Condivisione auto e riduzione dell’impatto ambientale: car sharing, car pooling, ride sharing. Ecco le differenze

Condivisione auto e riduzione dell’impatto ambientale: car sharing, car pooling, ride sharing. Ecco le differenze

Car sharing, car pooling e ride sharing sono tutte pratiche che, con la condivisione dell’auto, aiutano a ridurre l’impatto ambientale. Ma quali sono le differenze?

Viaggiare in compagnia, ma anche da soli e ridurre le emissioni e il conto per il proprio portafogli.

Oltre a diminuire lo stress, per esempio per la ricerca del parcheggio.

Insomma, sono tanti i vantaggi che le pratiche di condivisione di mezzi, soprattutto dell’automobile, portano con sé.

Per esempio, per quanto riguarda il car sharing, secondo il report del 2024 dell’Osservatorio Nazionale sulla Sharing Mobility i veicoli in Italia sono tornati ad essere 8.000, sui livelli pre pandemia.

Di cui solo il 30% va ancora a benzina, con un deciso incremento delle auto ibride ed elettriche.

Già da questo si può intuire il grande impatto positivo che queste pratiche hanno sulla sostenibilità.

Ma non tutte sono identificabili con il nome di car sharing.

Le possibilità di affitto momentaneo o condivisione dell’automobile sono sostanzialmente tre, simili tra loro, ma leggermente diverse.

Ecco le differenze.

Condivisione auto, non solo car sharing: come funzionano le modalità in uso

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Car sharing

Si tratta della pratica per cui si noleggia un automobile di una determinata azienda che fa questo servizio.

E può essere usata anche da più persone durante una sola giornata.

In Italia è stabilmente attiva da fine anni Novanta.

Ci sono due tipologie di car sharing, sostanzialmente, a seconda di dove è necessario lasciare l’auto alla fine dell’utilizzo.

C’è lo station based, in cui bisogna riportare il veicolo in un apposito parcheggio.

E c’è il free floating, in cui prelievo e riconsegna possono avvenire ovunque in un’area predeterminata.

Car pooling

Avviene quando un autista, con il proprio mezzo privato, pubblica su un app o piattaforma il tragitto che deve fare a bordo dell’auto.

Qualcuno di interessato può prenotarsi, così da condividere il viaggio con chi possiede il veicolo, al quale poi pagherà un rimborso spese.

A differenza del car sharing, il mezzo è di un privato cittadino, che quindi non è un autista abilitato come quelli dei taxi.

Ride sharing

In Italia funziona come se si noleggiasse un trasporto con conducente, quasi analogo a quello dei taxi, ma a prezzi ridotti.

In questo caso si prenota, tramite siti web o applicazioni, sia il mezzo che l’autista, il quale deve possedere una licenza.

In altri paesi funziona come se fosse proprio un sistema tra privati, senza licenze.