.  Stabilito un quadro generale comune di calcolo della prestazione energetica da adottare a livello nazionale e regionale per tutti gli stati membri.

Compare una nuova classe energetica “A0” assegnata agli edifici a emissioni zero.

Gli attestati degli edifici dalle prestazioni inferiori alla classe “D” avranno validità di 5 anni.

Obbligo di certificazione anche per gli edifici pubblici e di esporre la targa energetica.

Passaporto di ristrutturazione. Viene introdotto un documento digitale utile per pianificare gli interventi funzionali all’azzeramento delle emissioni dell’immobile.

Domotica. Utile per garantire l’efficienza dell’immobile rispetto alla condizione climatica ne viene incoraggiato l’uso.

Italia. Secondo i dati ISTAT il parco immobiliare italiano è costituito di più di 13 milioni di edifici di cui l’89% residenziali.

La maggior parte degli edifici residenziali risulta costruito prima del 1990.

Il 60% degli immobili è in classe energetica “F” o “G”.

E’ chiaro che le norme UE avranno un forte impatto anche sul piano sociale.

Quanto costerà agli italiani la svolta green?

Marta Serpolla