Trasporto aereo, allarme inquinamento: i professionisti chiedono un taglio alle emissioni

Trasporto aereo, allarme inquinamento: i professionisti chiedono un taglio alle emissioni

Alte emissioni e piani di riduzione inquinamento non sufficienti, i professionisti del trasporto aereo lanciano l’allarme: servono cambiamenti tempestivi

In un momento storico in cui la lotta al cambiamento climatico si fa sempre più urgente e i vari mezzi di trasporto su gomma, mare e rotaia stanno cercando di virare verso carburanti più sostenibili, la mobilità aerea ancora non sta facendo abbastanza. Lo dicono gli stessi addetti ai lavori, in particolare CATA, l’associazione “Call Aviation To Action”, che si prefigge di fare luce sulle problematiche e contraddizioni del sistema in cui si trovano a lavorare.

La loro accusa parte dalla constatazione che il trasporto aereo è quello che inquina maggiormente al mondo. Le emissioni in rapporto a ogni singolo passeggero non hanno concorrenza in nessun altro mezzo. E il problema è che le compagnie non hanno altro modello di business se non quello di continuare ad aumentare il numero di voli da loro predisposti. Senza però fare abbastanza, secondo CATA, per cercare, ad esempio, carburanti più sostenibili o tentare di intervenire in maniera più decisa nella lotta al cambiamento climatico.

Trasporto aereo, CATA contro il protocollo CORSIA e le compagnie: non si fa abbastanza per ridurre emissioni

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Per esempio, il collettivo di ingegneri, piloti, dirigenti e altri operatori del settore critica aspramente l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile (ICAO), che ha saputo solamente ideare un provvedimento che si chiama CORSIA (Carbon Offsetting and Reduction Scheme for International Aviation). In pratica si tratta di compensare le emissioni in eccesso di CO2 acquistando i crediti di carbonio detenuti da aziende (di altri settori) più virtuose.

In sostanza, denuncia CATA, le compagnie aeree comprano dagli altri la possibilità di continuare a inquinare allo stesso modo. Sono altri attori, quindi, a doversi fare carico della lotta alle eccessive emissioni, mentre le flotte di velivoli restano libere di fare ciò che vogliono, pur pagando. Un modus operandi che discorda, però, col fatto che si tratta del settore produttivo più inquinante al mondo. E quindi, in questo senso, serve cambiare le cose. E farlo in fretta.