Energia, mancano gli spazi per il fotovoltaico? La soluzione arriva dalle miniere di carbone dismesse. Lo studio

Energia, mancano gli spazi per il fotovoltaico? La soluzione arriva dalle miniere di carbone dismesse. Lo studio

Per ricavare spazi e aumentare l’energia derivata dal fotovoltaico una soluzione può essere reimpiegare miniere a carbone in disuso. Lo studio Del Global Energy Monitor

Il fotovoltaico sta facendo passi avanti importanti e rappresenta ormai una delle principali soluzioni a livello mondiale per la transizione energetica. Una delle difficoltà e contraddizioni che, però, ancora i pannelli solari si portano appresso è il fatto che, per servire adeguatamente a livello di energia una data quantità di persone, ne servono tanti. E quindi questo significa che servono spazi. Che potrebbero essere tolti alla natura, alle coltivazioni, ad aree per la socialità. Dunque, per avere più elettricità, ci si potrebbe rimettere in benessere ambientale, produzione agricola, occasioni sociali.

Se mancano spazi adatti per il fotovoltaico, un aiuto può arrivare dalle miniere a carbone. E no, non è un controsenso. Perché si tratta di quei siti estrattivi che non funzionano più e sono dismessi e ora rimangono inutilizzati. Il Global Energy Monitor ha un distaccamento che monitora proprio l’estrazione carbonifera a livello mondiale, il Global Goal Mine Tracker. Su 70 nazioni ha tracciato 6.900 miniere di carbone, per una produzione che ancora sforna 8,9 miliardi di tonnellate all’anno.

Ma il report evidenzia che ci sono 312 siti che, dal 2020, sono diventati inattivi (i dati più recenti risalgono a febbraio). E si estendono per oltre duemila chilometri quadrati, un’area simile a quella dell’intero Lussemburgo. Ed è per questo che le miniere di carbone dismesse potrebbero venire in soccorso dell’energia da pannelli solari.

Energia, le ex miniere di carbone riconvertite in siti per il fotovoltaico: potenziali 290 GW in più entro il 2030

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Il Global Energy Monitor riporta che l’installazione di impianti fotovoltaici in queste aree potrebbero portare a una produzione di circa 103 Gigawatt, per soddisfare ulteriormente non poco il fabbisogno. In più, secondo il report, entro il 2030 potrebbero esserci altri 3,731 km² di miniere abbandonate. E, se questo avvenisse, un’eventuale sostituzione completa con pannelli solari potrebbe portare altri 185 GW di energia pulita. 

In totale, con questi 5,820 km² totali di potenziali siti estrattivi carboniferi abbandonati, si potrebbe coprire il 15% in più dell’estensione attuale degli impianti fotovoltaici nel mondo. La Cina, in particolare, è sulla buona strada in questo senso. La Repubblica popolare ha 90 siti riconvertiti da carbone a solare, con una capacità di 14 GW e 46 altri progetti, per una capacità di 9 GW. Gli altri grandi maggiori produttori di carbone al mondo (Australia, Stati Uniti, India e Indonesia) avrebbero enormi potenzialità di sviluppo di questa energia pulita.

Anche a livello di indotto occupazionale, questa conversione da miniere di carbone a siti fotovoltaici potrebbe portare benefici. Il report stima che si potrebbero creare 259,700 nuovi posti di lavoro stabili nella transizione, più circa 317,500 occupazioni temporanee per l’installazione dei pannelli. Che andrebbero quindi a prendere il posto di attività estrattive ad alta emissione, che peraltro già oggi non funzionano, oppure, un domani a breve termine, non funzioneranno. Un esempio di riqualificazione di enormi aree in prospettiva di una produzione di energia pulita.