Smart Road Enforcement Guida autonoma, responsabilità negli incidenti Angela Iacovetti 05 May 2025 Automotive Cds Le auto a guida autonoma rappresentano una delle innovazioni più significative nel settore dei trasporti. Questi veicoli , grazie a sensori, radar, lidar, GPS e intelligenza artificiale, percepiscono l’ambiente circostante e si muovono senza intervento umano. Mai come in questo caso l’etimo del termine “automobile” (che si muove da sé) si è attagliato al veicolo. Esperimenti worldwide Diversi centri urbani, nel mondo, hanno avviato progetti pilota o autorizzato la circolazione di veicoli autonomi. Città come Phoenix (Arizona) e San Francisco (California) ospitano servizi di taxi autonomi operati da aziende come Waymo e Cruise. Metropoli come Pechino e Shanghai hanno autorizzato test su larga scala di veicoli autonomi, con l’obiettivo di incrementare servizi commerciali nel prossimo futuro. Paesi come Germania, Francia e Regno Unito stanno conducendo sperimentazioni in diverse città, per valutare l’integrazione dei veicoli autonomi nelle infrastrutture esistenti. In Italia, a Torino, Brescia, Milano e Napoli sono stati avviati test su strada per veicoli autonomi, con l’obiettivo di valutare l’integrazione di queste tecnologie nel contesto urbano italiano. LEGGI ANCHE Napoli, in Tangenziale primo test di auto a guida autonoma A Brescia un car sharing a guida autonoma La domanda cruciale Ma chi è responsabile di un incidente stradale causato da un veicolo guidato da un ADS (Automated Driving System)? Alcune premesse normative La circolazione di tali veicoli è disciplinata dalla Convenzione di Vienna del 1968, entrata in vigore in Italia, nel 1977, e recentemente novellata per consentire la guida dei veicoli automatici. L’art. 8, comma 5 bis, li ammette purché disattivabili: “Ogni guidatore deve essere sempre presente e abile a prendere il controllo del veicolo, i cui sistemi devono poter essere scavalcati o spenti in qualsiasi momento“. (In pratica, su tali mezzi il conducente può sollevare le mani dal volante, in deroga a quanto prescritto dall’art. 8, comma 5). Guida autonoma, chi è il conducente? Se, da una parte, è conducente chi ha la responsabilità e la direzione della guida di un veicolo e si trovi, quindi, nella possibilità di compiere tutte quelle manovre necessarie per la guida, è pur vero che tale ruolo appartiene all’umano fino ai livelli di semi-automazione. Con la piena automazione, invece, il software del sistema di guida, poiché non agisce ma è agito, è considerato come longa manus di agenti umani e non conducente. L’articolo 2054 del Codice Civile prevede solo la presunzione di colpa del conducente in caso di incidente, salvo che egli riesca a dimostrare di non aver causato o concorso a causare il sinistro. Ma con l’introduzione dei veicoli autonomi si deve necessariamente valutare la posizione giuridica del produttore e/o del proprietario del veicolo e del soggetto che ha sviluppato il software e fornito i componenti, dal momento che il funzionamento di una macchina semovente non dipende da guida umana. La persona trasportata è chiamata in causa Persino la persona trasportata, che per lo più coincide con il proprietario del veicolo, può rispondere in caso di omessa vigilanza e controllo sul sistema robotico o di non tempestivo aggiornamento dei software necessari al funzionamento della macchina. Si discute, però, di sottrazione a tale responsabilità nell’ipotesi in cui i sistemi elettronici siano dotati di un’autonomia che escluda o renda quasi impossibile le attività di vigilanza ed intervento da parte della persona trasportata. Facciamo un po’ d’ordine Riassumiamo, dunque, le categorie potenzialmente implicate in un sinistro stradale di auto guidata da ADS. Le responsabilità, quindi, sono ascrivibili: al proprietario, se non ha provveduto alla corretta manutenzione o agli aggiornamenti software necessari per garantire la sicurezza del mezzo; al produttore, al fornitore del sistema di guida o al programmatore, se l’incidente è causato da un difetto di fabbricazione o da un errore nel software, a causa di prodotto difettoso; al gestore della sicurezza informatica, se il sinistro è provocato da un cyberattacco o un sabotaggio del software. in condivisione, in presenza di concause. L’evoluzione normativa e giurisprudenziale, nei prossimi anni, sarà cruciale per stabilire regole chiare in materia di responsabilità. Ciò affinché la diffusione delle auto a guida autonoma avvenga in un quadro di sicurezza giuridica e tutela per tutti gli utenti della strada. La giurisprudenza si è pronunciata? In Italia non ci sono sentenze specifiche, perché la guida completamente autonoma non è ancora autorizzata sulle strade pubbliche. Tuttavia esiste un’ordinanza della Cassazione (n. 15152/2023) che considera responsabile il costruttore dell’auto con ADAS (Advanced Driver Assistance System) se non sia provata la colpa del conducente. Per quanto riguarda la legislazione, il combinato disposto degli artt. 2051 e 2054 c.c. individuano una responsabilità civilistica presuntiva di conducente e proprietario del veicolo, con possibilità di successiva rivalsa nei confronti di produttori. Ma quid iuris sotto il profilo penalistico? La complessa situazione in ambito penale Nel nostro ordinamento giuridico la responsabilità penale è personale. Pertanto, la necessaria collaborazione di diversi soggetti nella realizzazione del veicolo autonomo potrebbe rendere difficile l’individuazione del soggetto fisico che ha causato il sinistro (si tratta di reato colposo). Ci si potrebbe orientare sul criterio di responsabilità oggettiva in capo a chi ha prodotto o non controllato o non bene programmato il veicolo malfunzionante, per non averne impedito la messa in circolazione o disposto il richiamo in fabbrica. Ma il livello di complessità cui sono giunti i sistemi informatici non rendono facile ricostruire ex post il contributo causale degli umani che controllano ed influenzano i processi del software. Ciò in quanto questi producono risultati non più strettamente dipendenti rispetto a ciò che il programmatore può rappresentarsi e questo incide sul nesso causale e sulla diligenza esigibile. I passi dell’Unione Europea L’Unione Europea si sta orientando sulla responsabilità oggettiva in materia di auto ASD. Attualmente la disciplina è rinvenibile in due atti normativi complementari. Il primo è il Regolamento sull’Intelligenza Artificiale, che classifica i sistemi di guida autonoma come sistemi ad alto rischio ed impone una serie di requisiti e controlli ai produttori. L’altro è la proposta di direttiva (ancora solo una proposta!) della Commissione (COM/2022/496 final) sulla responsabilità civile da intelligenza artificiale (AI Liability Directive), che introduce una presunzione di responsabilità del produttore o fornitore del sistema. In conclusione La questione della responsabilità in incidenti con auto a guida autonoma rappresenta una sfida nuova: i modelli tradizionali di attribuzione della colpa vanno ripensati per tener conto della nuova tecnologia. Solo un adeguamento normativo, etico e tecnologico potrà garantire sicurezza, giustizia e fiducia nel quotidiano che si va delineando. Angela Iacovetti