New York cambia volto, al via il pedaggio per accedere al centro

New York cambia volto, al via il pedaggio per accedere al centro

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La metropoli americana cambia volto e si allinea alle politiche europee per mitigare il cambiamento climatico. A partire dal 5 gennaio 2025 chi vorrà recarsi a Manhattan in auto dovrà pagare un pedaggio che, a seconda dei casi, potrebbe superare oltre 21 dollari

A partire dal prossimo anno New York sarà un po’ più “europea” almeno per quanto riguarda le politiche per scongiurare il cambiamento climatico.

La città americana è prossima ad abbracciare un grande cambiamento con l’introduzione di una congestion charge.

Questo provvedimento, già adottato in città come Londra, ha come obiettivo quello di ridurre il traffico, migliorare la qualità dell’aria e finanziare il trasporto pubblico.

Congestion charge a New York: come funziona

Il 5 gennaio 2025 segnerà l’inizio di una nuova era per Manhattan, vero e proprio “cuore” della Grande Mela, dove entrerà in vigore la discussa congestion charge.

Questa tariffa interesserà tutti i veicoli che entrano nel Central Business District (CBD), ossia l’area al di sotto della 60ª strada.

Il prezzo del pedaggio è stato rivisto rispetto all’iniziale proposta di 15 dollari:

  • 9 dollari per le auto private durante il giorno
  • 4.50 dollari per le moto
  • 14.40 dollari per i camion leggeri e autobus non pendolari
  • 21.60 dollari per camion pesanti e bus turistici

Sono inoltre previste riduzioni notturne del 75% e agevolazioni per categorie specifiche, come i pendolari a basso reddito e le persone con disabilità.

Oltre ai veicoli privati, anche i mezzi di trasporto condivisi saranno interessati: taxi e servizi come Uber e Lyft saranno soggetti a una tariffa di 0.75 o 1.50 per corsa all’interno del CBD.

Questo avrà un impatto anche su chi non possiede un’auto e che quindi ha necessità di fruire dei servizi di ride sharing, poiché il costo aggiuntivo potrebbe riflettersi sui prezzi delle corse.

Obiettivi e benefici del progetto

Secondo l’amministrazione di New York capitanata dal sindaco Eric Leroy Adams il progetto della  congestion charge è ambizioso e si pone diversi obiettivi:

  • Riduzione del traffico: si stima che il numero di veicoli che entreranno quotidianamente nel CBD potrebbe diminuire del 10%, con una riduzione del 5% delle miglia percorse dai mezzi;
  • Miglioramento della qualità dell’aria: meno auto significa meno emissioni, contribuendo a un’aria più pulita in una città con problemi cronici di inquinamento;
  • Finanziamento per i trasporti pubblici: si prevede di raccogliere 15 miliardi di dollari, cifra che sarà destinata al miglioramento e all’espansione della rete della Metropolitan Transportation Authority (MTA), che gestisce metropolitane, autobus e treni regionali.

Secondo la governatrice dello Stato di New York, Kathy Hochul, il progetto alleggerirà il traffico urbano e contestualmente fornirà i fondi necessari per potenziare un sistema di trasporto pubblico, che è cruciale per milioni di newyorkesi.

Una questione controversa

Nonostante gli obiettivi ambiziosi, la congestion charge negli ultimi mesi ha sollevato accese polemiche.

A pochi giorni dal previsto avvio del programma corrispondente al 30 giugno 2024, Hochul aveva improvvisamente sospeso l’iniziativa, citando come ragione le difficoltà economiche di molti cittadini.

La proposta è stata quindi rivista, rendendo le tariffe più accessibili.

La misura continua tuttavia a incontrare opposizione, soprattutto da parte di pendolari e piccole imprese che temono un impatto economico negativo.

Implicazioni per le amministrazioni locali

Dopo Londra, l’introduzione della congestion charge a New York rappresenta un caso emblematico di come le grandi città stiano ripensando l’accesso ai centri urbani.

Tra sfide politiche e benefici ambientali, questa misura potrebbe diventare un modello per altre metropoli, comprese quelle italiane, che si trovano a dover bilanciare le esigenze di mobilità con quelle di sostenibilità.

Milano, che è sempre molto all’avanguardia per quanto riguarda le politiche ambientali, ha istituito la Ztl per la zona del Quadrilatero della Moda.

Il caso di New York offre spunti importanti per le amministrazioni locali che vogliono affrontare le sfide della mobilità urbana.

La possibilità di rivedere le tariffe in base alle condizioni economiche locali, pensando anche a sconti e agevolazioni per chi è in difficoltà, è fondamentale per ottenere il consenso dei cittadini.

Senza dimenticare che destinare i ricavi a progetti apprezzati dalla comunità, come il potenziamento del trasporto pubblico, può favorire l’accettazione di un provvedimento indigesto come questo.

Riuscirà l’esperimento della congestion charge a bilanciare sostenibilità e consenso sociale?

Solo il tempo lo dirà, ma una cosa è certa: il futuro delle grandi città dipenderà dalla loro capacità di reinventarsi.

Emiliano Ragoni