Giovani e sicurezza stradale, l’impegno della Polizia di Stato

Giovani e sicurezza stradale, l’impegno della Polizia di Stato

Il tema della sicurezza stradale è da anni una priorità delle forze dell’ordine e di tutti quei soggetti istituzionali che pongono al centro della loro attività questa tematica che diviene ancora più centrale se si comprende che i giovani sono tra i soggetti più a rischio e per molteplici motivazioni.

I ragazzi utilizzano la strada come gli adulti ma senza averne la medesima esperienza nella guida, senza possedere la necessaria maturità, senza avere la piena consapevolezza che determinate azioni o comportamenti possano mettere a rischio non solo la loro vita ma anche quella degli altri.

I ragazzi, poi, sono sempre più utilizzatori di droghe e alcool, mix micidiale, perché queste sostanze non sono solo vietate per chi si pone alla guida ma sono la causa prima di tantissimi incidenti, molti dei quali con conseguenze drammatiche.

E proprio ai giovani è rivolta l’azione che da anni la Polizia di Stato, in particolare con la specialità della Stradale, mette in campo per provare a contrastare il dramma degli incidenti stradali, un’attività che si articola da una parte attraverso un’opera di contrasto dei troppi illeciti stradali e dall’altra con la promozione del tema dell’educazione stradale, destinata, quest’ultima, innanzitutto ai giovani, per i quali gli incidenti stradali sono la prima causa di morte, come recentemente confermato anche dal ministro della Salute Orazio Schillaci.

Tra le varie iniziative che la Polizia di Stato introduce per diffondere un corretto uso della strada c’è la “Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada” appuntamento che da anni coincide con la terza domenica di novembre.

L’ultima edizione di questa manifestazione si è tenuta lo scorso 14 novembre e ha avuto come location un luogo davvero unico nel suo genere, gli studi cinematografici di Cinecittà e, in particolare, le suggestive ricostruzioni della Roma antica che hanno accolto complessivamente oltre 1500 studenti provenienti dalle scuole di ogni ordine e grado.

Proprio le ricostruzioni della Roma antica hanno fatto da sfondo alle diverse attività che le donne e gli uomini della Polizia di Stato hanno proposto agli studenti delle scuole elementari coinvolgenti giochi con lo scopo di avvicinare i più piccoli tra gli ospiti alla realtà della strada, un primo significativo passo verso un mondo che tra qualche anno li vedrà inevitabilmente protagonisti.

Non solo bambini.

La “Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada” ha visto interpreti anche le ragazze e i ragazzi delle scuole medie e superiori che hanno gioiosamente invaso il grande capannone dentro gli Studios dove si è svolta la parte più intensa e significativa della manifestazione che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del prefetto Renato Cortese, del direttore del Servizio Polizia stradale Santo Puccia, del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per il Lazio Anna Paola Sabatini, delle giornaliste RAI Daniela Fecolla e Maria Leitner ma anche di Don Antonio Coluccia, il cui intervento è stato particolarmente apprezzato dai ragazzi in sala.

Il sacerdote, da anni impegnato in prima persona contro lo spaccio degli stupefacenti nelle periferie romane, un impegno che lo mette molto a rischio tanto da aver ottenuto la scorta, ha più volte esortato i tantissimi ragazzi presenti a dare precedenza alla vita, lei sì davvero stupefacente, al contrario delle tantissime sostanze che vengono vendute ai giovani con la promessa di fargli vivere un’esperienza indimenticabile.

Particolarmente gradita dai ragazzi, anche più dei diversi videomessaggi di attori, cantanti e uomini dello spettacolo (da Gigi D’Alessio a Milli Carlucci, passando per Ermal Meta, gli Amici di Maria De Filippi, Antonella Clerici, Eleonora Daniele e il professor-influencer Vincenzo Schettini) è stata la proiezione del corto cinematografico “Run”, scritto e interpretato da Riccardo Leonelli per la regia di Filippo Lupini, un breve film sul tema della consapevolezza, della scelta e delle scelte che ogni conducente può e deve mettere in atto quando di mette sulla strada.

Ma il momento più toccante di tutta la manifestazione è stato raggiunto quando alcuni familiari di coloro che sulla strada hanno perso la vita, hanno raccontato in modo semplice, senza alcuna enfasi la loro intensa testimonianza.

Nell’ampio capannone è sceso un silenzio glaciale, attestazione della massima attenzione di tutti, non solo dei giovani.

Lo sguardo di ognuno dei presenti si è rivolto all’unisono verso coloro che ogni giorno portano il peso di quelle morti, di quegli affetti persi sulla strada per l’inaccettabile comportamento di alcuni utenti.

«È incredibile – ha detto una delle tante studentesse presenti – la dignità di queste persone che senza alcun livore, senza nessuna voglia di rivalsa, sono qui per testimoniare, prima ancora del loro dramma personale, la speranza che i loro lutti, quei loro incancellabili dolori possano essere la base per capire che sulla strada per colpa di tutti noi si muore. Basterebbe, davvero, tanto poco per invertire tutto ciò, servirebbe cambiare mentalità, comprendere che guidare non è un gioco ma un’attività che può seminare morte».

Parole totalmente condivisibili che danno speranza, perché proprio in occasioni come queste ci si rende conto che l’universo giovanile non è solo quello che molti media, in modo approssimativo, tendono a rappresentare.

Le parole di questa giovane ragazza confermano la giustezza di questi percorsi educativi. D’altra parte, pensare di ridurre sensibilmente il numero delle vittime degli incidenti stradali solo con la mera repressione è una pia speranza.

La piaga della mortalità stradale si può vincere solo partendo da una corretta, autentica, efficace campagna sulla sicurezza stradale che abbia come destinatari non solo i giovani ma tutti gli utenti della strada, perché tutti noi siamo latori di comportamenti, azioni, affermazioni che producono effetti, specie sulla strada.

A proposito della centralità dell’educazione stradale, questo il pensiero del prefetto Cortese a margine della manifestazione del 14 novembre scorso:

«La nostra missione è chiara e segnata: dobbiamo educare le nuove generazioni a comprendere che la strada non è un luogo dove sfidare la sorte, ma uno spazio di vita che merita rispetto e responsabilità».

Maurizio Carvigno