Human City, l’urbanistica a misura d’uomo

Human City, l’urbanistica a misura d’uomo

Il dibattito sulle smart city si è arricchito di una nuova prospettiva: quella della Human City, ovvero la città progettata e governata ponendo al centro le persone, i loro bisogni e la qualità della vita.

Questo paradigma urbanistico bypassa la mera integrazione della tecnologia per l’efficienza dei servizi, proponendo una visione in cui innovazione, sostenibilità e benessere sociale si fondono.

E ciò nella finalità di restituire alle città la loro funzione primaria: essere spazi di vita, relazione e crescita per la comunità.

Dalla city “smart” alla “human-centric”

Tradizionalmente la smart city si è concentrata sull’adozione di tecnologie digitali per ottimizzare servizi pubblici, mobilità, gestione delle risorse e urban security.

Tuttavia, questa impostazione rischia di privilegiare la performance dei sistemi.

E ciò a scapito della dimensione umana, relegando i cittadini a meri fruitori passivi.

La Human City ribalta questa prospettiva, poiché la tecnologia diventa uno strumento al servizio delle persone, e non il fine ultimo della trasformazione urbana.

L’obiettivo è creare ambienti inclusivi, accessibili, sostenibili e partecipativi, in cui ogni abitante possa sentirsi parte attiva della vita cittadina.

Human smart city è, quindi, e anzitutto, un approccio culturale.

La città dei 15 minuti tra prossimità e qualità della vita

Tra i pattern più rappresentativi della Human City emerge quello della città dei 15 minuti, teorizzato dall’urbanista Carlos Moreno.

La sperimentazione è avvenuta in diverse metropoli europee, tra cui Parigi e Barcellona.

In questa configurazione tutte le principali funzioni urbane risultano raggiungibili a piedi o in bicicletta in un quarto d’ora dalla propria abitazione.

Funzioni urbane quali abitare, lavorare, apprendere, curarsi, fare acquisti e svagarsi.

Tale approccio promuove:

  • prossimità dei servizi, facilitando la vita quotidiana e riducendo la dipendenza dall’auto privata;

  • policentrismo urbano, superando la rigida divisione in zone monofunzionali e favorendo quartieri vitali e autonomi;

  • sostenibilità ambientale, in virtù della riduzione degli spostamenti e delle emissioni;

  • coesione sociale, rafforzando il senso di comunità e la partecipazione dei cittadini alla vita del quartiere.

Urbanistica partecipata e innovazione sociale

La Human City si fonda su processi decisionali bottom-up, quindi dal basso verso l’alto.

I cittadini sono per l’effetto coinvolti attivamente nella progettazione degli spazi e nella definizione delle politiche urbane.

Strumenti come gli Urban Living Lab e le piattaforme digitali di partecipazione permettono di sperimentare soluzioni innovative, adattate alle specificità locali e ai bisogni reali delle persone.

La co-progettazione di spazi pubblici, la valorizzazione delle iniziative di quartiere e la promozione di pratiche di economia circolare sono elementi chiave per costruire città resilienti e inclusive.

Sostenibilità, inclusione e capitale umano

La Human City promuove un modello di sviluppo urbano che mira a ridurre l’impatto ambientale, migliorare la qualità degli spazi pubblici e garantire l’accesso equo a infrastrutture e servizi per tutti.

E ciò indipendentemente da ragioni anagrafiche, condizioni socioeconomiche o disabilità.

L’esperienza di Malmö, in Svezia, appare emblematica.

La città ha trasformato interi quartieri in aree a zero emissioni, investendo sull’architettura sostenibile e sul coinvolgimento attivo dei residenti, che vivono in armonia con la natura e partecipano alla gestione del territorio.

Rinnovare la governance urbana

La transizione verso la Human City richiede un cambio di paradigma nella governance urbana: le amministrazioni devono adottare un approccio integrato, capace di coniugare innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e centralità del capitale umano.

Le città di piccole e medie dimensioni, in virtù della maggiore prossimità e della facilità di coinvolgimento dei cittadini, si prestano in modo particolare a sperimentare questo modello.

La Human City rappresenta, quindi, la naturale evoluzione, l’upgrade delle smart city: un modello urbanistico in cui tecnologia, sostenibilità e partecipazione si fondono per restituire centralità all’essere umano e costruire città più vivibili, resilienti e inclusive.

La sfida richiede visione, creatività e coraggio.

Tuttavia potrebbe trasformare in modo profondo e sensibile le modalità in cui viviamo, lavoriamo e ci relazioniamo negli spazi urbani.