Enforcement Smart Road "Tutor" e "Velox", un confronto senza vincitori né vinti Sergio Bedessi 27 May 2025 Cds Mobility Sicurezza Tutor e velox, messi a confronto, difettano entrambi dell’omologazione. I due dispositivi presentano caratteristiche, scopi e finalità differenti. L’attacco ai “Velox” privi di omologazione Nell’ultimo anno i Comuni (e le Polizie Locali) sono stati spesso sotto attacco da parte dei mass media, dei social media e delle associazioni dei consumatori (che forse dovrebbero mutare il nome in associazioni dei contravventori..) per i controlli relativi alla velocità effettuati sui territori di loro competenza. Tutto è nato dalla ormai notissima ordinanza della Corte di Cassazione – Sezione II – n. 10505 del 19 aprile 2024 con la quale, confermando l’annullamento di un verbale di violazione dell’art. 142 del codice della strada elevato per violazione dei limiti di velocità tramite apparecchiatura di controllo non presidiata, si poneva nuovamente il problema della mancata omologazione di tali apparecchiature. L’indirizzo della Cassazione veniva confermato successivamente da due successive ordinanze, sempre della stessa II Sezione Civile della suprema Corte, n. 20492 e n. 20913. Da dove nasce la questione Da notare che il problema è stato originato dallo stesso Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che non ha mai, dicasi mai, omologato alcun strumento di controllo della velocità. Fuori luogo sono quindi le “accuse” di autorevoli rappresentanti dello Stato ai Comuni, “rei” di utilizzare strumenti privi di omologazione. A tutt’oggi le Polizie Locali vivono quindi un latente stato di incertezza sui controlli della velocità che, si badi bene, costituiscono un baluardo per la sicurezza stradale avendo salvato, come dimostrano le statistiche nazionale, molte vite umane. Anche il “Tutor” difetta di omologazione Quello che tanto il cittadino quanto le Polizie Locali dovrebbero chiedersi è: perché tutti si profondono nel demolire la legittimità degli strumenti di controllo della velocità utilizzati dalle Polizie Locali (“velox” al di là del tipo e del produttore) e non lo fanno anche nei confronti del sistema installato dalle varie società autostradali (SICVe – Sistema Informativo per il Controllo della Velocità – c.d. “tutor”)? Infatti l’obbligo di omologazione, ribadito a più riprese dalla giurisprudenza, vale tanto per gli strumenti utilizzati dalle Polizie Locali quanto per quelli presenti sulle tratte autostradali gestiti dalla Polizia Stradale. Legittimo o no l’impiego del “Tutor”? In sintesi: se sono illegittimi i verbali della Polizia Locale, basati su strumenti non omologati, ma solamente approvati, non si vede perché quelli della Polizia Stradale, basati anch’essi su strumenti non omologati (perché il “tutor” non lo è e non lo è mai stato) non vengono neanche messi in discussione. Eppure l’art. 45 c. 6 del codice della strada, recentemente modificato dalla l. 25 novembre 2024, n. 177, stabilendo al comma 6 in modo molto chiaro “… Nello stesso regolamento sono precisate altresì le modalità di omologazione e di approvazione, fermo restando l’obbligo delle verifiche periodiche di funzionalità e di taratura per i dispositivi con funzione metrologica” non fa alcuna distinzione e vale per tutti. Va ricordato che in effetti tanto gli uni (“velox”) quanto l’altro (SICVe “tutor”) sono dispositivi con funzione metrologica con la differenza che i primi misurano la velocità utilizzando uno spazio molto corto, il secondo misura invece la velocità utilizzando due punti ben più lontani, ma ambedue calcolano la velocità con l’operazione: La differenza è che con il “tutor” si percepisce che il calcolo si riferisce a una velocità effettivamente media visto che la distanza fra punti di rilevazione è notevole, spesso di chilometri. Quindi tutt’al più si può dire che il “tutor” è più preciso degli altri strumenti anche se, ed è un vero paradosso, non rileva eventuali eccessi di velocità commessi all’interno dei due punti di ripresa qualora la velocità media sull’intera tratta rimanga inferiore al limite. Per fare un esempio: l’automobilista potrebbe percorrere il tratto autostradale controllato dal “tutor” a 180 km/h e non essere sanzionato perché si è fermato per dieci minuti nell’area di servizio. Il “Tutor” fa più “cassa del “Velox” … Perché le associazioni dei consumatori (rectius, associazioni dei contravventori) accusano solo i Comuni di “far cassa” e non lo Stato? Per arrivare alla risposta possono essere utili una serie di considerazioni. L’ANSA (4 maggio 2025) titola[1]: “Codacons, a rischio in città 40 milioni incassi da autovelox” per poi proseguire “Lo afferma il Codacons «Solo nelle principali 20 città italiane le sanzioni da autovelox hanno garantito nel 2023 (ultimo dato disponibile) incassi complessivi da oltre 65 milioni di euro,..»” Insomma è una sottesa accusa di utilizzare i verbali per rimpinguare il bilancio perché si parla di “incassi” e del fatto che sono “a rischio”. Ma lo Stato, tramite le società autostradali, non fa altrettanto? Infatti se si prendono i dati dello stesso anno 2023, relativi a metà anno[2] si legge che “Nell’anno 2023 sino al Giugno 2023 il numero delle sanzioni elevate sulle autostrade italiane per violazione dell’art. 142 C.d.S. è pari a 218214.”. Dunque, effettuando un semplice conteggio, peraltro al ribasso, utilizzando una sanzione media di 300 euro (in realtà le sanzioni per le varie fattispecie e per i vari veicoli variano dai 42 euro ai 1.690 euro sempre utilizzando i minimi edittali nell’anno 2023 lo Stato avrebbe incassato per sanzioni da velocità e solamente sulle autostrade ben 218.214 x 200 x 2 (semestri) = oltre 130 milioni di euro che sono circa il doppio rispetto a quelli dei Comuni citati dal Codacons. E in futuro la farà ancor di più È di questi giorni la notizia del “potenziamento” della rete dei “tutor” con ben altre ventisei tratte e in particolare: A1 Milano-Napoli: 7 tratte, inclusi i tratti tra Chiusi e Monte San Savino, Castelnuovo di Porto e Settebagni, e l’Area di Servizio Tevere-Fabro; A27 Mestre-Belluno: 5 tratte tra il bivio con la A4 Milano-Brescia e lo svincolo con la Pedemontana; A9 Lainate-Como-Chiasso: 5 tratte tra Saronno e Lomazzo Nord in entrambe le direzioni; A14 Bologna-Taranto: 4 tratte tra Pesaro e Rimini Sud; A11 Firenze-Pisa Nord: 5 tratte tra Montecatini Terme e Prato Est. Con il posizionamento dei nuovi dispositivi, il sistema “tutor” controllerà complessivamente 200 tratte autostradali, coprendo circa 1.940 km di carreggiate. Entro il 2027, si legge nel comunicato rilasciato dalla Polizia Stradale, il sistema si estenderà a ulteriori tratti autostradali, garantendo un controllo ancora più capillare. Alla fine, se si vuole vedere la questione in termini di “far cassa”, lo Stato con il “tutor” sta “facendo cassa” ben di più dei Comuni, usando anche giustificazioni opinabili da parte dei concessionari[3] che riportano dati avulsi da una corretta metodologia di rilevazione e di interpretazione. Le magnificazioni dell’uso del “tutor” sarebbero infatti smentite dai dati dell’European Transport Safety Council, che mostra come l’Italia, al di là dei proclami dei concessionari autostradali che esaltano l’uso del tutor, sta abbastanza male in quanto a mortalità stradale. Conclusioni Perché la Polizia Stradale e le società autostradali malgrado utilizzino anch’esse strumenti di controllo non omologati, e a dispetto delle rilevanti entrate da sanzioni per la velocità, a differenza della Polizia Locale, non sono accusate di “far cassa”? Il discorso è complesso ma in sintesi si tratta sostanzialmente di una problematica di rapporto fra cittadino e organo di polizia. La Polizia Locale in generale (salvo poche eccezioni – ad esempio Verona) da una parte ha fatto ben poco per far comprendere che i controlli sulla velocità sono assolutamente necessari per la sicurezza stradale e dall’altra non li ha giudiziosamente bilanciati con tipologie di controllo di altro tipo, fornendo appunto l’impressione di un’eccessiva spostatura “multaiola” sul tema velocità. [1] https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2025/05/04/codacons-a-rischio-in-citta-40-milioni-incassi-da-autovelox_1df79a84-25bd-4d0e-9c51-ba2a0230a2b9.html#:~:text=Il%20caos%20giurisprudenziale%20in%20tema,Lo%20afferma%20il%20Codacons. [2] https://ricorsi.net/approfondimenti/tutor-sicve-sullautostrada-a1-milano-roma-napoli/ [3] Cfr. “Autostrade per l’Italia “Sviluppato da Autostrade per l’Italia, il Tutor ha contribuito ad aumentare la sicurezza per chi viaggia. Dopo il primo anno dall’installazione, sulle tratte coperte, il tasso di mortalità si è ridotto del 56%.” e “riducendo la mortalità del 51% già dopo il primo anno e contribuendo alla diminuzione del tasso del 75% rispetto al 1999”.