Telefono alla guida, 1 ragazzo su 2 lo usa

Telefono alla guida, 1 ragazzo su 2 lo usa

L’Osservatorio “Non chiudere gli occhi” di Skuola.net, in collaborazione con Autostrade per l’Italia, ha intervistato 2.100 giovani sui comportamenti e le abitudini alla guida, per evidenziare criticità e punti di forza dei ragazzi che si muovono in strada e dei neopatentati al volante.

Proprio i ragazzi rivelano di assumere ancora tante cattive abitudini, ma riconoscono l’impatto positivo della formazione.

La ricerca

In base ai dati ACI-ISTAT, gli incidenti stradali sono la prima causa di morte in Italia per i bambini e i giovani tra i 5 e i 29 anni.

Il primo motivo dei sinistri è proprio il comportamento umano.

Le amministrazioni e le Autorità investono nella formazione e nell’educazione al rispetto delle regole per garantire una mobilità sicura e sostenibile e, parallelamente, la ricerca dell’Osservatorio “Non chiudere gli occhi” dà voce ai ragazzi per valutare l’efficacia delle azioni di sensibilizzazione rivolte ai più giovani.

L’indagine si è concentrata su un campione della popolazione tra i 16 e i 24 anni.

Gli intervistati hanno parlato senza filtri delle proprie abitudini alla guida e i dati raccolti mostrano che distrazione, stanchezza, eccesso di velocità ed uso dello smartphone alla guida continuano a far parte dei comportamenti diffusi tra le nuove generazioni.

La ricerca evidenzia anche come l’educazione stradale incida positivamente sul rispetto delle regole, sia nel breve che nel lungo termine.

Cosa dicono i ragazzi

I corsi a scuola

L’80% dei ragazzi, coinvolto nelle lezioni di educazione civica dedicate alla mobilità responsabile, argomento posto dalle linee guida del Ministero come uno dei temi centrali da affrontare a scuola, dichiara di sentirsi più coinvolto se in aula ci sono esperti e testimonial.

La formazione in ambito didattico offerta in aula è molto apprezzata, poiché la guida è affrontata toccando aspetti di sensibilizzazione e trattando le conseguenze degli incidenti.

Questo canale di contatto costituisce un ottimo mezzo complementare ai tradizionali corsi di guida che, per natura, sono preposti alla preparazione tecnica del conducente, con la finalità di conseguire la patente, approfondendo quindi le regole del Codice della Strada con quiz e lezioni pratiche per la padronanza del veicolo.

Il 41% dei ragazzi che ha frequentato un corso di educazione stradale afferma di aver cambiato in modo significativo e duraturo il proprio comportamento, sia nelle vesti di conducente che come passeggero o pedone.

Un ulteriore 43% evidenzia un impatto positivo sui propri comportamenti, seppur temporaneo.

Complessivamente, quindi, 8 giovani su 10 riconoscono un effetto concreto di tali attività.

I comportamenti alla guida

Secondo l’Osservatorio di Skuola.net, quasi 1 giovane conducente su 2 utilizza lo smartphone.

Addirittura 1 su 5 dichiara di essersi messo più di una volta al volante sotto l’effetto di alcol, sostanze o farmaci che riducono la lucidità; 2 su 3 guidano in condizioni di stanchezza o affaticamento; 4 su 10 non rispettano i limiti di velocità. La buona notizia è che i dati sono migliori di quelli registrati con la precedente rilevazione dell’Osservatorio nel 2023: gli investimenti nell’educazione stradale e la campagne stanno portando effetti positivi.

Come sono cambiati i dati rispetto al 2023

I comportamenti rispetto allo studio del 2023 sono migliorati. Il 56% degli intervistati nel 2025 non usa lo smartphone alla guida contro il 46% di due anni fa. Anche l’attenzione alla guida è migliorata: “solo” il 17% di giovani ammette di essere spesso distratto, contro il 21% del 2023. Cresce, inoltre, il rispetto delle norme: il 70% dei giovani dichiara di indossare sempre casco, cinture e di rispettare i limiti. Questo dato è migliorato del 10%, visto che due anni si attestava al 60%.

Parola chiave: consapevolezza

Il 58% degli intervistati sostiene di pensare spesso alle possibili conseguenze delle proprie azioni alla guida: nel 2023 rispondeva così il 49% dei conducenti.

Questa maggiore consapevolezza è legata proprio all’educazione stradale a scuola, che consente di raggiungere i ragazzi durante il percorso didattico e aiutarli, appunto, a “Non chiudere gli occhi”, prestando sempre la massima attenzione per migliorare la sicurezza stradale ed abbracciando l’obiettivo di zero vittime nel 2050, che sarà raggiungibile solo attraverso il contributo di tutti.

Roberta Mordini