Enforcement Legal Il comandante della polizia locale, sempre più profili di responsabilità Sergio Bedessi 10 October 2024 Il comandante della Polizia Locale, manager della sicurezza a livello comunale e talvolta sovracomunale in caso di Comuni associati, si trova oggigiorno sempre più esposto a responsabilità di vario tipo. I tradizionali profili di responsabilità (penale, civile, disciplinare, contabile) correlati all’attività dirigenziale vedono aggiungersi infatti altre forme di rischio professionale dalle quali risulta molto difficile tutelarsi. Le funzioni del comandante della polizia locale Va ricordato che il comandante (art. 9, l. n. 65/1986) “… è responsabile verso il sindaco dell’addestramento, della disciplina e dell’impiego tecnico-operativo degli appartenenti al Corpo…”. In questa breve frase è sintetizzato il ruolo del comandante (responsabile di servizio nelle strutture più piccole): responsabile verso il massimo organo politico dell’amministrazione comunale dell’impiego delle risorse umane a lui affidate. Questa la funzione principale, alla quale però si somma il fatto di essere una sorta di fulcro fra tre entità, l’amministrazione comunale, la cittadinanza, il personale, che non sempre hanno ben chiare le loro stesse esigenze, da cui discende una serie di difficoltà. Le difficoltà del ruolo Oltre a porsi il problema di come le risorse umane, finanziarie, economiche debbano essere organizzate, spesso il comandante deve farsi carico anche delle problematiche di coordinamento fra forze di polizia nell’ottica del controllo integrato del territorio di competenza. In definitiva il comandante della Polizia Locale è il manager di un organo della pubblica amministrazione locale che non si occupa solo di repressione di illeciti, ma anche di settori di intervento confinanti, come ad esempio la prevenzione sociale e la mediazione dei conflitti, e deve possedere strumenti conoscitivi che appartengono a quattro aree: giuridico / normativa, economico / organizzativa, comunicativa, psicologica. A questo si sommano competenze tecniche, in funzione del fatto che la Polizia Locale usa molte tecnologie per svolgere la propria funzione sul territorio. Insomma un ruolo molto difficile e che nella realtà odierna, nella quale le tutele per il cittadino, anche nei confronti degli errori della pubblica amministrazione, sono aumentate a dismisura, risulta sempre più difficile per una serie di fattori. L’esposizione a nuove responsabilità L’incremento esponenziale, per non dire la superfetazione, di norme spesso di difficile interpretazione che non riguardano più solo la sicurezza della comunità, ma la tutela del singolo su settori fra i più disparati e molti dei quali riguardano le tecnologie che la polizia locale si trova a utilizzare per lavoro (es. videosorveglianza), ha aumentato in maniera abnorme i rischi di esposizione a nuove e inaspettate responsabilità. Si pensi, solo per fare alcuni esempi, al fatto che il Comune può trovarsi a essere sanzionato dal Garante privacy solo perché magari un punto di ripresa, fra le centinaia delle telecamere appartenenti al sistema di videosorveglianza urbana gestito dalla Polizia Locale, inquadra per errore la finestra di un cittadino, con conseguente addebito del fatto al comandante, che rischia di vedersi attivare un procedimento davanti alla Corte dei Conti per danno erariale. Ancora, il recente Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale (Regolamento EU 2024/1689 – AI-Act), che anche la Polizia Locale deve rispettare visto l’uso massiccio di tecnologie di videosorveglianza, prevede una serie di stringenti adempimenti che, se non rispettati possono portare a sanzioni fino a 35 milioni di euro, anche qui con prevedibili responsabilità per il comandante. Si aggiunga che, a differenza del passato, l’organo politico anziché fare quadrato all’interno della struttura dell’ente, è molte volte voglioso di capitalizzare in termini di visibilità personale qualunque evento, anche negativo, e dunque spesso scarica la responsabilità sul dirigente, in questo caso il comandante della Polizia Locale. Le possibilità di tutela Per il comandante riuscire a tutelarsi nel quadro odierno è divenuto davvero difficoltoso, prima di tutto per un problema di effettiva conoscenza di tutto quel che c’è da rispettare. Inoltre, le tradizionali responsabilità dette in premessa vengono ad assumere contorni talmente sfumati che spesso si assiste al passaggio, anche per una mancanza tutto sommato banale, da una forma di responsabilità blanda ad un’altra ben più pesante e dove le conseguenze di un danno erariale rischiano di essere più gravi delle conseguenze di un illecito penale di natura colposa. Senza scadere in eccessi di tutela, che rischierebbero di infirmare qualsiasi attività dirigenziale, quali accorgimenti può allora adottare il comandante? I fattori di tutela possono essere indicati come segue: identificazione e classificazione dei rischi potenziali all’interno della struttura gestita (in questo caso la Polizia Locale), identificando anche le ricadute sull’amministrazione di appartenenza; attivazione di un sistema di delega realmente funzionante, agganciando le funzioni e i rischi connessi, a precise responsabilità del personale dipendente; tracciamento, in modo esplicito, di ogni operazione che preveda la delega di funzioni e di procedimenti; mantenimento di un sistema di relazioni interpersonali che consenta, in caso di evento critico per il quale presupponga di vedersi addebitata una qualsivoglia responsabilità, di minimizzarne gli effetti. In questo modo anche se il comandante non sarà perfettamente tutelato sotto tutti gli aspetti, riuscirà a evitare, per quanto possibile, un suo coinvolgimento in azioni di responsabilità penale, civile, amministrativa, erariale. Sergio Bedessi