Esg Energia elettrica, in Italia si paga troppo: +47% rispetto all'UE Redazione 15 May 2025 Energia Sostenibilità Nel 2024 l’Italia ha pagato troppo per l’energia elettrica: +47% rispetto alla Francia e più dei grandi Paesi membri dell’UE Nel 2024 in Italia c’è stato un problema legato al prezzo dell’energia elettrica. Le imprese dello stivale, infatti, hanno pagato il costo più elevato tra i grandi Paesi dell’Unione Europea. A sostenerlo è un’analisi del Centro Studi Unimpresa, basato sui dati del mercato elettrico. C’è un problema strutturale messo in evidenza da questo studio. Secondo i dati raccolti l’Italia ha una media di 109 euro per MW/h. Di gran lunga più costoso dei 78 euro della Germania, dei 63 della Spagna e dei 58 della Francia. Un differenziale, rispetto a Parigi, che tocca il +47%. Rispetto a Madrid, invece, del 42% e del 28% in confronto a Berlino. Energia elettrica, i problemi dell’Italia Energia elettrica, in Italia si paga troppo: +47% rispetto all’UE LEGGI ANCHE Street art e aree pedonali: benvenuti a scuola Rispetto al 2023 c’è stato un incremento dei costi del 23%. Una cosa definita “inaccettabile” da Unimpresa: Non è accettabile che le aziende italiane paghino l’elettricità fino al 47% in più rispetto alle concorrenti francesi, il 42% in più rispetto a quelle spagnole e il 28% in più rispetto a quelle tedesche”, commenta il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora. “È il momento delle scelte coraggiose: serve una riforma strutturale del mercato elettrico, che sganci finalmente il prezzo dell’energia dal costo del gas e premi gli investimenti nelle rinnovabili. Ma serve anche, subito, una compensazione economica per le imprese, attraverso crediti d’imposta strutturali, tagli agli oneri in bolletta e un piano nazionale per l’efficienza energetica, in grado di ridurre i costi reali. L’energia non può essere il freno della ripresa: deve tornare a essere il motore dello sviluppo. Lo Stato faccia lo Stato e intervenga. Altrimenti a pagare saranno le imprese, i lavoratori e, in ultima analisi, la tenuta economica del Paese. Le conseguenze sono evidenti nei settori in cui c’è un’elevata intensità energetica, come alberghi, ristoranti e grandi distribuzioni. Qui le spese mensili possono superare i 10.000 euro. Ma quali sono le ragioni di questo divario? In Italia il sistema energetico dipende, al 45% dal gas naturale, che comporta, a sua volta, un’esposizione maggiore alle variabili dei mercati internazionali. La transizione energetica prosegue, ma il ritmo è più lento rispetto al resto del’UE, in cui c’è una produzione più a basso costo, dovuta alle rinnovabili (eolico, soprattutto, in Spagna).