Sicurezza urbana e videosorveglianza, il decreto del 6 agosto

Sicurezza urbana e videosorveglianza, il decreto del 6 agosto

Il decreto del Ministero dell’Interno del 6 agosto rende nota la graduatoria per gli Enti che vogliano dotarsi di videosorveglianza. Questo atto amministrativo, di fatto, rappresenta un ideale volano verso il rendiconto dell’attività operativa di Ferragosto. Ovviamente al netto di tutta una serie di variabili da considerare per la sicurezza urbana, e delle città, a tutto tondo.

Decreto M.I. 6 agosto 2024

Con il decreto in indirizzo viene approvata la graduatoria degli Enti, siano essi singole realtà comunali ovvero in associazione tra di loro, ammessi a godere di un finanziamento per potersi dotare di un sistema di videosorveglianza, utile strumento per la sicurezza urbana.

Il decreto, quindi, è un tassello del variegato mondo della sicurezza pubblica, in senso generale, e della sicurezza urbana, in particolare.

Il distinguo, più volte affrontato, tra sicurezza pubblica e urbana, è sicuramente di carattere normativo.

Il riferimento cardine risiede nella sfera della competenza territoriale più prossima al cittadino.

Ovviamente ha anche un suo riscontro pratico, che, per esempio, coinvolge disposizioni di legge che poca affinità avrebbero – almeno a un primo e superficiale acchito – come la tutela dei dati personali.

In realtà la graduatoria stilata, che indica il grado compartecipazione pubblica all’investimento e alle progettualità in animo del dato Ente territoriale (quindi, sempre singolo Comune – per esempio – o associazione di essi), considera anche l’indice di delittuosità che la popolazione insistente sul quel territorio.

La funzionalità della videosorveglianza è indubbia, quindi, ai fini della sicurezza dei centri urbani.

Le critiche mosse, verso un potenziale panopticon, appaiano – a parere di chi scrive – capziose e prive di concreto fondamento, specie alla luce dell’articolata cornice normativa a riferimento.

Le videocamere, ovviamente, da sole, non possono essere totalmente ficcanti su determinati fenomeni.

Si pensi all’abbandono dei rifiuti, alla sicurezza del patrimonio, spaziando anche a quella delle persone fisiche e reati che – in generale – possono destare allarme sociale.

Motivo per cui particolare attenzione è data al controllo del territorio e all’interoperabilità tra sistemi e forze.

I dati sul controllo del territorio

Agosto è il mese che in genere “chiude un ciclo”, in attesa di settembre, una sorte di secondo capodanno.

A breve saranno pubblicate i risultati delle attività delle forze di polizia, in occasione del ferragosto.

Anche lo scorso anno, particolare interesse, ha destato, quasi in parallelo, la presentazione dei risultati ottenuti mettendo a sistema gli investimenti europei del FSI.

I problemi che attanagliano le città sono sostanzialmente non mutati rispetto al 2023:

  • la congiunta internazionale è rimasta pressoché invariata, rispetto al dato continentale: il riferimento corre all’assistenza data ai transfughi ucraini;
  • innovazione, chiaramente negativa, è stato il pogrom del 7 ottobre, e, a seguire, l’invasione della striscia di Gaza, con il seguito di manifestazioni in chiave anti-israeliane, che, inevitabilmente, hanno gravato sull’ordine e la sicurezza pubblica;
  • si rimane in attesa dell’assestamento dei dati circa i controlli alla circolazione stradale, anche considerando i tentennamenti del legislatore sulle modifiche al codice della strada.

Ancora, giungendo alla conclusione, anche i dati sulla criminalità diffusa riportano il legislatore a dover nuovamente intervenire con ottica più ampia.

Da un lato con innovazione al codice penale ma anche al testo unico immigrazione, si pensi all’esternalizzazione dei centri migranti, d’altro canto con l’istituzione di nuove specialità di polizia (stante una consistenza organica tutta da rivedere).

Silvestro Marascio