Esg L'auto rende le città noiose, ma si può invertire la tendenza Emiliano Ragoni 26 November 2024 Accessibilità Sostenibilità Notizie correlate Esg La Città Smart tutela anche l’identità linguistica delle persone sorde Tech Enforcement “Safer City” grazie alla Video Analysis Enforcement A Milano apre la Metro 4, più sicurezza e sostenibilità per i cittadini Le città moderne sono autocentriche, costruite intorno all’auto, che rappresenta il principale mezzo di spostamento. Questo però le rende noiose per i cittadini, che hanno sempre meno spazi pubblici destinati alla convivialità. Ma è possibile invertire la tendenza progettando delle città “a misura di cittadino” Quanto sono noiose le città moderne? Molto. L’occasione per trattare questo interessante e attuale argomento è l’articolo pubblicato su Psychology Today, che, citando diversi studi sulla tematica, mette in evidenza la correlazione tra urbanistica, auto e noia. Le città attuali sono troppo autocentriche L’urbanistica, incentrata sull’uso dell’automobile, influisce profondamente sul tessuto sociale e sulla qualità della vita in città, limitando le opportunità di connessione e contribuendo alla crescita della noia tra i cittadini. I quartieri, progettati per essere raggiunti solo in auto, costringono le persone a percorrere lunghe distanze per accedere a beni e servizi. In questo modo i residenti vengono privati del contatto con i vicini e con i commercianti locali. Lo stesso avviene per le attività ricreative e culturali; i luoghi sono così meno vivaci e con poche interazioni. Sono concetti che ribadisce lo studio di Hannah Kosoff, evidenziando come la monotonia derivante dall’estetica dei quartieri, spesso popolati da case tutte uguali, e la mancanza di identità nei centri commerciali suburbani accentuino il sentimento di alienazione. Sovraffollamento, grandi spazi anonimi privi di punti di riferimento locali e caratterizzati da un sovraccarico visivo di annunci, rendono l’ambiente più dispersivo e meno attraente per il coinvolgimento sociale. Le periferie non sono inclusive Il problema si accentua nelle periferie, dove spesso mancano spazi pubblici come parchi e piazze che faciliterebbero l’incontro e la socialità. Uno studio condotto a Kitchener-Waterloo, in Canada, ha dimostrato che le persone preferiscono ambienti che incoraggiano la connessione sociale, che consentono di rallentare i ritmi frenetici del quotidiano e di godere della spontaneità della vita cittadina. L’auto-centricità riduce anche la possibilità di accesso alle aree centrali della città, dove il parcheggio è spesso limitato. Un’altra ricerca di Carrie Anne Marshall rileva che, con la mancanza di attività significative da svolgere, la noia si può trasformare in depressione. Mentre un approccio urbanistico che privilegia le connessioni umane rispetto a quelle automobilistiche potrebbe contribuire a contrastare questi effetti, rendendo la città un luogo più vitale e inclusivo. Come rendere le città meno noiose Quali sono gli accorgimenti che devono adottare le amministrazioni locali e tutte le figure preposte alla progettazione urbanistica per rendere le città meno noiose? A queste e ad altre domande risponde lo studio di Hannah Kosoff e colleghi. L’architettura deve essere meno monotona Per rendere le città più moderne e inclusive non si può non partire dall’architettura, che deve essere meno noiosa possibile. Bisognerebbe quindi evitare case e i palazzi tutti uguali. Poi c’è un’altra questione molto importante: è necessario creare opportunità culturali vicine al luogo in cui si vive, con parchi in grado di spezzare l’uniformità degli edifici e capaciti di offrire la possibilità di entrare in contatto con la natura. La convivialità che ha benefici diretti anche sui senzatetto. Urbanistica sostenibile Poi c’è la questione della sostenibilità degli spostamenti. Progettare piste ciclabili accompagnati dalla diffusione del trasporto pubblico aiuta i cittadini a utilizzare meno la propria auto. Secondo lo scrittore George Monbiot bisogna ripensare il modo in cui è strutturata la vita pubblica per promuovere ciò che egli chiama “lusso pubblico e sufficienza privata”. Lo scrittore sottolinea che oggi le persone hanno privilegiato l’accumulo di ricchezza personale rispetto alla qualità dei beni pubblici. Ecco perché è necessario incrementare il numero di spazi pubblici, che devono essere maggiori e facilmente accessibili da tutti. Emiliano Ragoni