Auto elettriche, ricarica ancora troppo cara: in Italia i prezzi più alti d’Europa. Il confronto

Auto elettriche, ricarica ancora troppo cara: in Italia i prezzi più alti d’Europa. Il confronto

La spinta verso le auto elettriche in Italia è ancora ostacolata dai prezzi elevati di ricarica, i più alti in Europa alle colonnine

Le auto elettriche stanno conoscendo un’espansione notevole nel 2025 e si stanno ritagliando un ruolo da protagonista nelle vendite e nelle immatricolazioni. La loro circolazione è maggiore in Italia e anche la rete di colonnine si sta espandendo. Ma ci sono ancora degli ostacoli da superare. Oltre al costo dei veicoli stessi, che ancora non sono competitivi sul mercato rispetto agli altri a combustione termica, c’è il problema della ricarica alla colonnina. Che ancora ha dei prezzi molto elevati, tanto da rendere particolarmente oneroso un rifornimento elettrico nel nostro Paese. Che ha il costo più alto d’Europa.  

Lo rivela La Repubblica, citando un’indagine Acea che riporta, per esempio, come la ricarica a corrente diretta, quella delle colonnine veloci presenti sulle strade, costa in Italia in media 80 centesimi al Kw/h, che significa che, per un centinaio di chilometri, si spenderebbero 14 euro. Al di là del fatto che, con un’auto a benzina si risparmierebbero circa il 40% dei soldi, il confronto non regge nemmeno con l’elettrico degli altri paesi Ue.

In Spagna la corrente diretta costa 51 centesimi al Kw/h, ed è la più conveniente. In Francia il costo è 57 centesimi, in Germania 66. 

Italia, ricarica auto elettriche con prezzi più alti d’Europa: corrente diretta a 80 centesimi al Kw/h

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Non va meglio nemmeno per le ricariche elettriche a corrente alternata, quelle cioè che vengono effettuate da casa e che sono un po’ più lente. La maglia nera, in questo caso, non va all’Italia, ma ai Paesi Bassi, che viaggiano a 72 centesimi a Kw/h. Secondo posto, però, per lo Stivale, che si piazza a 69 centesimi. Ancora una volta è la Spagna a dimostrarsi più economica, con 39 centesimi, mentre la Francia è a 52 e la Germania a 58. 

Dati che fanno capire come in Italia la transizione verso una mobilità a zero emissioni necessiti di potenziare sia l’offerta di colonnine di ricarica sia, soprattutto, la produzione stessa di energia elettrica che diventa combustibile. Così da aumentarne la disponibilità e ridurre il prezzo di mercato.