Pubblica Amministrazione, nuova direttiva per le spese dei residui del Pnrr nella trasformazione digitale. Cosa prevede

Pubblica Amministrazione, nuova direttiva per le spese dei residui del Pnrr nella trasformazione digitale. Cosa prevede

Fondi Pnrr per la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, ecco la nuova direttiva che semplifica le spese dei residui. Quattro i punti chiave

La trasformazione digitale in Italia è uno degli obiettivi principali da raggiungere attraverso lo stanziamento dei fondi Pnrr. E la Pubblica Amministrazione non è esente da questa tabella di marcia della transizione. Al punto che i contributi concessi agli enti, infatti, hanno previsto somme forfettarie erogate in un’unica soluzione a seguito del completamento delle attività oggetto del finanziamento.

In certi casi non si è badato a spese. E gli enti non hanno ricevuti obblighi alla rendicontazione economica dei fondi. Così da poter utilizzare eventuali residui. Si sono infatti verificati casi in cui il completamento di ogni procedura e degli ammodernamenti non ha richiesto la spesa di tutti i contributi erogati.

Ora il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri ha introdotto un’importante semplificazione per l’accesso alle risorse previste per la digitalizzazione della PA. Il Sottosegretario Alessio Butti ha firmato quindi una direttiva contenente alcuni principi guida. Con l’obiettivo di favorire l’implementazione di iniziative a completamento degli interventi di digitalizzazione già in essere.

Pubblica Amministrazione, ecco la direttiva per semplificare l’impiego dei fondi residui della trasformazione digitale

Pubblica Amministrazione, nuova direttiva per le spese dei residui del Pnrr nella trasformazione digitale. Cosa prevede

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La direttiva non è vincolante, quindi lascia piena libertà agli enti beneficiari dei fondi di spendere il residuo della somma forfettaria. Però indica quattro criteri chiave per poter decidere in che modo impiegarli.

  • prudenza: si suggerisce di procedere all’utilizzo delle eventuali eccedenze non prima di aver concluso il progetto finanziato da un Avviso a lump sum e aver ricevuto esito positivo all’asseverazione tecnica e formale da parte del Dipartimento; prima di tale momento l’ente non può essere certo di ricevere il contributo pubblico (lump sum);
  • massimizzazione degli impatti dei finanziamenti ottenuti: si suggerisce di destinare le risorse residue ai capitoli di bilancio relativi all’ambito delle spese per la digitalizzazione dell’ente. A mero titolo di esempio, a spese utili a rafforzare la portata degli Avvisi stessi, a fornire maggiore sostenibilità nel tempo agli interventi effettuati, o più in generale alle spese nel campo del comparto ICT dell’ente.
  • sostenibilità degli interventi effettuati: si suggerisce di destinare almeno parte delle risorse residue a progetti formativi e/o di aggiornamento, destinati al personale impiegato nell’utilizzo delle soluzioni tecnologiche e digitali realizzate attraverso le misure M1-C1 del PNRR, per un loro utilizzo nelle loro piena funzionalità e finalità, previste dagli Avvisi stessi.
  • comunicazione, pubblicità e trasparenza degli interventi effettuati: si suggerisce di destinare almeno parte delle risorse residue alla massima comunicazione degli interventi realizzati con fondi PNRR e alla diffusione dei risultati raggiunti, al fine di contribuire alla piena fruizione da parte dei destinatari delle misure di digitalizzazione, cittadini e imprese in primis.

Se invece la rimanenza di fondi è parecchio significativa, il suggerimento della nuova direttiva è quello di integrare i lavori di transizione digitale con altri ammodernamenti. Che restino sempre nell’ambito della trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione.