Tech Facendo il punto sulla digitalizzazione dei piccoli centri Silvestro Mar... 16 May 2025 La digitalizzazione avanza. Le condizioni orografiche del territorio non aiutano, vediamo dove arriva la rete. Digitalizzazione La digitalizzazione avanza, certamente ma a macchia di leopardo. Le condizioni orografiche del territorio non aiutano, vediamo dove arriva la rete. Digitalizzazione del territorio, tra mare, montagne e colline La struttura del territorio italiano non aiuta la messa a terra di progettualità digitali. Potrebbe anche essere vero, ma nulla è impossibile, dati i risultati, anche se tutto è migliorabile (come sempre). I fondi del PNRR vengono impiegati – anche – per la crescita digitale del paese, non significando “solo” la condivisione di base dati tra Enti pubblici di varia natura e funzioni. Tra gli obiettivi dichiarati vi è il portare la rete in tutti i centri urbani, anche i più ostici da raggiungere. Ecco perché, nell’ultimo periodo – prescindendo dalla sua parentesi politica – si parla spesso di Elon Musk, della sua SpaceX e quindi della tecnologia Starlink. Il diabattito è acceso al punto tale da arrivare anche a coinvolgere l’attuale esecutivo Meloni. Secondo i dati di CelesTrak, i satelliti Starlink in orbita sono più di 1800, a parte che SpaceX ha depositato i carteggi necessari per creare una costellazione di 42.000 satelliti nei prossimi anni. Starlink fornisce una connettività ad alta velocità, bassa latenza e banda larga. Il tutto, anche per raggiungere luoghi dove internet è tradizionalmente troppo costoso, inaffidabile o del tutto non disponibile. Si comprenderà, quindi, come la digitalizzazione del paese rappresenti un “punto di forza multispettro” (ndr.): politico, economico, sociale. In una parola, è strategico. E, riprendendo argomento satellitare, non sarà a breve che si potrà disporre di una costellazione nazionale sul modello Musk, per intenderci, considerando che uno studio ASI (Ag. Spaziale Italiana), pone il termine ad almeno cinque anni, per la sua realizzazione, ed entro l’estate si avrà la presentazione di un piano sul tema. Si comprenderà più agevolmente ora il motivo per cui la bagarre starlink lambisce temi come la sicurezza nazionale e lo sviluppo del paese. Nel contempo, ecco perché il piano banda Ultra larga, con tutta una serie di progettualità in attivo, ha potuto attingere dal PNRR, essendo in piedi da un decennio, ma avendo anche incontrato alterne fortune. Tra le tante? L’instabilità politica nazionale associata a crisi economiche, specie dal 2011 a seguire. Si ricorderanno, infatti, gli outlook al ribasso delle Agenzie di rating e il notevole differenziale con i bound tedeschi (lo spreed). Un po’ di numeri… Tra smart city e ghost town la differenza è data veramente dalla connettività. Possibilmente dalla fibra. La differenza richiamata non coinvolge solamente i servizi, che possono essere offerti dal piccolo e/o medio Comune, ma si traduce anche in ospitalità e occasioni di business. Se l’Italia viene conosciuta come il “bel paese”, va da se che il turismo ne rappresenti un naturale volano economico. La necessità di avere una copertura di rete uniforme, dalla velocità in download “soddisfacente” è sempre più importante. Si comprenderà anche come non sia più tempo di digitalizzazione influenzata da eventi atmosferici e che il turista non investe il suo tempo solamente nelle grandi metropoli nazionali, ma possa godere delle bellezze, anche paesaggistiche, di regioni come l’Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Queste regioni non vengono citate a caso: esse sono interessate concretamente da orografie territoriali particolari, per non considerare le isole. Si pensi ai gruppi montuosi dell’Umbria, e in particolare all’appennino umbro-marchigiano, per continuare con quello lucano, al gruppo della Majella, Marsicani ed Ernici, per l’Abruzzo, la Sila in Calabria. Di poche settimane fa è l’interessante report di openfiber, circa lo stato di avanzamento lavori al 31.03.2025, sulle zone bianche: L’estensione dell’infrastruttura di rete ha raggiunto il 95% del totale previsto; I Comuni coperti dalla connettività in fibra ottica sono 5.435. Unità immobiliari collegate, quindi presso cui poter attivare il servizio, sono 5,44 milioni. Si prosegue, quindi, è già agli inizi di maggio si è passati allo stato di collaudo, o addirittura terminato, nei comuni di: Marche: Acqualagna; Corinaldo; Fiuminata; Montefortino; Monte Urano; Servigliano; Basilicata: Chiaromonte; Senise; San Costantino Albanese; San Severino Lucano; Terranova di Pollino; Calabria: Bisignano. Ovviamente fin qua si è posto l’accento sulle zone bianche, così definite già dal 2013 dalla UE, per differenziarle da grigie e nere, dove – anche in funzione della maggiore popolosità – viene a mancare la concorrenza tra operatori privati e quindi è necessario un intervento pubblico. A questi passi in avanti si aggiunge il piano Italia a 1 gb. Questo intende colmare la carenza di infrastrutture di rete a banda ultralarga che ancora permangono in Italia e garantire entro il 2026 una velocità di connessione delle reti fisse ad almeno 1 Gbit/s in download e 200 Mbit/s in upload su tutto il territorio nazionale, in anticipo rispetto agli obiettivi europei, fissati al 2030. Qui, molti lotti che erano in programmazione ora si stanno eseguendo, come nel caso: Marche: Comunanza; Treia; Abruzzo: Perano; Morrovalle d’Oro; Casalbordino; Frisa; Lama dei Piligni; Mozzagrogna; Poggiofiorito; Villa Santa Maria; Calabria: San Costantino Calabro; Domanico; Grisolia; Plataci; Mandatoriccio; Paludi; Sangineto; Condofuri; Martone; Portigliola; Santa Severina. Concluso il piano isole minori (21 siti), presentato anche listino prezzi per gli operatori commerciali che vogliono sfruttare la rete per offrire i propri servizi. Silvestro Marascio