Sport e periferie, la piattaforma per le adesioni

Sport e periferie, la piattaforma per le adesioni

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Recuperare aree degradate e incentivare lo sport nelle periferie è un ottimo strumento, seppur indiretto, per incentivare la sicurezza urbana e non solo la socialità. Nella progettazione della smart city del futuro non si può prescindere dallo sport, specie dal praticarlo in sicurezza.

Bando e piattaforma digitale per avvio istruttoria

L’esecutivo continua a dimostrare la propria attenzione verso il connubio sport e periferie, dal 15 settembre, alle 12.00 del 31 ottobre, è attiva la piattaforma per proporre le iniziative a tema, volte al recupero di aree degradate.

L’obiettivo da cogliere è duplice, attraverso il miglioramento della qualità urbana e la riqualificazione del tessuto sociale:

  • rimuovere gli squilibri economico sociali;
  • incrementare la sicurezza urbana;

per questi motivi viene istituito un fondo per la realizzazione, ma anche la rigenerazione, di impianti sportivi, nonché il completamento e adeguamento di impianti sportivi esistenti.

Protagonisti dell’avviso pubblicato, per una dotazione di € 65.000.000, sono i Comuni con popolazione superiore ai 100.000 abitanti.

A dire il vero, gli enti potranno partecipare all’avviso in parola, prescindendo dalla progettualità che proporranno, sulla base di un compasso offerto da:

  • numero di abitanti: infatti i bandi interessano comuni tra 100.000 e 300.000 abitanti (per un finanziamento complessivo max di 30.000 euro), ma anche tra i 300.000 e 500.000 abitanti e superiori ai 500.000 abitanti (finanziamento max di 35.000 euro);
  • pezzatura del contributo ambito, cui corrisponderà, all’aumentare dello stesso, una quota maggiore di compartecipazione, a bilancio del comune stesso, compreso tra il 15 e il 30%.

La presentazione delle domande potrà essere effettuata esclusivamente sull’apposita piattaforma messa a disposizione dal Dipartimento per lo Sport raggiungibile all’indirizzo: https://avvisibandi.sport.governo.it/.

Per eventuali richieste di chiarimento, è disponibile anche una mail appositamente predisposta: sporteperiferie@governo.it.

L’istruttoria della domanda prevede:

  • Registrazione dell’utente sulla piattaforma;
  • compilazione della domanda, e poi il caricamento degli allegati, che dovrà essere scaricata, firmata digitalmente dal legale rappresentante e uplodata sulla piattaforma;
  • allegazione di tutta la documentazione firmata digitalmente. Tutti i file saranno generati in formato pdf e quindi successivamente firmati.

L’istruttoria prevede che siano necessariamente declinati:

  • CUP e codice fiscale dell’Ente;
  • indirizzo degli immobili oggetto di intervento oppure, se di nuova costruzione, indicazioni catastali e sulla proprietà pubblica relativa;
  • importo dei lavori e importo richiesto;
  • discipline sportive che potranno essere esercitate;
  • assenza di contenziosi su quella proprietà.

Sicurezza urbana e contesto dell’avviso pubblico

Avvicinandosi alla conclusione di questo scritto, bisogna ricordare che gli ambiti di intervento, come già richiamato, da questo bando, non sono molto dissimili – almeno a grandi linee – dal contesto in cui è nato il D.L. 15 settembre 2023, n. 159, meglio noto come “decreto Caivano“.

Sempre maggiore attenzione viene data, infatti, alla violenza agita tra giovanissimi e sui giovani, eppure la svolta securitaria, come definita da più parti, con il “Caivano” non ha comportato particolari miglioramenti.

Secondo le statistiche, le paure maggiori si riversano giustappunto nelle periferie, sia da un punto di vista dell’incolumità personale che per il patrimonio.

Tali criticità si riscontrano anche a carico della donna, facendo riferimento alle violenze agite, tipicamente ma non unicamente, di natura sessuale, specie intra-minorenni o comunque con il coinvolgimento di minori.

Interessante il punto di vista dell’Avv. Elisabetta Aldrovandi (presidente osservatorio nazionale sostegno vittime), che propone un condivisibile (ndr) approccio olistico alla politica criminale esercitata, laddove necessaria, quando, evidentemente l’approccio alla socialità non ha sortito quanto desiderato.

Infatti, l’Avvocato, si pone delle domande retoriche, sulle condizioni della giustizia minorile, invitando il legislatore a modificare lo stato delle cose.

Un minorenne tra i 14 e i 18 anni che commette un reato è imputabile, ma bisogna prima verificare se era capace di intendere e di volere al momento in cui ha commesso il fatto“, scrive l’Avv. Aldrovandi.

Ancora, “una valutazione non psichiatrica, ma che il giudice può fare basandosi sulla vita precedente del ragazzo e sulle modalità di esecuzione del delitto. Questo dice la legge”.

Un minorenne vicino alla maggiore età che commette un reato punibile con una pena massima uguale o superiore a 12 anni (ci rientrerebbero la violenza sessuale e l’omicidio, per esempio), dovrebbe essere sottoposto a una valutazione non solo per capire se era capace al momento del fatto, ma se possiede una maturità intellettiva tale da poterlo processare come un adulto (ciò accade negli Stati Uniti, per esempio). Cosa cambia, infatti, quanto a “maturità”, tra un ragazzo di 17 anni e 11 mesi e 29 giorni e un ragazzo di 18 anni e un giorno, che non beneficia dello sconto di pena automatico fino a un terzo per la minore età e della possibilità di accedere alla messa alla prova evitando il carcere, anche se ha compiuto reati gravissimi? Questo dico io, e dico che la legge va cambiata”.

Quanto sopra significando che l’approccio alle periferie dev’essere multilivello: politica criminale concreta, investimenti in centri culturali e sportivi, rifacimento con ottica green delle aree degradate, incremento dei mezzi pubblici.

Esempi virtuosi, nel senso, si stanno compiendo nella capitale, certamente, a fronte della popolazione di Roma, e dell’estensione del suo centro urbano, tutto rischia di apparire “poco”, ma non è così.

Interessante è l’inaugurazione di nuove linee di bus elettrici, per superare la distanza tra centro e periferie, in ottica sostenibile, a vantaggio di una migliore qualità della vita.

Ancora, l’iniziativa “periferie inclusive“, progetto per contrastare – appunto – marginalizzazione e isolamento, ma delle persone con disabilità.

Silvestro Marascio