Esg Italia, accise su per il diesel e giù per la benzina: cosa cambia con il nuovo decreto del Governo Redazione 15 March 2025 Col nuovo decreto del Governo in Italia le accise sul diesel si alzano e si abbassano quelle sulla benzina: lo Stato incasserà di più, penalizzate le auto più inquinanti Via libera da parte del Governo alla rimodulazione delle accise su diesel e benzina. Non si tratta di una vera e propria rivoluzione delle imposte sui carburanti fossili, ma di un ritocco, che porterà a un sostanziale pareggio del tasso. Fino ad ora, infatti, in Italia le accise sulla benzina erano di 0,72840 euro al litro, mentre per il gasolio si pagavano 0,6174 euro al litro. Il differente trattamento fiscale tra diesel e benzina è considerato un “sussidio ambientalmente dannoso” dal Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli, pubblicato periodicamente dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Una disparità non gradita nemmeno all’Europa, che vedeva la misura come discriminante verso un tipo di carburante e quindi una categoria di consumatori rispetto all’altra. Oltretutto, quello meno tassato è, ad ora, il combustibile più inquinante, che varie città in Italia, come Genova, Torino e Milano, stanno cercando piano piano di limitare nella circolazione in aree urbane. E il nuovo decreto governativo potrebbe contribuire a fare questo, disincentivando l’acquisto di auto diesel che potrebbero non convenire più molto, almeno a livello di rifornimento alle stazioni di servizio. La rimodulazione delle accise porterà l’aliquota sulla benzina ad equivalere a quello del gasolio entro il 2030. L’obiettivo è quello di arrivare, gradualmente, a 67 centesimi al litro su entrambi. Italia, accise benzina e diesel: pareggio dell’aliquota entro il 2030 Italia, accise su per il diesel e giù per la benzina: cosa cambia con il nuovo decreto del Governo LEGGI ANCHE Genova, disordini in Via San Vincenzo: cittadini e commercianti chiedono più sicurezza Nonostante, entro i prossimi 5 anni, si arriverà a una sostanziale parità, in realtà lo Stato italiano dovrebbe guadagnare maggiore gettito. Secondo i dati Unem, nel 2024 sono 28,8 miliardi i litri di gasolio acquistati, contro i 12,3 miliardi di litri di benzina. Aumentando di circa un centesimo all’anno il prezzo del diesel, risulterebbero ben 288 milioni di euro. La perdita derivata dall’altro carburante fossile, invece, sarebbe di 123 milioni. Un surplus di oltre 150 milioni nelle casse statali. Chiaramente si tratta di stime che si basano sulle cifre attuali. Potrebbe essere che, nell’arco di 5 anni, calino sensibilmente i consumi di diesel, magari proprio per frutto di queste misure. Laddove, come si diceva, questo tipo di combustibile è oggetto di strette sempre maggiori. Sia dall’Italia sia dall’Europa. Ma anche questo potrebbe essere comunque un guadagno per lo Stato italiano. Che, peraltro, ha fatto sapere che destinerà la maggior parte dei proventi derivati dalle variazioni delle aliquote al fondo nazionale del trasporto pubblico. Quindi, al pagamento di un sovrapprezzo sul diesel, potrebbe equivalere, in linea teorica, un beneficio sui servizi di mobilità urbana con mezzi pubblici.