Smart Road Usa, stretta di Trump sui veicoli di importazione: trema un mercato da 240 miliardi di dollari Redazione 04 March 2025 Mobility Gli Usa alzano i dazi sulle importazioni di auto, il dettame di Trump sull’ “America First” fa tremare il mercato dalla Cina all’Europa Donald Trump lo ha promesso e annunciato in campagna elettorale e non sembra volersi fermare nel mantenere la parola. Con lo slogan “America First”, il presidente degli Stati Uniti ha messo in chiaro che arriverà una serie di misure che introdurranno i dazi severi per le importazioni della merce, che non risparmierà la filiera produttiva delle automobili. La Casa Bianca, infatti, ha paventato un aumento delle spese doganali addirittura del 25% sui veicoli importati negli Usa e prodotti all’estero. Un business che vale attualmente 240 miliardi di dollari e che fa felici le case produttrici di Europa, Cina, Giappone, Corea del Sud. Per esempio, sono 800mila le auto importate dal Vecchio Continente negli Stati Uniti, di cui la metà dalla Germania. Anche perché è Volkswagen la casa più esposta in questa situazione, con l’80% dei veicoli esportati che vanno a finire proprio negli Usa. Non meglio starebbero Hyundai-Kia, con il 65% di macchine di esportazione che sono destinate al mercato a stelle e strisce, Mercedes (63%), poi Nissan, Toyota, Honda, ma anche Stellantis. Usa, dazi al 25% sulle automobili importate: la minaccia di Trump che fa tremare il mercato a quattro ruote Usa, stretta di Trump sui veicoli di importazione: trema un mercato da 240 miliardi di dollari LEGGI ANCHE Auto elettriche, flotte aziendali elettrificate entro il 2030 può risolvere il problema multe. Ecco come Le case produttrici sono minacciate anche perché, pur facendo base in Europa o in Asia, hanno stabilimenti produttivi anche in Messico e Canada, dove chiaramente hanno meno costi di trasporto negli Stati Uniti. Ma sarebbero colpite pure lì dai dazi del 25%, comprese anche le fabbriche americane però, come Ford o General Motors. L’obiettivo primario di Trump, infatti, è quello di incentivare la produzione di automobili direttamente all’interno degli Usa, rivitalizzando la filiera industriale. Così che poi i veicoli vengano fabbricati dentro i confini e rivenduti dentro i confini, con minor dispersione possibile di capitale e il ritorno del lavoro in fabbrica in America. Alcune case automobilistiche, pur di non incorrere in spese così elevate, stanno già valutando l’ipotesi. La stretta della Casa Bianca colpisce in particolar modo la Cina. Che era già vessata dal 100% dei dazi sulle auto elettriche, altro settore in cui le due potenze concorrono sul campo dell’innovazione d’avanguardia. Ora il Dragone riceverà un incremento del 10% a livello doganale su altri prodotti.